Ferrata Falconera e Partusac al Monte Tovo di Varallo 858 m

A Varallo Sesia, si parcheggia nell'ampio parcheggio di Villa Serena.
Qui attraversando la strada si vede già il cartello che indica il sentiero che in 20 minuti conduce alla via ferrata, è il segnavia 651.
Il sentiero sale a lambire un tornante della strada per Civiasco, dove c'è una fontana storica : Funtana 'n Fund dice il cartello.
Ancora un tratto di salita nel bosco e siamo alla base della parete con la ferrata.

Ci imbraghiamo e iniziamo la salita.
Subito vedo il cartellino che indica il numero di staffe in acciaio che aiuterà la progressione : sono 393, una vera scala santa.

E penso che sarà un gioco da ragazzi con tutti questi scalini.
Peccato che non sono un ragazzo e sono anche sovrappeso, in effetti la ferrata sarà dura per via dei numerosi strapiombi, dove di lavorerà solo di braccia.

Tutta la ferrata è affiancata da un tubo a led che permette l'illuminazione notturna nei giorni stabiliti.

I simpatici cartelli con i nomi del tratto, strappano qualche sorriso, così abbiamo "Traverso della Chiappa Tremante" che fà capire già tutto, "Grotta del Fico" c'è un fico davvero, "Cengia dei 4000" con spettacolare panorama sul Monte Rosa &C., "Le Gobbe del Brivido", "Cengia della Campana" con campanella, "Ponte Via col Vento" che è un ponte tibetano a 3 funi, e infine la "Cresta del Traguardo".

A mio giudizio è una ferrata difficile per via dell'impegno atletico, ma solo per i tratti strapiombanti, e siccome ci sono moltissimi frazionamenti, cambiare i moschettoni in questi tratti è molto faticoso, perchè tutto il peso sovraccarica un solo braccio.
Il ponte tibetano come spesso avviene è fatto per persone di 1 metro e 90, infatti il moschettone in alto deve essere fatto scorrere col braccio, perchè si è appesi, e quindi ci si tiene alle corde laterali con un solo braccio, e guai a essere sotto il metro e 65, si rischia di non arrivare col braccio a fare scorrere il moschettone in alto :-)).

Arrivati al culmine della Ferrata Falconera sul Monte Tovo  858 m, si può scendere subito a nord con il sentiero 636C. Oppure ci si cala a sud a prendere la breve Ferrata del Partusacc, e così noi proviamo anche questa, ma in discesa vediamo il cavo d'acciaio che risale in un una grotta : è il Buco di Tom, peccato che noi pensiamo sia la continuazione della ferrata, Lorenzo ci si infila, non passa con lo zaino in spalla, manca la luce e non si vede l'uscita sull'altro lato come si pensava, e diventa sempre più stretto, gli passo la frontale, ma si vede solo un budello conta-costole. Niente si esce. 
Che fregatura, la ferrata Partusacc scende con un altro cavo ancora più in basso e poi traversa con delle cengie e risale a una selletta con delle staffe. E' una breve ferrata-scuola per provare i primi brividi.
Dalla selletta saliamo qualche passo sulla gobba di sinistra per toglierci il materiale di dosso, e poi giù per il sentiero di discesa  636C che passa da un punto panoramico "dello Scoiattolo" e poi con una traccia per niente curata, tra alberi caduti in abbondanza, si passa dall'Alpe Falconera e si scende a Varallo.