rifugio Schiazzera m.2077- monte Croce m.2279- alpe Salina m.2174- laghi Schiazzera m.2392
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Con gli amici Donatella e Davide ci rechiamo a Vervio,dove saliamo la lunga strada che conduce in val Saiento e a Susen: volevano fare un'escursione,ma dato che non conoscevo a quanto stavano ad allenamento (se riusciamo a farne una insieme è già tanto),pensai a qualcosa con un punto di appoggio. Giunti a Susen,a piedi percorriamo la sterrata,la quale con pendenza moderata ma con lunghi traversi,ci conduce al parcheggio di quota 2010. Gli ultimi 60 metri hanno una pendenza forte tra il 20% e il 35%,poi si perviene al pianoro dove è ubicato il rifugio Schiazzera m.2077,(ore 1,45) un tempo era una delle tante caserme della guardia di finanza che si trovano lungo il confine italo/svizzero. Questa zona era costituita anche da un sistema di mulattiere militari,inerenti alla prima guerra mondiale: è incredibile i chilometri di percorsi che sono stati costruiti a quel tempo. Dal rifugio noi saliamo per il monte Croce,raggiungendo la Forcarella (ore 0,30),poi in discesa con un paio di lunghi traversi,qualche tornante e saliscendi,raggiungiamo l'alpe Salina (ore 0,40). Dopo aver visitato il bivacco,molto spartano e pranzato,si decide per ritornare sui propri passi,raggiungendo la Forcarella da dove in breve si perviene al monte Croce. Qui chiedo agli amici cosa vogliono fare e la risposta è stata quella di proseguire per vedere i laghi: a quanto pare il mio passo riesce ad evitare lo stancarsi prematuramente,in modo tale da avere energie ulteriori per fare qualcosa in più,anche se non allenati. Proseguiamo lungo la mulattiera militare,la quale in leggera salita ma mai con strappi,contorna la testata della valle,senza mai annoiarci ma mostrandoci sempre il variare del panorama. Giungiamo a quota 2419,dove la militare si biforca (se avessi avuto tempo,sarei andato in esplorazione),noi da qui,cominciamo a scendere,vedendo prima il lago Fusino,poi pervenendo al lago Grande (ore 1,10): da questo punto,sempre avendo tempo,si può salire al passo Portun dal quale si vede il lago di Poschiavo. Dopo una breve sosta,scendiamo all'alpe Schiazzera dove purtroppo i malgari erano in giro e quindi non si è potuto fare acquisti caseari,proseguendo giungiamo al rifugio Schiazzera dove ci gustiamo una fresca birra con torta di noci. Qui Davide vuole capire come funziona la gestione con i volontari del Mato Grosso (che già gli spiegai precedentemente) e quando sentì da uno dei tanti volontari di questa grande associazione che tanto bene fa,rimase stupito da quello che disse: noi,spiega il volontario,a turni settimanali veniamo qui,e oltre al ricavato di ciò che mettiamo al servizio dei clienti,che va completamente a favore per costruire scuole ed ospedali in Perù,paghiamo il soggiorno,viveri compresi. Questo è volontariato,VERO E PURO,come scrissi tempo fa,fare del volontariato costa al nostro portafoglio,ma si anno grandi soddisfazioni sapendo che sarai contraccambiato con un semplice sorriso. Salutiamo e ripartiamo ma a quota 1900 prendiamo il sentiero per scendere a Susen,tanto per fare un percorso diverso. Per chi vuole,dal rifugio si può salire ai laghi direttamente in ore 1,45 e tornare per lo stesso o fare il giro al contrario: suggerisco,a meno che uno vuole intraprendere la traversata in val Grosina,di evitare di scendere all'alpe Salina. Il percorso fatto,se escludiamo l'alpe Salina è di ore 3,15 circa ed è fattibile a tutti senza problemi: data la lunghezza del percorso io lo segnalo come T3,ma il tracciato arriva al massimo a T2. Questo percorso è fattibile anche per gli amanti della muontain bike,partendo da Vervio,sono 15 km. fino al rifugio,poi possono proseguire seguendo le indicazioni per i laghi Schiazzera,percorrere la testata della valle e alla Forcarella,scendere (tratto di percorso non militare da fare con cautela o con bici in spalla) al rifugio Schiazzera.
Tourengänger:
Alberto

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