Punta di Fenestrelle in traversata
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Il Parco delle Alpi Marittime...quale miglior meta per una gita di "flora & fauna"?
Preceduta dalla lezione teorica di Gianluca, il curatore del Museo di Scienze Naturali di Induno Olona, la gita si rivelerà un'entusiasmante immersione in un ambiente ricchissimo di animali e fiori.
Già al parcheggio del lago delle Rovine gli stambecchi non si contano: sono dappertutto ma specialmente abbarbicati sui muri degli edifici degli impianti idroelettrici, intenti a leccare il salnitro che affiora. Non sono bellissimi: stanno perdendo il mantello invernale ed appaiono un po' spelacchiati, però vederli così, a pochi metri, completamente indifferenti alla nostra presenza, è emozionante, specie per chi è alla prima esperienza di questo tipo.
Siamo in una trentina, il tempo è incerto, dopo aver mangiato qualcosa iniziamo la salita per il ripido pendio nevoso che, in direzione sud, porta ad incrociare la strada di servizio per la diga del sovrastante Bacino del Chiotas, in un'oretta siamo alla casa dei guardiani, il livello del bacino è basso perciò possiamo aggirare il lago in senso antiorario: è un percorso leggermente più lungo ma permette di evitare i ripidi pendii che scendono dal vallone di Fenestrelle. Presto siamo al rifugio Genova che troviamo circondato da decine di stambecchi. Prima di cena Gianluca prosegue la sua lezione di scienze naturali descrivendoci i fiori che spuntano fra le chiazze di neve.
Il mattino dopo partiamo presto, piccozza in mano raggiungiamo il Vallone di Fenestrelle e da qui seguiamo i segnavia della GTA , incontriamo qualche stambecco ed avvistiamo qualche camoscio da lontano, decisamente questi sono molto meno confidenti, raggiungiamo il colle dove si trovano i ruderi della casermetta A. Bertolo, Gianluca e pochi altri decidono di fermarsi qui ad aspettarci mentre il grosso del gruppo decide di raggiungere la Punta di Fenestrelle. Dal colle saliamo verso est, il pendio è ripido ma la neve è rammollita al punto giusto, non dobbiamo neppure mettere i ramponi e in poco più di un'ora siamo in cima. La giornata non è proprio bellissima, l'ambiente è severo e fa un bel freddo. Scendiamo per il ripido versante sud, dove la neve è quasi assente e poco dopo siamo raggiunti dal gruppetto fermatosi al colle. Sui pendii nevosi della Valletta dell'Asino vediamo numerosi camosci che però si tengono a debita distanza. In breve siamo in vista del rifugio Soria, non vale la pena raggiungerlo visto che è ancora chiuso. Seguiamo con calma la strada di fondovalle, ogni pochi metri Gianluca ci descrive le innumerevoli specie di fiori che qui sono numerosissimi. Gli stambecchi sono tanti anche in questa valle e, insieme, vediamo le prime marmotte. A metà strada vediamo una postazione dei guardiaparco destinata all'osservazione dei gipeti, ci guardiamo in giro e...eccolo, là in alto, un esemplare di gipeto, Gianluca ne approfitta per descriverci le sue abitudini ma, poco dopo, scompare alla nostra vista superando il crinale. In breve siamo alla Foresteria del Parco dove il giorno prima avevamo lasciato un paio di auto.
Una magnifica gita, volendola ripetere tenete presente che i rifugi aprono normalmente a metà giugno, noi avevamo concordato con il custode un'apertura speciale, e che comunque ad inizio stagione la neve può essere ancora molto abbondante, tanto da non permettere il raggiungimento del parcheggio del Lago delle Rovine. La vista degli animali è comunque assicurata.
Preceduta dalla lezione teorica di Gianluca, il curatore del Museo di Scienze Naturali di Induno Olona, la gita si rivelerà un'entusiasmante immersione in un ambiente ricchissimo di animali e fiori.
Già al parcheggio del lago delle Rovine gli stambecchi non si contano: sono dappertutto ma specialmente abbarbicati sui muri degli edifici degli impianti idroelettrici, intenti a leccare il salnitro che affiora. Non sono bellissimi: stanno perdendo il mantello invernale ed appaiono un po' spelacchiati, però vederli così, a pochi metri, completamente indifferenti alla nostra presenza, è emozionante, specie per chi è alla prima esperienza di questo tipo.
Siamo in una trentina, il tempo è incerto, dopo aver mangiato qualcosa iniziamo la salita per il ripido pendio nevoso che, in direzione sud, porta ad incrociare la strada di servizio per la diga del sovrastante Bacino del Chiotas, in un'oretta siamo alla casa dei guardiani, il livello del bacino è basso perciò possiamo aggirare il lago in senso antiorario: è un percorso leggermente più lungo ma permette di evitare i ripidi pendii che scendono dal vallone di Fenestrelle. Presto siamo al rifugio Genova che troviamo circondato da decine di stambecchi. Prima di cena Gianluca prosegue la sua lezione di scienze naturali descrivendoci i fiori che spuntano fra le chiazze di neve.
Il mattino dopo partiamo presto, piccozza in mano raggiungiamo il Vallone di Fenestrelle e da qui seguiamo i segnavia della GTA , incontriamo qualche stambecco ed avvistiamo qualche camoscio da lontano, decisamente questi sono molto meno confidenti, raggiungiamo il colle dove si trovano i ruderi della casermetta A. Bertolo, Gianluca e pochi altri decidono di fermarsi qui ad aspettarci mentre il grosso del gruppo decide di raggiungere la Punta di Fenestrelle. Dal colle saliamo verso est, il pendio è ripido ma la neve è rammollita al punto giusto, non dobbiamo neppure mettere i ramponi e in poco più di un'ora siamo in cima. La giornata non è proprio bellissima, l'ambiente è severo e fa un bel freddo. Scendiamo per il ripido versante sud, dove la neve è quasi assente e poco dopo siamo raggiunti dal gruppetto fermatosi al colle. Sui pendii nevosi della Valletta dell'Asino vediamo numerosi camosci che però si tengono a debita distanza. In breve siamo in vista del rifugio Soria, non vale la pena raggiungerlo visto che è ancora chiuso. Seguiamo con calma la strada di fondovalle, ogni pochi metri Gianluca ci descrive le innumerevoli specie di fiori che qui sono numerosissimi. Gli stambecchi sono tanti anche in questa valle e, insieme, vediamo le prime marmotte. A metà strada vediamo una postazione dei guardiaparco destinata all'osservazione dei gipeti, ci guardiamo in giro e...eccolo, là in alto, un esemplare di gipeto, Gianluca ne approfitta per descriverci le sue abitudini ma, poco dopo, scompare alla nostra vista superando il crinale. In breve siamo alla Foresteria del Parco dove il giorno prima avevamo lasciato un paio di auto.
Una magnifica gita, volendola ripetere tenete presente che i rifugi aprono normalmente a metà giugno, noi avevamo concordato con il custode un'apertura speciale, e che comunque ad inizio stagione la neve può essere ancora molto abbondante, tanto da non permettere il raggiungimento del parcheggio del Lago delle Rovine. La vista degli animali è comunque assicurata.
Tourengänger:
paoloski

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare