Una sgambettata in solitaria: da Bellinzona a Mesocco

Sabato Rita ha nuovamente una giornata di studio, per cui sono libero... Ho voglia di sgambettare, e il primo piano prevede di partire da Airolo, e fare tutta la via Alta fino a Biasca in una giornata. Ma la neve di lunedi e mercoledi taglia alla base il progetto. Così ripiego sull'idea di farmi la Bellinzona - Mesocco, 40 chilometri lineari, e 50 chilometri di sforzo (considerando i dislivelli). Escursione tranquilla, tutta T1, che mi permette vie di fuga ad ogni paese, se non dovessi farcela.

Partenza alle 7:25 da casa, prendo subito la diga del Ticino in direzione di Arbedo, fermata caffé, poi via lungo il sentiero che corre sulla sinistra orografica della Mesolcina, sponda che terrò fino a Soazza. Alle 9:30 sono a Roveredo, pausa caffé, tanto non ho mica fretta...

Subito dopo aver passato la Moesa, mi trovo di fronte al cantiere dell'imbocco Nord della nuova galleria passante di Roveredo. Posso andare a sinistra, verso il ponte che mi porta sulla cantonale, o a destra, seguendo il sentiero che porta verso Grono passando dallo stand di tiro. Giro a destra, e subito dopo lo stand mi trovo una rete di protezione che chiude il sentiero. Di fare la cantonale non ne ho voglia, decido di aggirare la rete passando sopra il portale della galleria.

Risultato: mi imbrugo di brutto, ci impiego 25 minuti, pendenze micidiali, camminata in equilibrio sul cavo di base per guadare due torrenti, discesa a 80° per evitare un traverso pericolossisimo, mani e sedere pieni di aghi di ricci di castagno. Quando sono al culmine, guardo verso il ponte, e vedo che sulla sua destra, prima di attraversarlo, parte il sentiero che costeggia il cantiere e che in 3 minuti di cammino lo circonvalla... Maledizioni mentali per il tempo perso: ma un cartello non lo si può mettere, vero? Però... Scendo finalmente sul sentiero, e mi rendo conto di aver fatto qualcosa che appena un anno fa non avrei osato. E non ho avuto strizze da vertigini, non ostante in diversi punti avrebbero dovuto scattare. Sono guarito finalmente? Lo spero proprio.

Sul sentiero mi rendo conto ad ogni modo, che il passaggio fuori pista ha chieso tributo: le gambe sono già appesantite. Pensavo di iniziare a sentiere questo affaticamento verso Lostallo, e invece... La vita riserba sempre prove e lezioni, ogni giorno.

Alle 11:30 sono davanti a Cama. La prima idea era quella di fermarmici per mangiare una minestra a mezzogiorno, ma è troppo presto. Poi, ho paura che se mi fermo, le gambe si appesantiscano ancor di più. Tiro dritto, e verso le 13:00 mi fermo per pranzo poco prima di Lostallo, in un bel insediamento con parco giochi. Quindici minuti per due panini, il thé caldo, un po' di frutta secca, e via. Le gambe si sono indurite durante la fermata, in più parte la digestione, e inizio a sentire freddo.

Alle 13:45 sono davanti a Lostallo, le gambe cominciano a diventare durette forte. Tiro dritto, aggiro anche Cabbiolo, e mi ritrovo davanti ad un ponticello che porta alla cantonale. Arriva una copia da Soazza, chiedo informazioni. Mi consigliano di fare il giro largo, prendendo la stessa via che hanno percorso loro, poi a Soazza salire a Mesocco seguendo la massicciata della ex-ferrovia della Mesolcina. Ottima idea, i treni non possono superare più di una certa pendenza, per cui la salita dovrebbe essere tranquilla, ed evito la strada cantonale.

Verso le 14:40 sono a Soazza, dopo diversi tornanti, ed una bella chiaccherata con il signore che ha acquistato l'ex casa delle guardie di confine, vicentino verace trapiantato da noi da 50 anni, e simpaticissimo, il quale, non sapendo che sono astemio, mi invita per "un'ombreta"...

Parto lungo la massicciata, in effetti la pendenza è gradevole, ma le gambe cominciano a mandare fitte, e sono dure come cemento: maledetto l'aggiramento del portale Nord. Stringo i denti, ormai mancano pochi chilometri, non si molla adesso. Mi fermo per lasciar andare avanti una famiglia con figlio caragnone che rompe, poi riparto quando non li sento più. Il sole è già calato da un po', e il freddo comincia a diventare pungente. Lungo la massicciata anche resti di neve dell'inizio settimana, ma pochi centimetri.

  Alle 15:40 sono a Mesocco. Tolte le pause, e la perdita di tempo per l'aggiramento non standard del portale, ho impiegato 6 ore per 35 chilometri: bella media, credo.

Non faccio in tempo a guardarmi intorno e riflettere se andare a spararmi in vena la minestra, che arriva la corsa diretta Coira - Bellinzona. Salto su, e via verso Bellinzona, guardando i luoghi che ho passato come una pellicola che viene riavvolta velocemente... Arrivo a casa alle 16:45, pulisco bene il sacco ed i pantaloni, che hanno raccolto un bel po' di terra durante la discesa a toboga.

A Mesocco ho visto che mancherebbero solo 16 chilometri fino a San Bernardino. Ci sono anche 800 metri di dislivello: magari in primavera provo a farmela tutta in una giornata, da Bellinzona a San Bernardino.