Via dei Monti Lariani 3 tappa
Poco più di quarant'anni fa, all'inizio degli anni '980, il CAI Como, le sezioni lariane ed un gruppetto di volenterosi decise che, non esistendo solo un Lago di Como rivierasco e quasi lussuoso (quello celebre, apprezzato e frequentato da tutti), era giunto il momento di rendere conosciuta ed agevolmente percorribile tutta la fascia pedemontana e dei "monti" (maggenghi, alpeggi stagionali intermedi), all'epoca in fase di avanzato e progressivo abbandono. L'organizzazione logistica programmata (quattro lunghissime tappe e assenza pressochè totale di punti di appoggio) fu subito di ostacolo alla sperata popolarità; col passare degli anni qualcosa di meglio si è verificato: qualche struttura di accoglienza (purtroppo prevalentemente stagionale) è stata organizzata, le tappe - pur non ufficialmente - sono diventate sei o sette (se si vuol partire direttamente da Como) e molto recentemente la "rinfrescata" di cui ha goduto il Sentiero Italia (di cui la VML fa parte) ha positivamente incrementato una segnaletica mai stata peraltro brillante. Permane però una scarsa frequentazione del percorso inteso come trekking, mentre numerosi tratti sono ben noti come escursioni a sè stanti; alcuni sentieri - accessi secondari o vie di fuga - sono praticamente scomparsi, sostituiti dalle numerose strade carrozzabili e piste forestali che hanno favorito una recente frequentazione di ritorno con recupero delle baite come case di vacanza.
Questa escursione, attraverso percorsi in parte del tutto abbandonati, sale a seguire la sezione più tecnica della terza tappa originale (quarta o quinta moderna) e ne scende lungo un sentiero recuperato all'interno del tracciato del Bregagno Mountain Trail.
Stagioni migliori per questo percorso certamente l'autunno e la primavera; l'estate è da escludere per le temperature eccessive legate alla bassa quota. L'inverno è comunque bellissimo, facendo attenzione alla non indifferente presenza di ghiaccio.
Dal piccolo piazzale di parcheggio si sale su di una rampa erbosa a fianco della strada di accesso e subito si entra nel bosco; dopo un breve tratto molto frequentato (ed alterato) da recenti lavori di esbosco, la traccia, pur riconoscibile con facilità, si rende palesemente assai trascurata: muretti crollati ed accumulo di fogliame pluriennale non lasciano dubbi. Persa momentaneamente la via, risaliamo facilmente nel rado bosco fino ad incrociare un sentiero proveniente da un terzo e ben più disagevole parcheggio di Vezzedo, lo seguiamo verso sinistra e subito troviamo qualche impegno nell'attraversare il canale, eroso da una piena improvvisa dello scorso agosto, della Valle delle Vacche: sulla riva opposta, ad attraversamento avvenuto, si nota su di in albero un'ordinanza del sindaco a vietare il transito (interessante: dopo e non prima...). Il sentiero, diventato veramente comodo, transita in mezzo ad alcuni affioramenti rocciosi lisci ed ondulati, per poi dirigersi fra sempre più frequenti terrazzamenti verso il lungo vicolo principale della parte antica della contrada Gallio. Circa in centro all'abitato, in assenza di segnaletica e dopo qualche inutile vagare di ricerca, si prende una scalinata e rapidamente si torna fra i i boschi lungo una stupenda mulattiera acciottolata e gradinata; dopo qualche tornante, sempre con salita piuttosto ripida, si raggiungono in vicina sequenza i due nuclei di Maso e Camnasco, ambedue particolarmente suggestivi nell'aspetto ed ostici nella ricerca della corretta direzione. La salita prosegue nel bosco senza significative particolarità fino ad immettersi nella carrozzabile proveniente da Rezzonico: occorre seguire l'asfalto, oltrepassati a lato i Monti di Gallio, fino a Montuglio, normale punto dipartenza per il Rifugio La Canua ed uno degli accessi al Monte Bregagno. Qui si intercetta la terza tappa ufficiale della Via dei Monti Lariani (Breglia-Garzeno): al primo tornante si imbocca una pista sterrata e pianeggiante che accompagna alla bellissima e vasta estensione dei prati che circondano i Monti di Gugiallo. Proseguendo su sentiero, in continuo saliscendi, si attraversa un suggestivo bosco di betulle e gradualmente ci si addentra ad attraversare la Val Vezzedo, che, dopo un facile guado, accompagna fino ad uscire sui pascoli di Luina e, poco oltre, alle baite dei Monti di Bracco; dopo l'immissione su di una pista proveniente da Samaino ed usufruendo di qualche scorciatoia, ci si affaccia al terrazzo panoramico che ospita la chiesetta di San Domenico. Raggiunto in breve l'esteso agglomerato di baite di Piazzucco, il sentiero poi si addentra in Val Quadrella, fittamente alberata, fino ad incontrare un brusco e parzialmente roccioso cambio di pendenza: una catenella aiuta a districarsi tra floridi cespugli di rododendro e blocchi di roccia che, assieme a due guadi (che, a seconda della stagione, possono risultare particolarmente ostici, se non impossibili) forma la cosiddetta "Porta Livera", uno dei passaggi-chiave dell'intera VML. L'opposto versante della valletta presenta subito una ripida risalita che termina solo nella luminosa pineta-lariceto dei Monti di Naro: fra le baite sparse, prima di cercare la via di discesa, saliamo ad un cocuzzolo erboso particolarmente panoramico. Con ben poca evidenza del percorso, si scende fra i ripidi prati a valle di un roccolo, trovando, all'ingresso in un castagneto, un buon sentiero che scende - ben indicato da targhette bolli color arancione del Bregagno Mountain Trail - con ampie curve fino ai prati dei Monti Nassina; proprio a fianco della chiesetta di San Bernardino si trova la pista sterrata di accesso veicolare al maggengo: seguendola in discesa, nei pressi dei Monti Resdone, si ritrova il sentiero. Dopo una nuova serie di ampie curve nel bosco, sfiorati i Monti Boghe, si raggiunge il termine di una strada asfaltata: dopo le prime due abitazioni a sinistra il sentiero riprende nei prati e quindi nel bosco compiendo un'ampia ansa in senso orario, che si conclude, attraversata di nuovo la Val Quadrella, alle prime abitazioni di Samaino; in ambito urbano, seguendo Via Roma e poi Via delle Selve, si torna al punto di partenza.
Questa escursione, attraverso percorsi in parte del tutto abbandonati, sale a seguire la sezione più tecnica della terza tappa originale (quarta o quinta moderna) e ne scende lungo un sentiero recuperato all'interno del tracciato del Bregagno Mountain Trail.
Stagioni migliori per questo percorso certamente l'autunno e la primavera; l'estate è da escludere per le temperature eccessive legate alla bassa quota. L'inverno è comunque bellissimo, facendo attenzione alla non indifferente presenza di ghiaccio.
Dal piccolo piazzale di parcheggio si sale su di una rampa erbosa a fianco della strada di accesso e subito si entra nel bosco; dopo un breve tratto molto frequentato (ed alterato) da recenti lavori di esbosco, la traccia, pur riconoscibile con facilità, si rende palesemente assai trascurata: muretti crollati ed accumulo di fogliame pluriennale non lasciano dubbi. Persa momentaneamente la via, risaliamo facilmente nel rado bosco fino ad incrociare un sentiero proveniente da un terzo e ben più disagevole parcheggio di Vezzedo, lo seguiamo verso sinistra e subito troviamo qualche impegno nell'attraversare il canale, eroso da una piena improvvisa dello scorso agosto, della Valle delle Vacche: sulla riva opposta, ad attraversamento avvenuto, si nota su di in albero un'ordinanza del sindaco a vietare il transito (interessante: dopo e non prima...). Il sentiero, diventato veramente comodo, transita in mezzo ad alcuni affioramenti rocciosi lisci ed ondulati, per poi dirigersi fra sempre più frequenti terrazzamenti verso il lungo vicolo principale della parte antica della contrada Gallio. Circa in centro all'abitato, in assenza di segnaletica e dopo qualche inutile vagare di ricerca, si prende una scalinata e rapidamente si torna fra i i boschi lungo una stupenda mulattiera acciottolata e gradinata; dopo qualche tornante, sempre con salita piuttosto ripida, si raggiungono in vicina sequenza i due nuclei di Maso e Camnasco, ambedue particolarmente suggestivi nell'aspetto ed ostici nella ricerca della corretta direzione. La salita prosegue nel bosco senza significative particolarità fino ad immettersi nella carrozzabile proveniente da Rezzonico: occorre seguire l'asfalto, oltrepassati a lato i Monti di Gallio, fino a Montuglio, normale punto dipartenza per il Rifugio La Canua ed uno degli accessi al Monte Bregagno. Qui si intercetta la terza tappa ufficiale della Via dei Monti Lariani (Breglia-Garzeno): al primo tornante si imbocca una pista sterrata e pianeggiante che accompagna alla bellissima e vasta estensione dei prati che circondano i Monti di Gugiallo. Proseguendo su sentiero, in continuo saliscendi, si attraversa un suggestivo bosco di betulle e gradualmente ci si addentra ad attraversare la Val Vezzedo, che, dopo un facile guado, accompagna fino ad uscire sui pascoli di Luina e, poco oltre, alle baite dei Monti di Bracco; dopo l'immissione su di una pista proveniente da Samaino ed usufruendo di qualche scorciatoia, ci si affaccia al terrazzo panoramico che ospita la chiesetta di San Domenico. Raggiunto in breve l'esteso agglomerato di baite di Piazzucco, il sentiero poi si addentra in Val Quadrella, fittamente alberata, fino ad incontrare un brusco e parzialmente roccioso cambio di pendenza: una catenella aiuta a districarsi tra floridi cespugli di rododendro e blocchi di roccia che, assieme a due guadi (che, a seconda della stagione, possono risultare particolarmente ostici, se non impossibili) forma la cosiddetta "Porta Livera", uno dei passaggi-chiave dell'intera VML. L'opposto versante della valletta presenta subito una ripida risalita che termina solo nella luminosa pineta-lariceto dei Monti di Naro: fra le baite sparse, prima di cercare la via di discesa, saliamo ad un cocuzzolo erboso particolarmente panoramico. Con ben poca evidenza del percorso, si scende fra i ripidi prati a valle di un roccolo, trovando, all'ingresso in un castagneto, un buon sentiero che scende - ben indicato da targhette bolli color arancione del Bregagno Mountain Trail - con ampie curve fino ai prati dei Monti Nassina; proprio a fianco della chiesetta di San Bernardino si trova la pista sterrata di accesso veicolare al maggengo: seguendola in discesa, nei pressi dei Monti Resdone, si ritrova il sentiero. Dopo una nuova serie di ampie curve nel bosco, sfiorati i Monti Boghe, si raggiunge il termine di una strada asfaltata: dopo le prime due abitazioni a sinistra il sentiero riprende nei prati e quindi nel bosco compiendo un'ampia ansa in senso orario, che si conclude, attraversata di nuovo la Val Quadrella, alle prime abitazioni di Samaino; in ambito urbano, seguendo Via Roma e poi Via delle Selve, si torna al punto di partenza.
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