Pass Portun e Laghi Schiazzera


Publiziert von cai56 , 2. Oktober 2022 um 10:49. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Schweiz » Graubünden » Val Poschiavo
Tour Datum:26 September 2022
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:00
Aufstieg: 1389 m
Abstieg: 1391 m
Strecke:Circolare 17,55 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Tirano lungo le statali 36 e 38; al centro della città, ad un semaforo, si svolta a sinistra in direzione Baruffini. Da qui si prosegue verso Prà Baruzzo e Prà Campo. La strada (ex-militare) è asfaltata ma veramente molto stretta: forti difficoltà ad incrociare altri veicoli. Parcheggio presso la ex-caserma della GdF.

Del Pass Portun avevo sentito parlare nell'ambito di cronache di contrabbando e GdF, ma ancor più per essere un waypoint dell'ultratrail VV-ValtellinaValposchiavo: non ne avevo capito bene le modalità di transito e quindi... siamo andati a vedere. Se le (relative) difficoltà di percorso possono ancora essere accettate nell'ambito delle "attività transfrontaliere" illegali (peraltro ormai archiviate da decenni), le caratteristiche del passaggio dal versante svizzero - anche solo per la mia modesta esperienza personale - non mi sono sembrate compatibili con una corsa: infatti, una volta a casa, ho visto che la salita è dall'Italia, per poi scendere lungo il confine al Plan Cavalin dopo aver cavalcato un tratto di cresta accidentato sì, ma più agevole rispetto ai pendii di "visega" che ci hanno accompagnato nella nostra salita. Comunque: bellissimo anello che in salita si mostra più "wild" per l'evidente trascuratezza del sentiero e della segnaletica, mentre in discesa la presenza di una strada militare rende facile l'accesso ai popolari laghi di Schiazzera ed al non lontano rifugio. Discorso a parte merita il sentiero che collega l'Alpe Ghiaccia a Prá Campo: era bollato con i segni CAI, ma è stato dismesso (agli imbocchi le indicazioni sulle paline sono stati rimosse) per la presenza di tre diversi attraversamenti franosi ancora molto attivi; onestamente si può passare, ma almeno uno - il terzo - è davvero rischioso e probabilmente non ne vale la pena.


Dal piazzalino presso la ex-caserma si prosegue lungo la strada militare (ora sterrata) fino a raggiungere le baite alte di Prà Campo, dove si trasforma in sentiero che in breve, con qualche curva nel bosco, sale al meraviglioso ripiano di Plan Cavalin: il sentiero pianeggiante si addentra in direzione del non distinguibile confine, mentre altre vecchie tracce nell'erba si moltiplicano sulla destra per passare in Svizzera evitando - in altri tempi - i percorsi di ronda delle guardie di finanza. Entrati in una suggestiva foresta di abeti, dove il sottobosco è di mirtilli rododendri e ginepri su di un fondo di muschi e licheni, fa la sua comparsa la bollatura svizzera; la si segue su bel tracciato perdendo poche decine di metri e, attraversato il torrentello della Val di Braga, si raggiungono le cascine di Grüm Sot: si evita di arrivare fino alla visibile sterrata dell'alpeggio e si svolta bruscamente a destra per risalire i pascoli al limite del bosco per portarsi alla baita isolata di Grüm Sur. Da qui il sentiero inizia a compiere tornanti su tornanti su terreno gradualmente sempre meno boscoso per raggiungere il dosso erboso della parte bassa del Doss Magiur, cresta meridionale del Pizzo Ometto (o Banderola); guadagnati un paio di centinaia di metri di quota, il sentiero spiana un poco e, aggirando sulla sinistra la conca sassosa del Planasc (più in alto Ganda Plana) entra nell'anfiteatro fra il Pizzo Ometto e le anticime del Monte Masuccio. La bollatura del sentiero si dirada e spesso quel poco che si riesce ad individuare è piuttosto degradato: inoltre è difficile (impossibile) individuare la posizione del passo, essendo apparentemente probabili alcune diverse soluzioni. Il traverso scorre alla base - qui più rocciosa-  del Doss Magiur, con poche salite ripidissime alternate a lunghi trasferimenti in falsopiano: la traccia, ben poco visibile fra gli sdrucciolevoli ciuffi di "erba visega" ("fieno selvatico" - Festuca sp.) e frequenti colate di detrito dove la cotica erbosa è franata; gradualmente le ipotizzate possibilità di individuazione del passo si esauriscono e vengono lasciate alle spalle: alla fine ci si trasferisce sotto la verticale di un grosso ometto sul crinale e si risalgono gli ultimi cento metri su erbe ripidissime cercando di trovare il passaggio meno faticoso (casualmente - e senza logica - si trovano anche un paio di bolli di vernice). Dapprima, senza possibilità di scendere in Italia, si trova la palina indicante il Pass Portun 2640m, ma circa 50 metri più a sud, c'è la palina italiana del Passo Portone 2633m con la possibilità di scendere a Schiazzera; si tratta di un comodo sentiero militare ricavato nel pendio con lunghi traversi di pendenza costante e curve a gomito che si susseguono fino alla piana dei laghi. Si va a raggiungere, a fianco del più grande Lago Schiazzera, la stupenda mulattiera della GdF che, con partenza dalla ex-caserma, ora rifugio, di Schiazzera si spinge sino al fondo dell'adiacente Val Grosina; oltrepassati i più piccoli Lago Brodego (a destra) e Lago Fusino (a sinistra) la mulattiera scende, senza raggiungerli, fino all'altezza dell'Alpe e del Rifugio Schiazzera. Al bivio - siamo qui sul Sentiero Italia - proseguiamo in lieve salita verso destra e gradualmente ci portiamo sul versante valtellinese attraversando un boscoso vallone (Val di Ravion) che cala ripidamente fino al fondovalle geometricamente suddiviso negli appezzamenti di coltivazioni di mele. Dopo questo spostamento la strada inizia una netta discesa a tornanti nel bosco fino a riunirsi ad un secondo tracciato proveniente dal rifugio: siamo qui alla località Sovo dove si confluisce in una carrareccia militare; seguendola verso destra per alcune centinaia di metri si raggiungono i pascoli dell'Alpe Ghiaccia, dove si distacca sulla destra (palina che non dà indicazioni utili) un sentiero nei prati. Oltrepassata una baita si entra nel bosco e si inizia la traversata verso Prà Campo: la traccia, un tempo bollata CAI, ora è ben visibile solo nel bosco, ma all'aperto fra i cespugli e le vaste gande tende a scomparire con solo qualche ometto d'aiuto; ostacoli rilevanti sono i numerosi tronchi schiantati, e non rimossi, attraverso il passaggio e tre tragitti di frana: il primo poco distante dalla nicchia di distacco con l'incombenza di masso sul punto di crollare, ed il secondo come una sorta di ripido toboga di sabbia e sassi assolutamente instabili. Ma il peggio si trova, molto meno intuibile, nella terza situazione: il sentiero si arrampica sulle radici di un abete che vacilla al bordo superiore di una parete rocciosa sgretolata e non ancora caduta... Da qui in avanti tutto normale, con un bel sentierino nel bosco di conifere che, percorsa una valletta umida e muschiosa, va a terminare nella strada di accesso a Prà Campo, a cinque minuti dal parcheggio.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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andrea62 hat gesagt:
Gesendet am 4. Oktober 2022 um 09:43
Colori veramente belli in tante fotografie!
Ciao.

cai56 hat gesagt: RE:
Gesendet am 4. Oktober 2022 um 11:37
E fra qualche settimana, con i larici ingialliti, sarà ancora meglio...
Ciao.


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