Schafberg (2591 m) – Skitour
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È una giornata serena e priva di vento, ma la temperatura alla partenza da Realp, nell’alta Valle d’Orsera, è decisamente rigida.
Inizio dell’escursione: ore 9:10
Fine dell’escursione: ore 14:30
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1029 hPa
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 1600 m
Temperatura alla partenza: -12°C
Temperatura al rientro: -2°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 7.54
Tramonto del sole: 16.38
Sveglia alle 5:30, partenza da casa alla 6:35, arrivo a Realp alle 8:40, dopo 136,4 km d’auto, compresa una sosta caffè di 15 minuti.
Lo storico parcheggio sul lato sud del villaggio, al di là del ponte sulla ferrovia, attualmente è occupato da un cantiere; conviene quindi parcheggiare all’ingresso del paese.
Alle 9:11 calzo gli sci e mi avvio sulla strada innevata del Passo della Furka, ancora nell’ombra mattutina. Mi fermo spesso per scattare delle foto paesaggistiche, ma anche per riprendere le gigantografie che ritraggono James Bond, immortalato durante le scene del film Goldfinger (1964) girate su questa strada. Alla quota di 1800 m, dopo un’ora dalla partenza, l’abbandono e seguo la ripida traccia diretta che taglia i tornanti. La neve è polverosa, non ci sono sassi emergenti né placche di ghiaccio. In ulteriori trenta minuti pervengo all’ex Hôtel Galenstock (1998 m).
È un piacere spingere gli sci con questo sole su una bella traccia disegnata nella neve polverosa.
Da qui via il percorso si allontana dalla strada del passo e punta a NW, in forte salita, fra massi e rocce affioranti. È la mia terza escursione scialpinistica della stagione; l’allenamento in questa disciplina non è quindi ancora al top. Ciò nonostante tengo duro e persevero con grande impegno. Ad un certo punto devo interrompere la sciata per applicare la paraffina alle pelli di foca. Un principio di zoccolo frena infatti lo scivolamento. Risolto il problema continuo con rinnovato entusiasmo. Il paesaggio è grandioso. Lo sguardo è spesso rivolto al maestoso Galenstock (3586 m), un tremila che mi è rimasto nel cuore, se non altro perché lo raggiunsi da ragazzo, nell’ambito di un corso d’alpinismo.
Osservo le impronte di una lepre bianca. Non riesco tuttavia a scorgere animali selvatici, nemmeno la pernice bianca, che fotografai in questa zona anni fa.
Incrocio i primi sciatori, partiti prima di me, che mi rassicurano sulla buona qualità e sullo spessore della neve; essa ricopre sufficientemente i sassi lungo la traccia.
Finalmente vedo la struttura sommitale della mia meta, caratterizzata da massi rocciosi e da una robusta croce lignea. Continuo in direzione nord e dopo un breve tratto in discesa affronto gli ultimi cento metri di salita.
Dopo 3 h 35 min di cammino, superato il risalto roccioso, senza gli sci, posso affermare per l’ennesima volta Schafberg (2591 m) geschafft!

Schafberg (2591 m)
Ad una distanza di 550 m in linea d’aria, ben mimetizzata con le rocce della valle, è ubicata l’Albert-Heim-Hütte (2542 m), del CAS, Sezione UTO.
Mi soffermo in vetta per una mezz’oretta, quindi affronto la lunga discesa di 8,7 km. La buona visibilità mi permette di evitare i massi e le rocce affioranti. Poco prima dell’Hôtel Galenstock riesco pure a piazzare qualche scodinzolo.
A partire dall’hôtel fatiscente imbocco la strada del passo, non ripulita dalla neve, che mi permette di percorrere gli ultimi chilometri in totale relax, con un minor dispendio di energie.
Per l’ennesima volta alla cima Auf den Stöcken (2591 m) / Schafberg, nel suggestivo paesaggio dell’alta Val d’Orsera, oggi impreziosito da una magnifica giornata.
Tempo totale: 5 h 20 min
Tempo di salita: 3 h 35 min
Tempi parziali
Realp (1541 m) – Hôtel Galenstock (1998 m): 1 h 30 min
Hôtel Galenstock (1998 m) – Schafberg (2591 m): 2 h 05 min
Dislivello in salita: 1034 m
Sviluppo complessivo: 15,8 km
Difficoltà: F
SLF: 2 (moderato)
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Coordinate Schafberg: 678'960 / 162'153
Libro di vetta: no

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