Rifugio Lago Baldiscio

Altra gita dove, anche con pericolo valanghe da 2 a 3 su 5 (è stato un po' difficile capire, data la disparità di valutazioni fra i tre siti consultati), non sussistono grossi rischi: in effetti è uno solo, e per breve tratto, il pendio ripido da attraversare con qualche cautela; ma nel corso della mattinata, a sovvertire un poco la situazione, si sono alzate fortissime raffiche di foehn innalzando di molto le temperature...
L'ambiente, nella seconda parte dell'escursione, è straordinario: oltrepassata la lunga pista della Val Febbraro ed una fascia boschiva, l'itinerario si apre nella larghissima parte superiore del vallone, con i dossi e avvallamenti dove si pongono i due agglomerati di baite sparse di Borghetto e, quando non nascosti dal ghiaccio e dalla neve, i due laghi di Baldiscio.
Nota: la valutazione WT3 risente in parte delle condizioni ambientali odierne.


Dal parcheggio presso il lago artificiale di Isola (dove finalmente da qualche inverno hanno rinunciato a preparare la storica pista per corse automobilistiche su ghiaccio) ci si addentra nel villaggio e si sale a sinistra fra le abitazioni in direzione delle contrade di monte; di nuovo a sinistra, poco oltre lo Hotel Mangusta e di fronte ad una cappella commemorativa per i caduti in guerra, si stacca l'antica mulattiera per la Val Febbraro, che sale a tornanti al margine di ampi prati. Il tracciato, marcato da paline verdi visibili anche dopo ormai improbabili cospicue nevicate, va a confluire nella sterrata pista forestale diretta al fondo della medesima Val Febbraro. La si risale lungamente accanto al torrente, avendo modo anche di ammirare su entrambi i versanti belle cascate, prima di raggiungere la piazza di giro terminale. [In inverno la traccia è molto larga e battuta per l'assidua frequentazione degli accessi alle cascate da parte degli arrampicatori]. Da qui si imbocca una solida mulattiera che sale ripidamente serpeggiando nel bosco di conifere: in breve si giunge in vista delle prime baite di Borghetto Sotto. Procedendo diritto sulle tracce di una pista si giunge, fra costruzioni sparse, a Borghetto Sopra, dove si abbandona a sinistra il percorso del sentiero estivo. La valle, qui molto ampia, si sviluppa a dossi e vallette di origine glaciale, dove occorre procedere mantenendo il più possibile le dorsali dei susseguenti rilievi onde evitare i pur limitati scivolamenti di neve. In ultimo, quando la pendenza inizia a diminuire, pur con un breve traverso da percorrere con attenzione, si rientra a sinistra nel solco principale sul non visibile sentiero estivo fino a raggiungere la larga spianata che ospita lo scenografico Lago Grande dominato dalla duplice cima del Piz di Pian: splendido il panorama con lo sfondo delle cime sovrastanti Madesimo, Groppera Mater ed Emet; sulla destra, riparato ed al sicuro in un avvallamento, si trova il bell'edificio di un recente rifugio. La costruzione, che in loco non mostra alcuna denominazione, si trova su CNS come "Rifugio Baldiscio", anche se in rete prevale "Rifugio del Lago Baldiscio" (ma, in realtà, un "Lago Baldiscio" non esiste); le carte italiane non sono sufficientemente aggiornate. Nei propositi del committente e gestore - Comunità Montana della Valchiavenna - vi si dovrebbero trovare un locale di soggiorno estivo ed un bivacco sempre aperto, ma così non è: le porte sono chiuse con serrature di sicurezza e all'interno si scorgono mobili e suppellettili ancora cellophanati. Peccato, perchè oggi con raffiche di vento vicine ai 100 km/h sarebbe stato confortevole fare una merenda al coperto.
Ritorno per la via di salita.