Tartano: tentativo alla Casera di Sona Alta


Published by cai56 , 21 January 2025, 18h04. Text and phots by the participants

Region: World » Italy » Lombardy
Date of the hike:16 January 2025
Hiking grading: T3+ - Difficult Mountain hike
Waypoints:
Geo-Tags: I 
Time: 5:15
Height gain: 682 m 2237 ft.
Height loss: 682 m 2237 ft.
Route:Circolare 11,32 km

La frequentazione invernale di Tartano non ha bisogno di incoraggiamenti, ma solo per quanto riguarda la Val Lunga; innegabilmente il numero e la qualità delle gite praticabili in questa direzione con racchette da neve o sci sono tanti e molto vari, in alcuni casi anche considerati del tutto sicuri dal punto di vista delle valanghe (anche se, molti anni fa, ricordo di averne vista molto da vicino una scendere dal Passo Tartano...). La Val Corta - subito divisa in Val di Lemma e Val Budria - invece gode certamente di minor favore: non del tutto a torto riguardo la quantità, ma le sue mete interessanti non mancano, pur essendo più nascoste e meno di richiamo. Già parecchi anni fa ero salito con gli sci al Passo di Sona (all'epoca nemmeno ufficialmente considerato, ma ora nominato come punto di passaggio dell'Alta Via della Val Tartano), ed anche allora non fu semplice districarsi fra pendenze non indifferenti e neve alta ed inconsistente; oggi, a piedi e senza racchette (errore!) per la gran quantità di ghiaccio, avevamo limitato la meta alla Casera di Sona Alta, ma la crosta non portante ed il solito accumulo di neve inconsistente ci hanno fermato a duecento metri in linea d'aria dall'alpe.
La difficoltà indicata si riferisce esclusivamente alle condizioni di orientamento, fatica e difficoltà odierne; normalmente T2.

  
Dal parcheggio ghiacciato della contrada Biorca si segue la pista forestale a fianco del torrente fino al bivio segnalato - palina del Parco delle Orobie Valtellinesi - nei pressi della contrada Bagini; si attraversa il torrente su di un ponte stretto e parzialmente innevato e si comincia a salire fra le baite sparse della contrada Barbera (alcune risalenti al '700, ma molto ammodernate). La mulattiera sale a sinistra a margine dei prati fra muretti a secco entrando brevemente nel bosco; in questo tratto conviene passare un poco a monte del torrente, dove transita la via estiva, perchè di norma pesantemente ghiacciata ed esposta sulle belle marmitte dei giganti visibili quando le acque sono libere. In breve la pendenza diminuisce e si segue in dolce salita la traccia (carrareccia di prosecuzione di quella della Val Corta) che percorre la Val di Lemma, fino ad oltrepassare il Giardino Botanico delle Orobie e raggiungere il secondo ponte; attraversatolo, si sale su terreno aperto (il sentiero estivo è segnalato sui sassi, in inverno si notano solo rari bolli sugli alberi) affiancando in successione due baite e poi entrando con parecchi saliscendi nel bosco, non lontano dal torrente ora solo parzialmente ghiacciato. Dopo aver scorto sul versante opposto la Casera di Lemma Bassa, ed averla oltrepassata di un paio di centinaia di metri, si intercetta il guado che ne proviene: con maggiori quantità di neve e sicura tenuta dell'attraversamento ghiacciato è di certo più comodo evitare il tratto dal secondo ponte a qui. Si inizia quindi a risalire il ripido bosco di rade conifere lungo un dosso arrotondato compreso fra due valloni: i traversi sono sempre più brevi e ripidi, talora con gradoni faticosi occultati sotto la neve. Alla quota presumibile di 1900 m circa la pendenza comincia a calare e, uscendo dal bosco, si affrontano i dossi fortemente innevati del vallone di sinistra (sud): il bordo della conca della Casera di Sona Alta è visibile ed a portata di mano, ma la progressione è troppo lenta e faticosa; oggi in generale non c'è particolare rischio di valanghe, ma trattenersi a lungo per tagliare pendii non ben trasformati è una situazione inutile.
Ci fermiamo e torniamo per la stessa via di salita.

Hike partners: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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