Passo Zebrù (3005 m) – Bike & Hike


Publiziert von siso , 20. September 2024 um 20:20.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 6 September 2024
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Mountainbike Schwierigkeit: WS - Gut fahrbar
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:00
Aufstieg: 1283 m
Strecke:Santa Caterina Valfurva (1740 m) – Capucc (1798 m) – Resamoga (1832 m) – Molinelli (1943 m) – Rifugio Stella Alpina (2061 m) – Area Picnic Forni (2150 m) – Rifugio Forni (2178 m) – Baite dei Forni (2212 m) – Baita Cedèc (2450 m) – Rifugio Pizzini (2706 m) – Passo Zebrù (3005 m).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Bormio imboccare la SP 29 che immette nella Valfurva; Santa Caterina Valfurva dista circa 12 km.
Unterkunftmöglichkeiten:Rifugio Pizzini-Fràttola; Rifugio Albergo Ghiacciaio dei Forni (66 posti letto); Rifugio Stella Alpina.
Kartennummer:TABACCO 08 – Ortles-Cevedale, 1:25000; Kompass 72 C2 – Ortles-Cevedale, 1:50000.

Bellissima escursione nella Valle di Cedèc fino al Passo Zebrù Nord, sulle tracce della Grande Guerra.

Il Parco Nazionale dello Stelvio offre una quantità incredibile di itinerari per tutte le capacità e per tutti i gusti. Questa gita è tecnicamente alla portata di tutti gli escursionisti dotati di un discreto allenamento. C’è comunque la possibilità di abbreviare il cammino grazie ad una mtb oppure fruendo del bus navetta fino al Rifugio Forni o del gippone che sale fino al Rifugio Pizzini.

 

Inizio dell’escursione: ore 8.50

Fine dell’escursione: ore 13.45

Velocità media del vento: 5 km/h

Temperatura al Rifugio Forni, ore 13.40: 17°C

Sorgere del sole: 6.45

Tramonto del sole: 19.47

 

La gita inizia a Santa Caterina Valfurva (1740 m), nella piazzetta fra l’Ufficio Turistico e il Ponte Vecchio. Alle 8:50 imbocco la strada della Valle dei Forni, indicata anche come sentiero no. 566.

Ormai conosco questa strada come le mie tasche, tant’è vero che cambio i rapporti della bici senza bisogno di riflettere, come se la scelta fosse già codificata nella memoria.

Superato lo strappo del Rifugio Stella Alpina (2061 m), in poco meno di mezz’ora raggiungo il Rifugio-Albergo dei Forni.

Il Ghiacciaio dei Forni è già illuminato dal sole: che spettacolo! Ora devo sfoderare tutte le energie per vincere l’erta più impegnativa, lungo la mulattiera che mi immette nella Valle di Cedèc. Pedalo fra magnifici cembri, al limite superiore del bosco, a circa 2300 m di quota.

Alle 10:00 pervengo al Rifugio Pizzini-Fràttola (2706 m), esattamente come cinque giorni fa. Il sole splendente, le cime con la leggera sbiancata della notte, ovattate da lembi di nebbia evanescente, rendono il paesaggio particolarmente seducente.

Dal ponte che precede il rifugio svolto in direzione ovest lungo l’evidente sentiero no. 30. A circa 2735 m decido di parcheggiare la bici. Avrei potuto continuare fino al pianoro posto a 2800 m, ma non conoscendo il percorso, ho maturato questa decisione.

Dal pianoro il sentiero sale con stretti risvolti, alla sinistra di un canalone sfasciumato. Il fischio delle marmotte mi segnala la loro presenza persino a questa fascia altitudinale, ben superiore a quanto immaginassi.

Alle 10:58 arrivo al Passo Zebrù Nord (3005 m).

                                                 Passo Zebrù (3005 m)

Come spesso capita, la quota indicata dalla carta topografica differisce da quella scritta sul cartello di vetta. Pazienza, soprassediamo.

Sul valico, giustamente, hanno lasciato alcune testimonianze della Prima Guerra Mondiale, quali brandelli di filo spinato e resti di villaggi militari.

Del resto, l’attuale Rifugio Pizzini-Frattola sorge in realtà sui resti della vecchia Capanna Cedech, eretta nel 1877. Questa, per evitare incursioni verso le valli sottostanti, fin dai primi giorni del conflitto era presidiata da un plotone della 113° Compagnia del Battaglione Tirano. La Valle Cedèc e la Valle dei Forni si trovavano in prima linea e sono state interessate da numerosi scontri tra italiani e austroungarici.

Cinque giorni fa, al Passo del Cevedale (3269 m) ho visto i resti delle postazioni austriache. A differenza delle truppe italiane, costrette a comunicare mediante segnali visivi e di notte mediante fuochi (i riflettori non erano disponibili) gli austriaci disponevano di corrente elettrica e telefono.

Anche oggi il Gran Zebrù (3851 m) non si è concesso; non demordo, entro la fine della settimana lo beccherò.

 

Itinerario escursionistico alla portata di tutti, fino al confine tra la Valle Cedèc e la Val Zebrù. La zona riveste anche un’importanza storica, in quanto offre la possibilità di osservare resti bellici (postazioni militari, trincee, fortificazioni, muretti a secco, camminamenti in pietra, linee di protezione in filo spinato, …) risalenti alla “Grande Guerra” 1915-18.

 

Tempo trascorso: 4 h 55 min

Tempo di salita: 2 h 08 min (1 h 25 min in bici e 43 min a piedi)

Dislivello in salita: 1283 m

Quota massima: 3035 m

Quota minima: 1738 m

Sviluppo complessivo: 25,71 km

Difficoltà

Mountain bike: PD

A piedi: T3

Consumo della batteria da 630 Wh: 59%

Pedalate: 3972

Copertura della rete cellulare: alcune zone d’ombra

Soccorso sanitario: 118

Numero emergenza unico europeo: 112

Polizia: 113.

Tourengänger: siso


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