Questa è una escursione 2in1, e scoprirete presto il perchè.
Nell'escursione di ottobre 2023 al Sasso Bianco, dalla vetta avevo notato il bel laghetto di Colina, in una bella conca chiusa tra il Sasso Bianco, il Monte Caldenno ed il Monte Colina, mancava solo l'occasione giusta per andare a visitarlo.
Una recente escursione di Yuri su Youtube, mi ha ricordato questo impegno.
Rientra Roberto dopo un infortunio, e deve iniziare con una cosa tranquilla, quindi propongo una gita semplice fino al lago, e poi un allungo ad una cima per gli altri.
Propongo il Monte Colina 2453mt, scoprirò poi che anche questo waypoint manca sulla carta di Hikr, altro nuova vetta da inserire, confortato dalle indicazioni di paesidivaltellina.
Oggi siamo in sette, quattro Girovagando e tre Malnat, riusciamo usando la mia 4x4 a salire fino a 1900mt dell'Alpe Poverzone dove parcheggiamo e ci cambiamo attorniati dal rumoroso ma piacevole scampanio delle mucche al pascolo.
Ci incamminiamo sulla sterrata chiusa al traffico che porta all'Alpe Colina, in gran parte nel bosco di abeti e larici ma ci sono alcuni spazi aperti dove si trovano degli alpeggi, che con piacere notiamo tutti in funzione.
Passiamo dall'Alpe Prato Secondo, molto vicina al parcheggio, poi dall'Alpe Marscenzo per sbucare infine nella Valle del Bosco che ospita il Lago di Colina, indicato sulle paline già alla partenza.
Il percorso sempre su strada è piacevole e si guadagna quasi 200mt di quota rispetto alla partenza per scendere poche decine di metri per raggiungere il magnifico laghetto.
E' stracolmo di acqua, bello trasparente, immagine veramente stupenda.
Ci fermiamo alla fontana per un primo stop, qui troviamo un signore armato di teleobiettivo che fotografa la natura, ci chiede quali siano le nostre intenzioni e ci suggerisce di salire al Sasso Bianco più semplice e panoramico rispetto all'impegnativo (così dice lui) Monte Colina.
Al Sasso Bianco ci sono stato con Gimmy e Sergio lo scorso ottobre, preferisco il Monte Colina che si ben si vede dal lago ed anche dalla strada percorsa. Imerio invece preferisce il Sasso Bianco, soprattutto per gustare la magnifica vista sul Disgrazia, ed ha pienamente ragione.
Decidiamo di dividerci in due gruppi e ritrovarci alla fontana del laghetto alle 12:30 per pranzare assieme.
Quindi: io, Gimmy, Angelo e Paolo andiamo al Monte Colina mentre Gigi ed Imerio salgono al Sasso Bianco.
Il convalescente Roby segue Imerio e Gigi sul largo sentiero che sale alla Colma di Zana, il sentiero è bello largo, anzi allargato come percorso MTB, e sale con vari zig-zag, salirà fin dove se la sente.
Lascio ad Imerio la descrizione della salita al Sasso Bianco.
Noi seguiamo le indicazioni per Croce Capin, che non si vede dal lago.
Anche questa prima parte di sentiero è ben largo e adattato a MTB, sale con alcuni strappi decisi per guadagnare 200mt di dislivello.
Solo all'ultimo si vede la croce di metallo posta a 2278mt lungo il costone che dal Monte Colina scende verso Pra Lone.
La croce è posta sul sentiero principale e offre una bella vista sulla Valtellina, e soprattutto sulle valli più nascoste delle Orobie valtellinesi, la Valmadre, Val Cervia, la Valle del Livrio, la Val Venina, valli selvaggie e poco accessibili, se non con un lungo cammino.
Qui facciamo una breve sosta, il sentiero prosegue bollato fino all'Alpe Caldenno, in Val Postalesio, mentre noi iniziamo la faticosa salita sulla ripida ed erbosa dorsale del Monte Colina.
La salita è piuttosto impegnativa, circa 200mt di dislivello ma belli ripidi e soprattutto nell'erba verde che bagnata è piuttosto scivolosa.
Le pendenze sono importanti, non c'è percorso segnato e nemmeno marcato a terra, quindi si sale a naso tenendo più o meno la dorsale fino all' anticima da qui si scende un poco per salire la cima principale posta a 2053mt (alcune mappe la indicano a 2449mt).
Dopo le foto ci spostiamo sull'anticima più larga ed accogliente per una sosta.
Vediamo i nostri amici sulla cima del Sasso Bianco e cerchiamo di comunicare a gesti.
Dopo la sosta e dopo aver fatto volare il drone, scendiamo la dorsale, veramente con moltissima attenzione perchè si scivola su questa maledetta erba.
Raggiunta la croce Capin, ritorniamo al laghetto sul bel sentiero ben in anticipo sull'appuntamento, dove ritroviamo gli amici già scesi prima di noi.
Ci accomodiamo sulle pietre vicino al lago per la meritata sosta pranzo, dove non ci facciamo mancare nulla, dai panini ai cibi in scatola, alla frutta, al dolce (uno strudel) annaffiati sia con un bel rosso, con un rosato ed anche prosecco, per chiudere con caffè e grappe varie.
Dopo 1h30 di sosta lasciamo questa stupenda location per riprendere il cammino di ritorno, ovviamente con lo stesso percorso di andata, per arrivare all'auto ben presto (comunque sono 5,4km di sterrata).
Al ritorno avremo la disavventura di farci quasi 2h di coda a Colico per un grave incidente nelle prime gallerie, che costringe tutto il traffico ad attraversare l'abitato di Colico e rientrare in superstrada a Piona.
Comments (3)