Lago della Manzina (2785 m) – Bike & Hike


Publiziert von siso , 22. September 2024 um 22:25.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 7 September 2024
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Mountainbike Schwierigkeit: WS - Gut fahrbar
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:15
Aufstieg: 1438 m
Strecke:Santa Caterina Valfurva (1740 m) – Capucc (1798 m) – Resamoga (1832 m) – Molinelli (1943 m) – Rifugio Stella Alpina (2061 m) – Area Picnic Forni (2150 m) – Rifugio Forni (2178 m) – Baite dei Forni (2212 m) – Baita Cedèc (2450 m) – Rifugio Pizzini (2706 m) – Sentiero Panoramico 528 – La Caserma (rovine) (2540 m) – Lago della Manzina (2785 m) – Pradaccio di Sopra (2208 m) – Pradaccio di Sotto (2175 m) – Rifugio Stella Alpina (2061 m) – Santa Caterina Valfurva (1740 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Bormio imboccare la SP 29 che immette nella Valfurva; Santa Caterina Valfurva dista circa 12 km.
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Pizzini-Fràttola; Rifugio Albergo Ghiacciaio dei Forni (66 posti letto); Rifugio Stella Alpina.
Kartennummer:TABACCO 08 – Ortles-Cevedale, 1:25000; Kompass 72 C2 – Ortles-Cevedale, 1:50000.

Finalmente delle ottime condizioni meteo hanno favorito la mia ultima escursione estiva nella Valle dei Forni, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio.

Ne approfitto, allungando il percorso fino al Rifugio Pizzini, per fotografare lo straordinario Gran Zebrù (3851 m) senza la sua frequente cappa di nubi.

 

Inizio dell’escursione: ore 8.40

Fine dell’escursione: ore 14.55

Velocità media del vento: 5 km/h

Sorgere del sole: 6.46

Tramonto del sole: 19.45

 

La gita inizia a Santa Caterina Valfurva (1740 m), con una capatina dal meccanico, per la sostituzione delle pastiglie dei freni a disco anteriori. Il gentilissimo tecnico, oltre all’immediato e rapido lavoro, mi dà delle utili dritte sull’escursione che intendo fare.

Alle 8:40 imbocco la strada della Valle dei Forni, indicata anche come sentiero no. 566. Il nome della valle, così come quello del ghiacciaio e delle cime, deriva dalla presenza di alcuni forni fusori, attivi ancora nel ‘700.

Il fondo perfetto della carreggiata mi permette di superare i tratti più ripidi senza problemi.

In 27 minuti arrivo al Rifugio-Albergo dei Forni. Vedo già numerose auto giunte fino al piazzale alto, all’ingresso dell’albergo. Eh già, oggi è sabato e l’affluenza si moltiplica.

Lo sguardo verso l’alta Valle dei Forni con il ghiacciaio omonimo, i cembri e il Torrente Frodolfo basterebbe da solo per giustificare la meta scelta. Ma sono solo all’inizio dell’escursione, il più bello deve ancora arrivare.

Sulla sterrata della Valle Cedèc oggi pedalo senza soste; l’obiettivo primario è a meno di tre chilometri in linea d’aria dal Rifugio Pizzini, oggi non mi sfugge!

Alle 9:53 pervengo al Rifugio Pizzini-Fràttola (2706 m); proseguo per ulteriori 100 m, quindi scendo di sella e osservo con il telefonino puntato una delle meraviglie del parco, forse la meraviglia per eccellenza: il Gran Zebrù (3851 m). C’è da rimanere ammutoliti. Sulla sua vetta brilla una croce bianca, che si staglia sul cielo azzurro.

                                               Gran Zebrù (3851 m)

Non credo che la salita alla Königsspitze, il suo nome tedesco, sia nelle mie corde (durata 5 h 30 min; difficoltà: 5/6; dislivello: 1680 m, pendenza fino a 55°). Nutro ovviamente un po’ di invidia per coloro che sono capaci di scalarlo, persino in inverno, con gli sci, fino a poco sotto la cima.

Dopo un quarto d’ora di contemplazione mi riprendo e mi oriento sulla meta prevista per oggi. Dal ponte poco sotto il rifugio, imbocco per la prima volta il cosiddetto sentiero panoramico, l’S528.

Che bella sorpresa: è un sentiero spettacolare, facilmente percorribile anche con la mtb. Fatta eccezione per brevi tratti dove ci sono degli affioramenti rocciosi. Pedalo con davanti agli occhi i ghiacciai della Valle dei Forni, passando da biotopi, pascoli e rocce montonate.

Alle 10:38, più o meno a metà strada tra il Pizzini e il Forni, arrivo alle rovine de La Caserma (2540 m). È ubicata in posizione panoramica, con una vista spettacolare sul Ghiacciaio dei Forni. Riprendo la bici e continuo fino al bivio successivo: a sinistra il S528 conduce al Rifugio Forni in 15 min (a piedi), a destra il S527 porta alla mia meta (2 h). Pedalo in completa tranquillità, anche perché gli escursionisti a piedi sono pochi e la segnaletica in questa zona è molto chiara. All’imbocco della Valle della Manzina, sul sentiero S575, la pendenza si impenna. Gli ultimi 400 m mi fanno venire il fiatone; la frequenza cardiaca raggiunge 139 bpm. Decido di parcheggiare la bici, a circa 2420 m di quota, e di iniziare il tratto a piedi: dovrebbero rimanere circa 1800 m lineari, su un sentierino che risale il versante con numerosi risvolti. Su questo pendio osservo una ventina di rondini montane (Ptyonoprogne rupestris), che volteggiano velocemente, eseguendo pure dei “looping”. Alle mie spalle svetta il maestoso Pizzo Tresero (3594 m), con la sottostante Vedretta di Cerena. Più avanti risalgo un cordone morenico parzialmente inerbito e alle 12:20, dopo 3 h e 40 min dalla partenza, raggiungo il Lago della Manzina (2785 m). Da qui si gode una vista magnifica su gran parte del bacino dei Forni e là in alto, a nord, vedo delle cime che potrebbero rappresentare una meta per un futuro soggiorno in zona: il Monte Confinale (3370 m) e la Cima della Manzina (3300 m).

In discesa, lungo la ripida stradina agro-silvo-pastorale, passo da due bellissimi alpeggi: il Pradaccio di Sopra (2208 m) e il Pradaccio di Sotto (2175 m), prima di fare una sosta pranzo sulla terrazza del Rifugio Stella Alpina (2061 m).

L’escursione si conclude felicemente a Santa Caterina, 6 h e 15 min dopo la partenza.

 

Escursione di media-bassa difficoltà, che offre una pedalata e una camminata caratterizzate da incredibili scenari di alta montagna. L’itinerario che ho scelto presenta una meravigliosa vista sulle cime glaciali dell’alta Valfurva, oggi compreso il fantastico Gran Zebrù, privo di nubi.

 

Tempo trascorso: 6 h 15 min

Tempo di salita: 3 h 40 min (2 h 50 min in bici e 50 min a piedi)

Dislivello in salita: 1438 m

Quota massima: 2757 m

Quota minima: 1740 m

Sviluppo complessivo: 27,53 km

Difficoltà

Mountain bike: PD

A piedi: T2

Consumo della batteria da 630 Wh: 63%

Pedalate: 5536

Copertura della rete cellulare: alcune zone d’ombra

Soccorso sanitario: 118

Numero emergenza unico europeo: 112

Polizia: 113.

Tourengänger: siso


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