Lago di Varese a 360°
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Me l'ero ripromesso da anni, e finalmente mi decido.
Il Lago di Varese non ha ne le dimensioni ne la bellezza dei massimi laghi prealpini (Ceresio, Lario, Garda e Verbano) ma ha il vantaggio - soprattutto dal Lido di Schiranna - di godere una vista sontuosa sul Monte Rosa, che emerge maestoso e gigantesco specie nelle limpide giornate invernali. Ovviamente i panorami, le angolazioni, man mano che il giro si svolge, cambiano e permettono visioni particolari delle montagne vicine e lontane, e sotto questo aspetto è il massiccio del Campo dei Fiori a rimanere costantemente a fuoco e davanti agli occhi.
Va anche detto che in realtà non sia un autentico giro del Lago, potenzialmente impossibile, perchè oltre ad esso è comunque presente un'ampia zona paludosa, specie nella parte occidentale (Cazzago Brabbia e Biandronno), e a volte il percorso ciclo-pedonale sia costretto a passare molto alla larga dalle sue acque per la presenza di fabbricazioni antiche e recenti. Abbastanza monotona la parte iniziale da Schiranna a Buguggiate, che passa quasi tutta parallela alla tangenziale, sino al Centro commerciale Tigros, dopo di che con gradualità il paesaggio migliora e il silenzio inizia a farla da padrone passando per la Valbossa ed iniziando a incontrare i primi porticcioli idillici (Bodio Lomnago), piccoli borghi pittoreschi (Cazzago Brabbia con le sue belle ghiacciaie) e angoli più o meno graziosi o incantevoli. Al porticciolo di Biandronno, luogo in cui imbarcarsi se s'intende visitare il minuscolo Isolino Virginia, il lago è entrato sulla ciclabile ma si riesce a passare. Raggiunta Bardello, luogo in cui nasce l'omonimo torrente affluente del Verbano, e dove c'è un piccolo chiosco-bar si prosegue rapidamente verso il Lido di Gavirate riprendendo il lato settentrionale del Lago, che originariamente prendeva il nome proprio da questo centro, e non da Varese, la quale divenne città soltanto nel 1816 ed i cui confini solo nel corso dei decenni s'espansero sino alle sue rive...
Una seconda "invasione" delle acque, questa volta non oltrepassabile, sulla ciclabile all'altezza dei Canottieri Gavirate costringe a percorrere una piccola parte del giro lungo la strada, per un breve tratto di aggiramento. Raggiunta Voltorre, salgo verso il suo famoso Chiostro, purtroppo chiuso (è aperto solo nei weekend), ma posso comunque ammirare l'ampia e monumentale corte che l'ospita, pur in parte deturpata da costruzioni più moderne. E' poi la volta di Oltrona al Lago - ove sfocia il più importante affluente del Lago, cioè il torrente Tinella - e di un'altra bella zona con corti rurali a Groppello. Ormai la periferia lacuale di Varese è alle porte, e la pace del lato meridionale e occidentale torna uno sbiadito ricordo perchè si ritorna paralleli alla strada trafficata dalle auto. Nonostante tutto il paesaggio lacustre rimane piacevole e, superati il borgo di Calcinate del pesce e l'area del Volo a Vela, finalmente l'anello si chiude al Lido di Schiranna, con ampie velature che purtroppo impediscono la vista del Rosa.
Pazienza. ;)
Il Lago di Varese non ha ne le dimensioni ne la bellezza dei massimi laghi prealpini (Ceresio, Lario, Garda e Verbano) ma ha il vantaggio - soprattutto dal Lido di Schiranna - di godere una vista sontuosa sul Monte Rosa, che emerge maestoso e gigantesco specie nelle limpide giornate invernali. Ovviamente i panorami, le angolazioni, man mano che il giro si svolge, cambiano e permettono visioni particolari delle montagne vicine e lontane, e sotto questo aspetto è il massiccio del Campo dei Fiori a rimanere costantemente a fuoco e davanti agli occhi.
Va anche detto che in realtà non sia un autentico giro del Lago, potenzialmente impossibile, perchè oltre ad esso è comunque presente un'ampia zona paludosa, specie nella parte occidentale (Cazzago Brabbia e Biandronno), e a volte il percorso ciclo-pedonale sia costretto a passare molto alla larga dalle sue acque per la presenza di fabbricazioni antiche e recenti. Abbastanza monotona la parte iniziale da Schiranna a Buguggiate, che passa quasi tutta parallela alla tangenziale, sino al Centro commerciale Tigros, dopo di che con gradualità il paesaggio migliora e il silenzio inizia a farla da padrone passando per la Valbossa ed iniziando a incontrare i primi porticcioli idillici (Bodio Lomnago), piccoli borghi pittoreschi (Cazzago Brabbia con le sue belle ghiacciaie) e angoli più o meno graziosi o incantevoli. Al porticciolo di Biandronno, luogo in cui imbarcarsi se s'intende visitare il minuscolo Isolino Virginia, il lago è entrato sulla ciclabile ma si riesce a passare. Raggiunta Bardello, luogo in cui nasce l'omonimo torrente affluente del Verbano, e dove c'è un piccolo chiosco-bar si prosegue rapidamente verso il Lido di Gavirate riprendendo il lato settentrionale del Lago, che originariamente prendeva il nome proprio da questo centro, e non da Varese, la quale divenne città soltanto nel 1816 ed i cui confini solo nel corso dei decenni s'espansero sino alle sue rive...
Una seconda "invasione" delle acque, questa volta non oltrepassabile, sulla ciclabile all'altezza dei Canottieri Gavirate costringe a percorrere una piccola parte del giro lungo la strada, per un breve tratto di aggiramento. Raggiunta Voltorre, salgo verso il suo famoso Chiostro, purtroppo chiuso (è aperto solo nei weekend), ma posso comunque ammirare l'ampia e monumentale corte che l'ospita, pur in parte deturpata da costruzioni più moderne. E' poi la volta di Oltrona al Lago - ove sfocia il più importante affluente del Lago, cioè il torrente Tinella - e di un'altra bella zona con corti rurali a Groppello. Ormai la periferia lacuale di Varese è alle porte, e la pace del lato meridionale e occidentale torna uno sbiadito ricordo perchè si ritorna paralleli alla strada trafficata dalle auto. Nonostante tutto il paesaggio lacustre rimane piacevole e, superati il borgo di Calcinate del pesce e l'area del Volo a Vela, finalmente l'anello si chiude al Lido di Schiranna, con ampie velature che purtroppo impediscono la vista del Rosa.
Pazienza. ;)
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Poncione

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