Mottarone da Omegna.
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Oggi si ritorna in zona Verbania per effettuare una salita al Mottarone partendo da Omegna, seguendo un itinerario che avevo visto su YouTube, postato dalla simpatica Daniela («Lo Stambecco del Lago Maggiore»), che mi era piaciuto sia per i panorami che per le caratteristiche dei luoghi attraversati ed inoltre per la novità dei posti (nessuno di noi c’è mai stato).
Orfani dei compagni della Girovagando, partiamo alle 7.45 da Omegna e saliamo una larga mulattiera verso l’Alpe Mastrolino che in breve raggiungiamo, con bella vista sul Lago d’Orta, trovando alcuni asini e capre che gironzolano liberamente.
Ripreso il percorso (Sentieri P2 e P5), il sentiero si stringe un po’ ed entra più decisamente nel bosco, aumentando le pendenze e dirigendosi verso una cresta rocciosa; sul percorso troviamo sul sentiero anche dei nastri appesi alle piante, relativi ad una manifestazione, il Trail del Mastrolino (una gara di 20 km che si correrà domenica 2 marzo), che però ad un certo punto abbandoniamo per portarci a cavallo di un dosso che si dirige verso una evidente cresta rocciosa.
Da qui in poi il sentiero diventa più ripido, passando in alcuni punti dove ci sono molte foglie, fino ad arrivare a superare tre tratti attrezzati con catene, belli in piedi ma mai esposti; giungiamo così ad un caratteristico spuntone roccioso (visibile anche dalla partenza) chiamato «l’Omo», dove termina la parte ripida del sentiero e da dove si gode davvero un bel panorama.
Fatta una doverosa sosta per uno snack, riprendiamo poi la salita su pendenze più moderate (mancano ancora 300 m) puntando all’antennone del Mottarone, che vediamo anche da qui, incontrando la prima neve.
Arrivati sull’arrotondata cima dove ci sono alberghi ed impianti sciistici e dove si arriva anche in auto (c’è un impianto aperto e qualcuno sta sciando), saliamo alla grande croce da cui oggi si gode davvero un grande panorama a 360° e, fatte le foto di rito riprendiamo subito la discesa (non siamo abituati a luoghi così affollati), trovando ancora neve portante, fino a giungere ad una palina segnavia dove giriamo a sinistra in direzione «Tre Alberi».
Anche questo primo tratto di discesa sarà molto caratteristico, perché dapprima si attraversa un paesaggio quasi lunare, rappresentato da placconate di granito disgregato, per poi inoltrarsi in un vasto bosco di betulle (qui intercettiamo anche l’arrivo del sentiero «Vertical») ed infine in un bosco misto di castagni e faggi.
Ed è finalmente verso le 13.15 che raggiungiamo l’Alpe del Barba, dove troviamo un bel tavolo con panchine ed acqua e dove ci fermiamo per il nostro pranzo con una lunga sosta, al termine della quale riprendiamo il nostro cammino passando per l’Alpe del Tredes e giungendo infime alla macchina.(altre note sul percorso nelle didascalie delle foto)
Giornata davvero bella (meteo perfetto e non fredda) che ci ha permesso di conoscere questo versante per noi ignoto, dall’aspetto selvaggio (almeno nella parte alta), caratterizzato da rocce di granito (il granito rosa di Baveno è moto apprezzato in edilizia) e belle zone boscose, con panorami sempre presenti verso il Lago d’Orta e la Valle Strona; non male anche la salita di 1250 m per 11 km di cammino percorsi lungo un anello in circa 6 ore (esclusa la sosta pranzo).
Orfani dei compagni della Girovagando, partiamo alle 7.45 da Omegna e saliamo una larga mulattiera verso l’Alpe Mastrolino che in breve raggiungiamo, con bella vista sul Lago d’Orta, trovando alcuni asini e capre che gironzolano liberamente.
Ripreso il percorso (Sentieri P2 e P5), il sentiero si stringe un po’ ed entra più decisamente nel bosco, aumentando le pendenze e dirigendosi verso una cresta rocciosa; sul percorso troviamo sul sentiero anche dei nastri appesi alle piante, relativi ad una manifestazione, il Trail del Mastrolino (una gara di 20 km che si correrà domenica 2 marzo), che però ad un certo punto abbandoniamo per portarci a cavallo di un dosso che si dirige verso una evidente cresta rocciosa.
Da qui in poi il sentiero diventa più ripido, passando in alcuni punti dove ci sono molte foglie, fino ad arrivare a superare tre tratti attrezzati con catene, belli in piedi ma mai esposti; giungiamo così ad un caratteristico spuntone roccioso (visibile anche dalla partenza) chiamato «l’Omo», dove termina la parte ripida del sentiero e da dove si gode davvero un bel panorama.
Fatta una doverosa sosta per uno snack, riprendiamo poi la salita su pendenze più moderate (mancano ancora 300 m) puntando all’antennone del Mottarone, che vediamo anche da qui, incontrando la prima neve.
Arrivati sull’arrotondata cima dove ci sono alberghi ed impianti sciistici e dove si arriva anche in auto (c’è un impianto aperto e qualcuno sta sciando), saliamo alla grande croce da cui oggi si gode davvero un grande panorama a 360° e, fatte le foto di rito riprendiamo subito la discesa (non siamo abituati a luoghi così affollati), trovando ancora neve portante, fino a giungere ad una palina segnavia dove giriamo a sinistra in direzione «Tre Alberi».
Anche questo primo tratto di discesa sarà molto caratteristico, perché dapprima si attraversa un paesaggio quasi lunare, rappresentato da placconate di granito disgregato, per poi inoltrarsi in un vasto bosco di betulle (qui intercettiamo anche l’arrivo del sentiero «Vertical») ed infine in un bosco misto di castagni e faggi.
Ed è finalmente verso le 13.15 che raggiungiamo l’Alpe del Barba, dove troviamo un bel tavolo con panchine ed acqua e dove ci fermiamo per il nostro pranzo con una lunga sosta, al termine della quale riprendiamo il nostro cammino passando per l’Alpe del Tredes e giungendo infime alla macchina.(altre note sul percorso nelle didascalie delle foto)
Giornata davvero bella (meteo perfetto e non fredda) che ci ha permesso di conoscere questo versante per noi ignoto, dall’aspetto selvaggio (almeno nella parte alta), caratterizzato da rocce di granito (il granito rosa di Baveno è moto apprezzato in edilizia) e belle zone boscose, con panorami sempre presenti verso il Lago d’Orta e la Valle Strona; non male anche la salita di 1250 m per 11 km di cammino percorsi lungo un anello in circa 6 ore (esclusa la sosta pranzo).
Tourengänger:
imerio

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