Curt Murgin e Pizzo Pernice.
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Dopo la parentesi in Terra Sarda (Cammino Minerario di Santa Barbara) eccomi di nuovo sulle nostre montagne, e per questo ritorno ho scelto un’escursione organizzata dal Gruppo Escursionisti Val Grande con meta presso Curt Murgin, che ci tenevo a vedere perché situato nel cuore della Val Pobbiè, che conosco poco.
Insieme a me c’è anche Marco (dei Malnat) e quindi ci troviamo al punto di ritrovo al parcheggio di Trobaso per poi recarci alla Cappella Fina (sopra Miazzina) dove ha inizio l’escursione.
Il percorso per arrivare alle baite di Curgei è il classico tragitto che tante volte abbiamo fatto per raggiungere il Bivacco del Gufo: si parte dalla Cappella Fina, si sale all’Alpe Cavallotti e poi, raggiunta la sella sotto il Pizzo Pernice, si scende brevemente per arrivare al bivacco (circa 1,5 h.).
Dall’Alpe Curgei abbiamo iniziato poi la ripida discesa che ci ha portati all’Alpe Varola, raggiunta la quale abbiamo iniziato il lungo traverso verso Corte Murgin; questo tratto di percorso si svolge su tracce di sentiero (il sentiero non appare più sulla carta ufficiale dei sentieri del Parco né su altre cartine, perché ormai è quasi scomparso) e taglia un ripido bosco di faggi, non è da sottovalutare e va affrontato con la giusta concentrazione soprattutto quando si attraversano alcuni torrentelli che scendono dai boscosi pendii.
Raggiunta Corte Murgin dove si trova un faggio secolare, dopo le foto e la pausa pranzo, abbiamo ripreso la via del ritorno seguendo lo stresso percorso dell’andata, risalendo l’arduo sentiero in salita tra Varola e Curgei, ognuno con il proprio passo.
Ricompattato il gruppo, la quasi totalità dei partecipanti ha scelto di salire al panoramico Pizzo Pernice seguendo il classico sentiero che parte dalla sella per poi tornare alla Cappella Fina.
Altre note dell’escursione sono presenti nelle didascalie delle foto.
E’ stata una bella escursione con buona partecipazione (eravamo in 19), che ci ha permesso di visitare un posto veramente sperduto ma ancora ricco di fascino; abbiamo superato un dislivello di 1200 m con sviluppo di 12,7 km camminando per circa 7 ore (a ritmi tranquilli).
Nell’escursione di oggi ho trovato due analogie tra queste zone e quelle del Sulcis-Iglesiente da poco lasciate (dove si svolge il Cammino Minerario di Santa Barbara); la prima sono i boschi sconfinati, prevalentemente di leccio quelli in Sardegna, mentre qui predominano quelli di faggio, la seconda invece riguarda i resti lasciati sul territorio legati ad epoche passate: qui in Val Grande si trovano i resti di numerosissimi alpeggi e delle teleferiche che venivano usate nei periodi dei grandi disboscamenti, mentre in Sardegna si incontrano i resti legati ad un’attività mineraria durata secoli.
Mini filmato Relive su https://www.relive.cc/view/vQvyZWQzG4O
Insieme a me c’è anche Marco (dei Malnat) e quindi ci troviamo al punto di ritrovo al parcheggio di Trobaso per poi recarci alla Cappella Fina (sopra Miazzina) dove ha inizio l’escursione.
Il percorso per arrivare alle baite di Curgei è il classico tragitto che tante volte abbiamo fatto per raggiungere il Bivacco del Gufo: si parte dalla Cappella Fina, si sale all’Alpe Cavallotti e poi, raggiunta la sella sotto il Pizzo Pernice, si scende brevemente per arrivare al bivacco (circa 1,5 h.).
Dall’Alpe Curgei abbiamo iniziato poi la ripida discesa che ci ha portati all’Alpe Varola, raggiunta la quale abbiamo iniziato il lungo traverso verso Corte Murgin; questo tratto di percorso si svolge su tracce di sentiero (il sentiero non appare più sulla carta ufficiale dei sentieri del Parco né su altre cartine, perché ormai è quasi scomparso) e taglia un ripido bosco di faggi, non è da sottovalutare e va affrontato con la giusta concentrazione soprattutto quando si attraversano alcuni torrentelli che scendono dai boscosi pendii.
Raggiunta Corte Murgin dove si trova un faggio secolare, dopo le foto e la pausa pranzo, abbiamo ripreso la via del ritorno seguendo lo stresso percorso dell’andata, risalendo l’arduo sentiero in salita tra Varola e Curgei, ognuno con il proprio passo.
Ricompattato il gruppo, la quasi totalità dei partecipanti ha scelto di salire al panoramico Pizzo Pernice seguendo il classico sentiero che parte dalla sella per poi tornare alla Cappella Fina.
Altre note dell’escursione sono presenti nelle didascalie delle foto.
E’ stata una bella escursione con buona partecipazione (eravamo in 19), che ci ha permesso di visitare un posto veramente sperduto ma ancora ricco di fascino; abbiamo superato un dislivello di 1200 m con sviluppo di 12,7 km camminando per circa 7 ore (a ritmi tranquilli).
Nell’escursione di oggi ho trovato due analogie tra queste zone e quelle del Sulcis-Iglesiente da poco lasciate (dove si svolge il Cammino Minerario di Santa Barbara); la prima sono i boschi sconfinati, prevalentemente di leccio quelli in Sardegna, mentre qui predominano quelli di faggio, la seconda invece riguarda i resti lasciati sul territorio legati ad epoche passate: qui in Val Grande si trovano i resti di numerosissimi alpeggi e delle teleferiche che venivano usate nei periodi dei grandi disboscamenti, mentre in Sardegna si incontrano i resti legati ad un’attività mineraria durata secoli.
Mini filmato Relive su https://www.relive.cc/view/vQvyZWQzG4O
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