Capanna Bovarina sotto la neve (ciaspole)
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Questa bella esperienza ci mancava, fare una bella ciaspolata mentre nevica.
Gia’ nell’ ultima escursione alla capanna Garzonera, visto il tempo incerto, ci siamo detti “sarebbe bello che nevicasse nell’ ultima mezz’ ora al ritorno, tanto per provare il piacere di camminare mentre nevica”.
Forse la neve l’ abbiamo evocata, o piu’ semplicemente (visto il meteo), siamo andati a cercarla …
Sabato vigiglia di Pasqua, il gruppo e’ al completo.
E’ anche una giornata particolare, il piu’ “anziano”, compie gli anni proprio oggi, superando le 5 decine …. +1
Destinazione Capanna Bovarina; e’ da tempo che si programmava, nessuno di noi ci e' mai stato, ora e’ venuto il momento.
Parcheggiamo a Campo Blenio, cielo veramente scuro, e senza promesse.
Il meteo che abbiamo costantemente monitorato tutti i giorni, non lascia speranze, nei migliore dei casi sara’ nuvoloso, ma le probabilita’ di pioggia (e neve in quota) sono date per certe.
Niente pero’ ci scoraggia, e alle 9:00 partiamo con le ciaspole allacciate agli zaini.
Si sale verso gli impianti di risalita, e quindi sulla strada (ovviamente innevata) che in estate porta all’ Alpe Pradasca.
Il percorso e’ evidente, ed in parte battuto da una motoslitta, ma le tracce non sono fresche.
Non c’e’ anima viva in giro, raggiungiamo prima localita’ Calcarida, poi Orsaria di Dentro, dove una fontana getta copiosa acqua fresca. Nel frattempo ha iniziato a nevischiare, mosche bianche ovunque.
Proseguiamo fino a Ponte Orsaria (ponte sul torrente Orsaria), a Q1465.
Qui troviamo la deviazione nel bosco per la capanna, e calziamo le ciaspole. Ora si sale, e si sale sul serio.
Si attraversa un bosco di larici, stupendo nel suo insieme, ed anche la neve che scende rende l’ atmosfera magica.
In breve siamo a Ronco di Gualdo, un meraviglioso gruppo di baite in legno. Gimmy ha qualche problema con le ciaspole, io mi attardo aspettandolo e recuperando fiato.
Le baite sono perfette, una di queste porta un cartello di benvenuto ed il tradizionale corno alpino appeso su una parete esterna.
Dopo Ronco di Gualdo, seguendo sempre deboli tracce, arriaviamo ad un ponticello in legno.
Un passaggio abbastanza delicato, il ponte si trova a vari metri sopra il torrente, ed e’ particolarmente ingombro di neve alta.
Attraversiamo uno alla volta con molta attenzione, nel poco spazio disponibile.
Dopo il ponte inizia il tratto piu’ impegnativo, soprattutto per la pendenza.
Risaliamo sempre seguendo deboli tracce, Paolo e Gimmy si alternano nel battere faticosamente neve fresca, che in parte seguono i pali della corrente elettrica poi deviano a destra ripidamente nel bosco.
Le seguiamo, ma dopo una dura salita, in parte anche aiutati dalle mani o a 4 zampe, ci rendiamo conto che le tracce svaniscono e da tempo non vediamo le indicazioni bianco-rosse del sentiero.
Tagliamo nel bosco per ritornare verso i pali della corrente, e dopo un lungo battere neve fresca troviamo una palina segnavia. Evviva.
Abbiamo ripreso il sentiero che collega l’ Alpe Pradasca con la capanna Bovarina (o Boverina).
Risaliamo il pendio, e devo proprio dire che la pendenza a tratti taglia il fiato, poi con ciaspole e neve fresca la fatica si moltiplica.
Arriviamo ad una baita, poco distante dalla capanna, di tracce non se ne vedono da tempo, ma seguiamo i pali della corrente e quelli della teleferica. Due ottimi riferimenti quando tutti i segnavia sono invisibili.
La neve ora cade copiosa, ed un po’ ci preoccupa per il ritorno, riusciremo a ritrovare le nostre tracce?
Si entra da sotto, dove un cunicolo nella neve ci porta all’ ingresso.
Tutto e’ perfettamente pulito, silenzioso e solitario. Nessuno in capanna oggi, altri pazzi come noi non ce ne sono ...
Al piano basso troviamo a sinistra lavandini e bagni, a destra il locale spogliatoio dove si lasciano gli scarponi ed il vestiario bagnato e sporco.
A disposizione ciabatte e zoccoli di ogni misura, ed un locale “essicatoio” dove fare asciugare il vestiaro umido. (curiosiamo, ma non lo usiamo).
Saliamo ai piani superiori, dopo aver lasciato gli scarponi negli appositi spazi, e curiosiamo le camere ed il locale cucina-pranzo.
Sara’ il freddo preso, il bisogno di calore, l’ ambiente cosi’ pulito, due enormi vetrate verso N e S dove svolazzano fiocchi sempre piu’ grandi, che tutto sembra perfetto, per non dire meraviglioso.
Pranziamo sulle grandi panche, come ho gia’ detto, da soli.
Per il compleanno festeggiamo con 3 prosecchini ed una torta, cosa si puo’ volere di piu’ da una festa di compleanno in quota?
L’ intenzione era di fermarsi forse un po’ meno, preoccupati della nevicata, ma nessuno di noi voleva staccarsi da quell’ atmosfera ...
Scendiamo molto rapidamente, le tracce sono ancora visibili ma via-via sempre piu’ coperte dalla neve fresca.
Ovviamente non ripetiamo il fuori-percorso della mattina, ma battiamo neve fresca seguendo i soliti pali della corrente.
Qualche bel scivolone, qualche risata, qualche passo che sprofonda di oltre un metro nella neve ( e che costringe a recuperare la ciaspola … calandosi nel buco).
Passiamo sempre con molta attenzione sul ponticello di legno e ritorniamo a Ronco di Gualdo, per riscendere nel bosco di larici fino ad Orsaria.
Manteniamo le ciaspole ai piedi, dalla mattina saranno scesi una ventina di cm din eve fresca e farinosa.
Dopo 1:45 siamo di nuovo a Campo Blenio, continua a nevicare, il paesaggio e' diverso da questa mattina, ci sono almeno 5cm di neve fresca sulla strada, sul piazzale e sulla vettura.
Una giornata da incorniciare, una bella esperienza, per Bob sicuramente un compleanno .... diverso dal solito.
Solito piccolo sommario:
Andata : 5,5Km (circa 500m di percorso errato),
3:25m di cui 40m di soste varie
Ritorno : 5Km 1:45m
Totale : 10,5Km 4:45 netti
Dislivello : relativo 780m
tante altre foto, cartine, file, diario sul nostro sito:
www.girovagando.net escursione #58




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