La prima volta sugli sci: Pizzo dell'Uomo cima NE (2586 m)
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Che dire? Non è mai troppo tardi per imparare qualcosa di nuovo. Gli amici mi stressano da mesi e anni sulla questione sci. Devo imparare a sciare altrimenti non posso beneficiare appieno del potenziale offerto dall'alpinismo invernale.
Per questo scelgo un amico valido:
marc73, il quale mi ha già aiutato ad evolvere in estate. Ora si presta per accompagnarmi sul terreno con gli sci. Povero lui, chissà che pazienza.
Scegliamo una destinazione che non presenti troppa pendenza e rischio valanghe (siamo ad un livello marcato, ovvero 3) ma che offra la possibilità di sciare in ambiente selvaggio.
Il mio scopo: non è di diventare uno sciatore ma di poter disporre di un mezzo più sicuro ed efficiente delle racchette da neve per spostarmi sulle alpi nella lunga stagione invernale.
Alla fine è sempre la montagna il mio scopo.
Uno degli aspetti più rilevanti del rimettersi in gioco

Breve descrizione (e riflessione)
Partiamo con tutta calma dopo le 09.00 dal Lucomagno. Abbiamo con noi un pic-nic, siamo ben bardati per il freddo (siamo nettamente sotto zero) e dotati di kit valanghe, ramponi e piccozza.
Indossiamo subito gli sci e ci avviamo verso la baracca militare seguendo la stradina che costeggia il lago.
Da qui risaliamo il pendio guadagnando l'ampia dorsale. C'è un breve tratto più ripido dove mettiamo i coltelli agli sci (lo facciamo più come esercizio che come reale necessità). Questa va seguita fino alla base della cima. Ci sono alcuni ometti. La vista si apre sul Rondadura e lo Scopi. La neve è per lo più soffiata, emergono rocce e cespugli. Nella parte alta, sotto la cima, c'è più accumulo e nell'ultima parte abbiamo uno strato di 15 cm di neve fresca. Per risalire il pendio finale ripido io tolgo gli sci e li porto attaccati allo zaino. Sotto lo strato di neve c'è ghiaccio, negli ultimi metri sono obbligato a mettere i ramponi e ad utilizzare la piccozza.
La salita è andata tutto sommato bene. Con gli sci la progressione è decisamente più fluida ed ergonomica. Si consuma meno energia e non si sprofonda.
Ora si tratta di vedere come me la cavo a scendere considerato che non ho mai sciato.
Ambiente sempre bello

La discesa sarà meno spaventosa di quello che avrei pensato. Impiegherò quasi lo stesso tempo di salita. Così sostiene Marc73. Ma in realtà impiegherò la metà del tempo, che è tuttavia tantissimo. Al di là delle cifre, che in questo momento non hanno alcuna importanza, la mia impressione è che un alpinista debba arrangiarsi a scendere come meglio può. Se poi ci mette eleganza e stile allora questo è solo valore aggiunto.
Io farò una giornata di lezione in pista con una guida di Bergamo. Questo per avere le basi. Quindi mi eserciterò durante l'inverno.
Lo scialpinismo, ora che l'ho provato, è tantissima roba, ti apre un mondo di possibilità.
Grazie
marc73.
Per questo scelgo un amico valido:

Scegliamo una destinazione che non presenti troppa pendenza e rischio valanghe (siamo ad un livello marcato, ovvero 3) ma che offra la possibilità di sciare in ambiente selvaggio.
Il mio scopo: non è di diventare uno sciatore ma di poter disporre di un mezzo più sicuro ed efficiente delle racchette da neve per spostarmi sulle alpi nella lunga stagione invernale.
Alla fine è sempre la montagna il mio scopo.
Uno degli aspetti più rilevanti del rimettersi in gioco

Breve descrizione (e riflessione)
Partiamo con tutta calma dopo le 09.00 dal Lucomagno. Abbiamo con noi un pic-nic, siamo ben bardati per il freddo (siamo nettamente sotto zero) e dotati di kit valanghe, ramponi e piccozza.
Indossiamo subito gli sci e ci avviamo verso la baracca militare seguendo la stradina che costeggia il lago.
Da qui risaliamo il pendio guadagnando l'ampia dorsale. C'è un breve tratto più ripido dove mettiamo i coltelli agli sci (lo facciamo più come esercizio che come reale necessità). Questa va seguita fino alla base della cima. Ci sono alcuni ometti. La vista si apre sul Rondadura e lo Scopi. La neve è per lo più soffiata, emergono rocce e cespugli. Nella parte alta, sotto la cima, c'è più accumulo e nell'ultima parte abbiamo uno strato di 15 cm di neve fresca. Per risalire il pendio finale ripido io tolgo gli sci e li porto attaccati allo zaino. Sotto lo strato di neve c'è ghiaccio, negli ultimi metri sono obbligato a mettere i ramponi e ad utilizzare la piccozza.
La salita è andata tutto sommato bene. Con gli sci la progressione è decisamente più fluida ed ergonomica. Si consuma meno energia e non si sprofonda.
Ora si tratta di vedere come me la cavo a scendere considerato che non ho mai sciato.
Ambiente sempre bello

La discesa sarà meno spaventosa di quello che avrei pensato. Impiegherò quasi lo stesso tempo di salita. Così sostiene Marc73. Ma in realtà impiegherò la metà del tempo, che è tuttavia tantissimo. Al di là delle cifre, che in questo momento non hanno alcuna importanza, la mia impressione è che un alpinista debba arrangiarsi a scendere come meglio può. Se poi ci mette eleganza e stile allora questo è solo valore aggiunto.
Io farò una giornata di lezione in pista con una guida di Bergamo. Questo per avere le basi. Quindi mi eserciterò durante l'inverno.
Lo scialpinismo, ora che l'ho provato, è tantissima roba, ti apre un mondo di possibilità.
Grazie

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