Valvestino: lungo l'antico confine austrungarico


Publiziert von cai56 , 18. März 2024 um 19:38. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:14 März 2024
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:15
Aufstieg: 1377 m
Abstieg: 1377 m
Strecke:Parzialmente circolare 18,09 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Brescia si segue la statale 45 della Val Sabbia (Strada del Caffaro) fino a Idro; da qui si volge a destra per Capovalle e quindi si prosegue sulla provinciale 58 fino alla località Molino di Bollone. Pochissimi posti di parcheggio.

Meta poco consueta, oltre che personalmente, anche dal punto di vista generale: è un luogo talmente isolato e così poco antropizzato da aver consentito di creare una riserva "wilderness", ed inoltre non si eleva in cime a tal punto rimarchevoli da creare un richiamo dal punto di vista alpinistico. L'interesse sta quindi nel percorrere l'ambiente boschivo tracciato dai numerosi sentieri residui dalle passate attività agro-forestali (dai primissimi anni '960 la costruzione dell'invaso della Valvestino ha interrotto la pur scarsa frequentazione lavorativa), recentemente restaurati dall'ERSAF e segnalati prevalentemente dal CAI di Salò. La direttiva di questa escursione, una volta giunti in quota, segue il mosso crinale che nei secoli è sempre stato sede di confine o presidio militare: confine Austro-Veneto, sistema difensivo italiano durante la Grande Guerra, "Blaue Linie" germanica nella II Guerra Mondiale. 
La segnaletica è sempre presente e precisa agli incroci, ma la bollatura è vetusta ( non saprei dire, per copertura nevosa, fra Passo di Vesta e Monte Manos).


Dall'incrocio nei pressi di Molino di Bollone si sale per poche decine di metri lungo la strada asfaltata per Bollone, fino a trovare sulla destra (nessuna indicazione) la partenza del sentiero mappato come "Antica Via di Bollone": in realtà si tratta di un sentierino praticamente dimenticato che interseca tre volte la carrozzabile e ne risente degli sbancamenti in fase costruttiva, e che ormai risulta in fase di incespugliamento. Salita una fitta e ripida fascia boschiva, si raggiunge il ripiano agricolo che precede Bollone, che si attraversa e si oltrepassa fin poco oltre un piccolo parcheggio; qui si trova, sulla destra, la partenza di una pista sterrata ed inerbita che sale fino ad un  serbatoio dell'acquedotto (datato MCMXIV). D'ora in avanti si prosegue su di un lungo sentiero che sale a risvolti il versante orientale compreso fra i Monti Vesta e Carzen: dapprima lungo una traccia sassosa ed erosa, dove a tratti il dilavamento mette allo scoperto le antiche tubazioni di rifornimento idrico del serbatoio, ed infine attraverso una alta faggeta a comode curve. Lasciato a destra un bivio per il lungo tragitto verso il Passo San Rocco e Capovalle, in pochi passi si raggiunge la dorsale al Passo di Vesta: il panorama si perde nelle nebbie verso il Lago di Garda passando sopra i solchi e le innumerevoli cimette della Valle di Vesta e della Valle di Campiglio. Con una breve deviazione sui ripidi prati verso sinistra, si raggiunge in pochi minuti la cima del Monte Vesta, dove inizia l'Area Wilderness e si trova un cippo confinario austro-veneto del 1753. Tornati al valico, si prosegue sul crinale - qui piuttosto largo - in direzione opposta mirando ad un dosso arrotondato con una "chioma" di faggi; il dosso, in realtà, è solo il margine di una conca prativa dove la cresta - a margine fra pascolo e bosco - cambia direzione volgendo nettamente a nord: la non lontana cima del Monte Carzen ospita una discreta croce di legno rivolta all'altopiano dei Fienili del Loss. La discesa verso quest'ultima località, almeno nel nostro caso con circa mezzo metro di neve, avviene seguendo i tortuosi corridoi privi di vegetazione che si aprono fra gli alberi (attenzione a non scendere eccessivamente verso destra perdendo troppa quota) fino alle numerose cascine sparse dei Fienili del Loss: attualmente l'attività agricolo-pastorale sembra veramente marginale, in confronto a quella di soggiorno e venatoria (ogni edificio è praticamente un roccolo e presenta almeno un paio di grosse voliere). Raggiunta una strada sterrata, la si segue fino ad oltrepassare il recinto del Fienile del Veronese, al cui margine occidentale si staccano due sentieri: tralasciato a destra quello per Passo San Rocco e Capovalle, si prosegue diritto affrontando il crinale del Monte Manos; la traccia, molto battuta, sale ripida seguendo la cresta arrotondata o mantenendosi nelle sue immediate vicinanze. La vetta presenta una croce metallica ed il piazzaletto di arrivo di una strada militare italiana costruita nel 1915 in vista di un progettato ma mai realizzato forte armato con cannoni in cupola. Seguendo i successivi comodi traversi del tracciato militare, si scende fino ai resti dei Fortini Manos per poi proseguire fino a confluire nella più importante strada militare che sale dalle ex-caserme di Coccaveglie alla vecchia polveriera presso i Fienili del Loss; noi la seguiamo, ma, appena oltrepassato il Fienile del Veronese, imbocchiamo la pista di destra che, in un lungo saliscendi, va a raggiungere i Fienili Loatino ed infine le praterie di Vesta di Cima. Volgendo a sinistra si risale in breve al Passo di Vesta, da cui, per la via di andata, torniamo alla strada di Bollone; qui, invece di ripassare in salita dal paese, seguiamo la carrozzabile asfaltata fino al secondo tornante, dove definitivamente ripercorriamo il sentiero di salita. 

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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