Punta di Fenestrelle


Publiziert von paoloski , 18. Juni 2013 um 10:22.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:15 Juni 2013
Wandern Schwierigkeit: T4- - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 2 Tage
Aufstieg: 1500 m
Abstieg: 1500 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Cuneo si seguono le indicazioni per la Francia, poi quelle per Entracque, si prosegue fino a San Giacomo di Entracque dove si trova un parcheggio custodito a pagamento (noi abbiamo pagato 6 euro per circa 30 ore di posteggio). Da notare che l'autostrada Asti - Cuneo è ben lungi dall'essere terminata: vi sono tratti ancora non aperti al traffico che obbligano ad uscire con conseguenti perdite di tempo.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita andata - ritorno.
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Gianni Ellena - Edoardo Soria al Praiet, CAI Sez. di Cuneo: 80 posti, telefono 0171978382, www.rifugiosoriaellena.com
Kartennummer:Meridiani Montagne: Alpi Marittime

Preceduta dalla lezione teorica di Gianluca, curatore del Museo di Saltrio e collaboratore dell'Università di Milano, anche quest'anno è giunta l'ora della gita "Flora & Fauna" degli Incontri di Avvicinamento alla Montagna.
La meta scelta è il Parco Nazionale delle Alpi Marittime, ci siamo già stati in altre occasioni e sappiamo che è una garanzia per l'incontro con gli animali e con una varietà enorme di fiori.
Per pernottare abbiamo scelto il rifugio Soria - Ellena al Praiet, l'unico, probabilmente, rifugio delle Alpi gestito da extracomunitari: dal 2008 infatti i custodi sono un terzetto di donne filippine che ci hanno fornito un ottimo trattamento: buona cena, cordialità e disponibilità per assecondare le nostre esigenze di gruppo abbastanza numeroso.
Partiamo da San Giacomo di Entracque a mezzogiorno, c'è il sole ma anche qualche nuvola minacciosa in cielo. Seguiamo la carrareccia che sale fiancheggiando il Torrente Gesso di Barra, il disgelo lo ha gonfiato e le cascate sono veramente belle a vedersi.
Più oltre, fuori dal bosco, i prati sono in piena fioritura, un tripudio di colori ronzanti di insetti bottinatrici e di silenziose farfalle. Mentre fotografo dei gerani scorgo un bellissimo ramarro, anche lui però mi ha visto e si defila rapidamente prima che possa immortalarlo.
Lungo la stradina iniziale e la mulattiera che segue ci sono ancora diversi residui valanghivi, anche qui ha nevicato parecchio a quanto pare.
Poco prima delle 14, in vista del rifugio, il cielo si fa vieppiù scuro e, sulla rampa finale, ecco le prime goccie di pioggia. Il tempo che tutti arrivino e si mette a piovere copiosamente.
Saliamo nel camerone assegnatoci, prendiamo possesso dei nostri posti quindi scendiamo nella sala da pranzo, mancano diverse ore alla cena, per ingannare il tempo ripassiamo con gli allievi i nodi.
Ad un tratto ci accorgiamo che il cielo schiarisce, usciamo e ci rechiamo su un vicino nevaio per le prove di arresto su nevaio: per molti allievi è la prima dimostrazione pratica dell'uso della piccozza. Nemmeno una ventina di minuti ed il cielo si richiude e ricomincia  a piovere. Vabbè, torniamo al coperto.
Le gerenti ci trovano un locale dove Gianluca può proseguire la sua lezione di Flora & Fauna, questa volta soffermandosi in maniera particolari su biscie e serpenti.
Finalmente arriva l'ora di cena che si rivela ottima, unica pecca: è su due turni. La sala da pranzo non è molto capiente ed il rifugio è decisamente strapieno: per tutto il pomeriggio sono arrivate persone, perlopiù scialpinisti, che non sono stati fortunati come noi: tutta la salita l'hanno fatta sotto l'acqua! Subito dopo il dolce cediamo il posto al secondo turno.
Usciamo ad osservare gli stambecchi che scorazzano sotto il rifugio, il cielo è schiarito e un beneagurante raggio di sole illumina le cime.
Il vallone che porta al Colle di Finestra è ancora molto innevato per cui decidiamo che il giorno dopo torneremo alla Cima di Fenestrelle, già salita nel 2008.
Domenica sveglia alle 6,30. Gli scialpinisti sono già tutti partiti e li vediamo risalire i canali che adducono al Mont Gelas. In ordine sparso scendiamo a fare colazione poi ci prepariamo e per le 7,30 siamo pronti a partire.
Superato il ponticello ci troviamo al sole e ci fermiamo a spogliarci di qualche indumnento, c'è un'incredibile varietà di fiori multicolori, saliamo seguendo il tracciato della GTA in direzione del Colle di Fenestrelle.
Gianluca riconosce ogni fiore sul sentiero. I camosci intorno sono numerosi, ne vediamo sotto e sopra di noi, vediamo anche i poveri resti di un giovane non sopravissuto all'inverno: di lui non resta che la testa, tutto il resto è servito a nutrire volpi e corvi.
Arriviamo al colle dopo aver calcato la neve, breve sosta poi, piccozza in mano andiamo a prendere la ripida rampa che sale verso la Cima di Fenestrelle, il pendio è decisamente inclinato ma la neve è in condizioni ideali.
Cinque anni fa avevamo aggirato le roccette finali, quest'anno Gianni, il direttore, decide invece di risalirle direttamente, il tratto è breve e la difficoltà non supera il I grado. Anche gli allievi più restii se la cavano egregiamente. Finalmente siamo in vetta, il Mont Gelas ci si offre in tutta la sua imponenza, fra le cime satelliti spicca per la sua bellezza la Cima della Maladia.
Un breve pranzo e scendiamo per il versante Sud, anche questo, specie nel tratto iniziale è ripido, ma non vi sono roccette nè, tantomeno, neve per cui ci abbassiamo rapidamente.
Nel proseguio della discesa ci spostiamo più ad Ovest per approfittare dei nevai che scendono a valle, è l'occasione per far rivedere la tecnica di arresto con la piccozza, scendendo ci imbattiamo nei resti di una volpe, la povera bestia sembra essere stata predata da un rapace ma poi abbandonata.
In breve siamo al Praiet, sotto il rifugio, è il momento di un breve relax: chi mangia, chi mette i piedi a mollo nel torrente, chi schiaccia una pennica...alle due il direttore da il segnale di partenza e riprendiamo la discesa lungo la mulattiera, le marmotte in questo tratto sono molto numerose e si fanno fotografare facilmente.
A San Giacomo ci concediamo una birra accompagnata da una fetta della torta portata da Piera, quindi tutti in auto: si rientra a Varese.

Per una gita di Flora & Fauna il Parco delle Alpi Marittime è una garanzia, quest'anno gli stambecchi non erano tanto numerosi e confidenti come nel 2008 ma li abbiamo comunque visti e i camosci e le marmotte erano ben presenti.
I fiori poi sono stati una costante, salendo lungo la carrareccia vi erano praterie di ornitogalli, gerani, primule, ombrellifer ed orchidee.
Nelle zone più elevate la fioritura era più discreta ma estremamente ricca in varietà.
Ottimo il trattamento al rifugio che purtroppo risente un po' dell'esiguità degli spazi.

Tourengänger: paoloski, flyfr4


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