Chiareggio: anello fra alpeggi trascurati
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Chiareggio, frazione fin troppo turistica di Chiesa in Valmalenco, presenta una immensità di escursioni possibili, ma, al di fuori dalle "solite" quattro o cinque, si possono trovare - pur ben indicati e segnalati - molti itinerari a torto trascurati e comunque meritevoli di visita, non fosse altro che per i punti di vista panoramici diversamente prospettici. Questa gita, che si presenta come semi-sconosciuta variante dell'Alta Via della Valmalenco, è un bel percorso che può variare - con un po' di fatica in più - la popolare escursione al Rifugio Gerli-Porro, salendo all'Alpe Sentieri permettendo così di poter osservare il riposto versante meridionale (con ancora qualche residua lente glaciale) della costiera compresa fra Monte Sissone e Cima di Vazzeda.
A noi la completezza di questo anello non è riuscita a causa della segnaletica concepita solo per i passaggi estivi, risultando completamente coperta dalla pur non molta neve, che, in aggiunta alla totale novità dell'itinerario, ci ha lasciati incerti sulla direzione fra l'Alpe Sentieri e l'Alpe Zocca.
Risalendo dal parcheggio a fianco del Mallero all'altezza di un albergo, si volge a sinistra in direzione del Passo del Muretto: si tratta di una bella strada sterrata di origine militare (GdF), più volte rimaneggiata negli anni e corrispondente ad un plurisecolare passaggio commerciale diretto a nord delle Alpi. Costeggiato al margine destro l'ampio Pian del Lupo, si seguono due serie di tornanti intervallati da un lungo spostamento verso l'interno della valle fino a raggiungere un incrocio di sentieri nei pressi dell'Alpe dell'Oro: trascurata ogni altra direzione, si imbocca un sentierino sulla sinistra che - inizialmente molto incavato nel pendio - scende ripido fino ad intraprendere una lunga traversata (sentiero stretto ed a tratti esposto) che conduce al torrente di fondovalle. In un'area tormentata dalle piene del torrente - ovunque massi e tronchi divelti - si attraversa una passerella arrivando poco al disotto delle baite dell'Alpe Monte Rosso inferiore; lasciando a destra la prosecuzione per l'Alpe Monte Rosso superiore ed il Passo del Forno, con qualche incertezza si volge a sinistra fra massi e cespugli di rododendro arrivando ad un insidioso (a causa della dubbia tenuta della copertura di ghiaccio) guado del rio della Val Bona. Il sentiero prosegue in blanda discesa nelle dirette vicinanze del fondovalle, sempre piuttosto accidentato, arrivando infine agli amplissimi terreni dell'Alpe Vazzeda inferiore, con un paio di baite riattate e tutte le altre ridotte a rudere; da qui, dopo l'attraversamento di un ponte di travi, si imbocca la direzione per il Rifugio Tatrtaglione-Crispo, lasciando la destra la via principale per il Passo del Forno ed a sinistra la discesa diretta a Chiareggio. Il sentiero si avvia quindi ad una traversata - sconnessa e tormentata da qualche frana - a convergere nella larga mulattiera di accesso al rifugio: per raggiungerlo si effettua una breve deviazione sul dosso che lo ospita; proseguendo in direzione di Chiareggio si raggiungono le poche baite di Laresin sul fondo della Val Sissone, dove il greto del torrente assume una spropositata larghezza a causa dell'alluvione del 2023. A questo punto è inutile seguire le indicazioni presenti (non aggiornate dopo l'evento di piena) perchè il ponte cartografato risulta divelto ed impraticabile: si attraversa quindi la larga briglia appena costruita proprio di fronte a Laresin e si prosegue su di un abbozzo di pista forestale che si avvia a risalire il versante settentrionale dello sperone boscoso posto a cuneo fra le Valli Sissone e Ventina. La traccia scavata, pur recente, presenta da subito frane cedimenti e crolli di alberi, ma fortunatamente in breve si recupera (freccia di legno su di un abete) il vecchio passaggio per l'Alpe Sentieri; si sale senza tregua lungo una sequenza di tornanti posti a breve distanza l'uno dall'altro fino a raggiungere la piccola conca dell'Alpe Sentieri, posta in posizione privilegiata di fronte al Monte Sissone, la Cima di Rosso, la Cima di Vazzeda, la vasta massa del Monte dell'Oro-Sassa di Fora, fino alla caratteristica costiera Tremogge-Malenco-Entova.
Vista l'impossibilità di trovare la corretta direzione per proseguire fino alla Val Ventina, ripercorriamo la via di salita tornando a Laresin; qui non rimane che seguire la carrareccia per Chiareggio passando per Forbesina e nuovamente per il Pian del Lupo.
A noi la completezza di questo anello non è riuscita a causa della segnaletica concepita solo per i passaggi estivi, risultando completamente coperta dalla pur non molta neve, che, in aggiunta alla totale novità dell'itinerario, ci ha lasciati incerti sulla direzione fra l'Alpe Sentieri e l'Alpe Zocca.
Risalendo dal parcheggio a fianco del Mallero all'altezza di un albergo, si volge a sinistra in direzione del Passo del Muretto: si tratta di una bella strada sterrata di origine militare (GdF), più volte rimaneggiata negli anni e corrispondente ad un plurisecolare passaggio commerciale diretto a nord delle Alpi. Costeggiato al margine destro l'ampio Pian del Lupo, si seguono due serie di tornanti intervallati da un lungo spostamento verso l'interno della valle fino a raggiungere un incrocio di sentieri nei pressi dell'Alpe dell'Oro: trascurata ogni altra direzione, si imbocca un sentierino sulla sinistra che - inizialmente molto incavato nel pendio - scende ripido fino ad intraprendere una lunga traversata (sentiero stretto ed a tratti esposto) che conduce al torrente di fondovalle. In un'area tormentata dalle piene del torrente - ovunque massi e tronchi divelti - si attraversa una passerella arrivando poco al disotto delle baite dell'Alpe Monte Rosso inferiore; lasciando a destra la prosecuzione per l'Alpe Monte Rosso superiore ed il Passo del Forno, con qualche incertezza si volge a sinistra fra massi e cespugli di rododendro arrivando ad un insidioso (a causa della dubbia tenuta della copertura di ghiaccio) guado del rio della Val Bona. Il sentiero prosegue in blanda discesa nelle dirette vicinanze del fondovalle, sempre piuttosto accidentato, arrivando infine agli amplissimi terreni dell'Alpe Vazzeda inferiore, con un paio di baite riattate e tutte le altre ridotte a rudere; da qui, dopo l'attraversamento di un ponte di travi, si imbocca la direzione per il Rifugio Tatrtaglione-Crispo, lasciando la destra la via principale per il Passo del Forno ed a sinistra la discesa diretta a Chiareggio. Il sentiero si avvia quindi ad una traversata - sconnessa e tormentata da qualche frana - a convergere nella larga mulattiera di accesso al rifugio: per raggiungerlo si effettua una breve deviazione sul dosso che lo ospita; proseguendo in direzione di Chiareggio si raggiungono le poche baite di Laresin sul fondo della Val Sissone, dove il greto del torrente assume una spropositata larghezza a causa dell'alluvione del 2023. A questo punto è inutile seguire le indicazioni presenti (non aggiornate dopo l'evento di piena) perchè il ponte cartografato risulta divelto ed impraticabile: si attraversa quindi la larga briglia appena costruita proprio di fronte a Laresin e si prosegue su di un abbozzo di pista forestale che si avvia a risalire il versante settentrionale dello sperone boscoso posto a cuneo fra le Valli Sissone e Ventina. La traccia scavata, pur recente, presenta da subito frane cedimenti e crolli di alberi, ma fortunatamente in breve si recupera (freccia di legno su di un abete) il vecchio passaggio per l'Alpe Sentieri; si sale senza tregua lungo una sequenza di tornanti posti a breve distanza l'uno dall'altro fino a raggiungere la piccola conca dell'Alpe Sentieri, posta in posizione privilegiata di fronte al Monte Sissone, la Cima di Rosso, la Cima di Vazzeda, la vasta massa del Monte dell'Oro-Sassa di Fora, fino alla caratteristica costiera Tremogge-Malenco-Entova.
Vista l'impossibilità di trovare la corretta direzione per proseguire fino alla Val Ventina, ripercorriamo la via di salita tornando a Laresin; qui non rimane che seguire la carrareccia per Chiareggio passando per Forbesina e nuovamente per il Pian del Lupo.
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