Castello di Cuasso (444 m) – EMTB
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Pedalata transfrontaliera nei distretti di Mendrisio e Lugano e nel Varesotto, alla scoperta dei ruderi del Castello di Cuasso, di epoca gallo-romana e longobarda.
La collina del Castelasc è recintata e inaccessibile in quanto le strutture sono altamente sensibili e pericolanti.
Inizio dell’escursione: ore 12.45
Fine dell’escursione: ore 15.30
Temperatura alla partenza: 12°C
Pressione atmosferica, ore 12.00: 1008 hPa
Temperatura al rientro: 15°C
Isoterma di 0°C alle 12.00: 2000 m
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 6.57
Tramonto del sole: 18.15
Dopo diversi giorni di tempo piovoso, oggi c’è un po’ di sole, che invita ad un’attività all’aperto.
Alle 12:45, dopo aver avviato alcune app del telefonino nonché l’orologio intelligente, inforco la bici e mi avvio verso Mendrisio e la strada per la Montagna.
Pedalo con vigore e scioltezza, confortato dal motore elettrico e dallo scarso traffico.
In meno di tre quarti d’ora arrivo all’Hotel Serpiano, dove mi concedo una breve sosta presso la gigantesca panca denominata, con il termine globalizzante, “Serpianobench”. Come suggerisce un cartello, “scatto e taggo” anch’io: siamo ormai tutti succubi dei social.
Continuo la gita sul sentiero che dal lato nord dell’albergo prosegue all’orlo del bosco in direzione sud-ovest. Mi bastano quindici minuti per raggiungere Ca’ del Monte (500 m), una frazione di Porto Ceresio.
La stradina asfaltata, denominata Via Farioli, scende nell’ombra del bosco in direzione di Porto Ceresio, superando alcuni tratti in contropendenza e due torrenti: il Rio Vignazza e il Rio dei Poncini.
Alle due mi ritrovo alla stazione ferroviaria di Porto Ceresio, in Via Giuseppe Mazzini, a pochi passi dal lago. Proseguo fino alla fine del golfo, quindi svolto a sinistra sulla via per Cuasso al Piano. Nelle varie località della zona è evidente la presenza di edifici costruiti con la pietra locale dal caratteristico colore rosato: il porfido rosso o porfido quarzifero di Cuasso. Nel 1885 vennero aperte le prime cave di porfido rosso, un materiale unico in Europa per colore, durezza e resistenza agli agenti atmosferici, molto utilizzato nelle pavimentazioni naturali; è il famoso “cubetto” rosso.
Percorrendo la strada che da Cuasso al Piano conduce a Cuasso al Monte e seguendo le indicazioni per le Cave Bonomi, arrivo al rilievo sul quale si vedono i ruderi del castello. La collina del Castelasc è recintata e inaccessibile in quanto le strutture sono altamente sensibili e pericolanti. Riesco comunque a fotografarle da due lati, senza bisogno del drone, che del resto non ho portato.
Il castello aveva una posizione chiave nel sistema difensivo del Ceresio essendo in comunicazione con quello di Morcote a nord e a sud con Pogliana e Sant’Elia. Probabilmente giocò un ruolo importante nel sec. XII durante le lotte tra milanesi e comaschi e forse fu proprio per queste lotte che venne distrutto.

Castello di Cuasso
Alle 14:30 riprendo la pedalata in direzione di Besano (350 m), Piamo Superiore (341 m), Viggiù (506 m), Saltrio (523 m), Arzo (499 m) ed infine Mendrisio, dove chiudo l’anello ciclistico.
Bella pedalata nel Varesotto, passando dal Serpiano, per vedere da vicino i ruderi del Castello di Cuasso e le cave di porfido quarzifero, pietra molto resistente e piacevole dal punto di vista estetico. Per queste caratteristiche è utilizzato all’aperto, soprattutto per pavimentazioni e rivestimenti.
Tempo trascorso: 2 h 45 min
Tempo di andata: 1 h 30 min
Tempi parziali
Corteglia (438 m) – Serpiano (617 m): 45 min
Serpiano (617 m) – Ca’ del Monte (500 m): 15 min
Ca’ del Monte (500 m) – Porto Ceresio (274 m): 12 min
Porto Ceresio (274 m) – Castello di Cuasso (444 m): 15 min
Dislivello in salita: 947 m
Quota massima: 672 m
Quota minima: 272 m
Sviluppo complessivo: 39,35 km
Consumo della batteria da 630 Wh: 70%
Pedalate: 5993
Difficoltà: F
Copertura della rete cellulare: Swisscom buona
Soccorso sanitario italiano: 118
Soccorso sanitario svizzero: 144
Polizia italiana: 113
Polizia svizzera: 117
Numero di emergenza unico europeo: 112.
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