Anello alla cima Zocca o Dassola
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Da una relazione vista su hikr di NrcSlv , e da una lettura di Massimo su Orobie, traiamo l'ispirazione per questa esplorazione in una parte della val Tartano a noi ancora sconosciuta.
Siamo un bel gruppo, con anche Tizi, Miky, Beppe e Sara, caffè mattutino al Miralago, dove il gentilissimo gestore ci da parecchie dritte, e anche delle utilissime cartine,
provvidenziali oggi che il mio gps e Orux han deciso di mettermi alla prova.
Park facile a fianco al cimitero, la zona Ponte nel cielo oggi è ancora poco frequentata.
Imbocchiamo il sent. 160, scende leggermente x poi cominciare a salire dalla strada, su una sterrata lunga e a tratti bella ripida, che sale a tornanti nel bosco, umido. Al bivio di Curnalesc, invece che proseguire sul 160, decidiamo di tentare l'anello dall'altro senso, e tiriamo dritti, arrivando alla stupenda posizione della Casera Piazzo.
Da qui, anzichè proseguire sulla sterrata, decidiamo di percorrere un sentiero segnato sulla carta, dopo aver seguito una falsa traccia, intercettiamo quella corretta, molto panoramica, che taglia e risale il pendio, ritrovando poco piu' sopra la sterrata, in corrispondenza della Baita nuova. Ritorniamo sulla sterrata comodamente fino alla altrettanto panoramica baita Basèta, posta proprio all'imbocco del crinale che porta verso la cima.
Da li, viene naturale decidere di puntarla direttamente. Bellissima la cresta, che dopo un primo tratto nel bosco, tra alti alberi scheletrici e spettrali, in un ambiente suggestivo, ci consente di godere di panorami bellissimi sulla val Tartano e sulla Valtellina. L'ultimo tratto prevede, evitando la sottile cresta, un lungo ed impegnativo traverso su infidi e ripidissimi paglioni, oggi per fortuna ben asciutti, a picco sul versante sottostante, ed un ultimo strappo ripido che deposita sulla cima, Zocca o Dassola che si voglia, in circa 3 ore comode.
Questo tratto finale lo classificherei T3, x la difficolta' del terreno. Vietato scivolare.
Foto di vetta, e di rito ai bellissimi panorami a 360°. Un'arietta fastidiosa ci convince a valicare e scendere nella conca sottostante, gia' sul sentiero di discesa verso l'alpe Dassola.
Luuuuuunga sosta godereccia al solito, nei Nostri canoni, con relax & chiacchiere annesse.
Poco dopo le 14, iniziamo la comoda panoramica discesa, che passando dal solivo versante e da diverse baite e alpeggi prima, da un tratto di bosco, e da una ripida discesa su mulattiera insidiosa di sassi e foglie scivolose poi, ci riporta al bivio di Curnalesc. Di li all'auto verso le 16.30. Provvidenziale la fontana finale.
Birra finale & relax sempre da https://www.miralago.net/
Bella esplorazione e ottima compagnia.
Gran begli alpeggi. Interessante anche per future ulteriori escursioni.
Soddisfattissimo. Alla prossima.
ivanbutti Andiamo in Val Tartano, per la prima volta partendo da Campo, per salire la Cima Zocca, a me sconosciuta fino a qualche giorno prima. Seguiamo le preziose indicazioni forniteci al bar dell'hotel Miralago, che ci dà anche molto gentilmente delle cartine che si riveleranno utili. Così imbocchiamo il sentiero 160 che sale bello ripido fino alla Casera Piazzo; qui anzichè seguire a sx il largo sentiero che porta alla Baita Baseta, prendiamo a dx per andare verso la baita Piana quota 1860; dopo un primo errore (ci addentriamo troppo in piano su un sentiero che poi si perde) torniamo indietro un pò ed imbocchiamo un altro sentiero evidente ma non bollato che sale e ci porta infatti dopo un pò alla baita Piana; ora a sx, in piano verso la Baseta, dove abbandoniamo il cammino bollato x seguire una traccia, segnata sulla cartina e della quale ci avevano parlato al Miralago, che sale seguendo all'incirca la cresta. Il sentiero non è pericoloso, occorre certamente attenzione nell'ultimo tratto dove esso un pò si perde e si sale in parte nell'erba ripida, anche se ci sono sempre delle belle zolle che aiutano la progressione. Arriviamo così sulla vetta, dove è presente una croce molto alta; peccato per le nubi che, coprono quasi tutte le vette nei dintorni, perchè il panorama deve essere veramente di prim'ordine. Oltretutto tira un venticello freschino, per cui a pranzare scendiamo al pianoro sottostante la vetta ed opposto rispetto alla ns via di salita. Qui, riparati dal vento su dei bei sassoni, ci svacchiamo e facciamo una sosta prolungata come al solito. Poi si inizia la discesa passando dall'Alpe Dassola, dal larice monumentale e poi, dopo un tratto in falsopiano, scendiamo in modo più deciso fino ad incontrare il sentiero della mattina a quota 1450 circa; ci sono ancora 400 m. di discesa, ma è molto ripida e in mezz'ora siamo a Campo, dove ci rinfreschiamo per bene prima in una fontana (lungo il cammino stranamente non ce ne sono, nemmeno agli alpeggi incontrati) e poi con un birrozzo al Miralago. La Val Tartano sinora l'abbiamo piuttosto trascurata ma ci sono molte altre escursioni interessanti che meritano sicuramente; alla prossima.
wondertsu
Diciamo che tra le cose facili e le cose difficili io scelgo quelle impossibili :)
Periodo più incasinato del solito per una serie di impegni personali che mi fanno fare tripli salti carpiati, ma ...al sabato, alla camminata, alla mia boccata d'ossigeno, al piacere di stare insieme al gruppo... no non rinuncio.
E si corre.
Si rincorre ad un ritmo forsennato.
E' ora di fermarsi un pò. Bisogna tornare a sentire.
Emozionarsi.
Bisogna tornare umani.
Su ogni montagna, se cercate, troverete una porta che vi condurrà in un mondo magico, fatto di forme e colori, di storie raccontate dal vento. Se ci si ferma ad ammirare ci si accorgerà che anche il più piccolo dei sassi, in quel mondo, ha una grandissima importanza, che ogni fiore, ogni animale sono parte di un paesaggio che sfuma verso l'infinito.
Bell'avventura anche oggi.
Soddisfatissima!
Da una relazione vista su hikr di NrcSlv , e da una lettura di Massimo su Orobie, traiamo l'ispirazione per questa esplorazione in una parte della val Tartano a noi ancora sconosciuta.
Siamo un bel gruppo, con anche Tizi, Miky, Beppe e Sara, caffè mattutino al Miralago, dove il gentilissimo gestore ci da parecchie dritte, e anche delle utilissime cartine,
provvidenziali oggi che il mio gps e Orux han deciso di mettermi alla prova.
Park facile a fianco al cimitero, la zona Ponte nel cielo oggi è ancora poco frequentata.
Imbocchiamo il sent. 160, scende leggermente x poi cominciare a salire dalla strada, su una sterrata lunga e a tratti bella ripida, che sale a tornanti nel bosco, umido. Al bivio di Curnalesc, invece che proseguire sul 160, decidiamo di tentare l'anello dall'altro senso, e tiriamo dritti, arrivando alla stupenda posizione della Casera Piazzo.
Da qui, anzichè proseguire sulla sterrata, decidiamo di percorrere un sentiero segnato sulla carta, dopo aver seguito una falsa traccia, intercettiamo quella corretta, molto panoramica, che taglia e risale il pendio, ritrovando poco piu' sopra la sterrata, in corrispondenza della Baita nuova. Ritorniamo sulla sterrata comodamente fino alla altrettanto panoramica baita Basèta, posta proprio all'imbocco del crinale che porta verso la cima.
Da li, viene naturale decidere di puntarla direttamente. Bellissima la cresta, che dopo un primo tratto nel bosco, tra alti alberi scheletrici e spettrali, in un ambiente suggestivo, ci consente di godere di panorami bellissimi sulla val Tartano e sulla Valtellina. L'ultimo tratto prevede, evitando la sottile cresta, un lungo ed impegnativo traverso su infidi e ripidissimi paglioni, oggi per fortuna ben asciutti, a picco sul versante sottostante, ed un ultimo strappo ripido che deposita sulla cima, Zocca o Dassola che si voglia, in circa 3 ore comode.
Questo tratto finale lo classificherei T3, x la difficolta' del terreno. Vietato scivolare.
Foto di vetta, e di rito ai bellissimi panorami a 360°. Un'arietta fastidiosa ci convince a valicare e scendere nella conca sottostante, gia' sul sentiero di discesa verso l'alpe Dassola.
Luuuuuunga sosta godereccia al solito, nei Nostri canoni, con relax & chiacchiere annesse.
Poco dopo le 14, iniziamo la comoda panoramica discesa, che passando dal solivo versante e da diverse baite e alpeggi prima, da un tratto di bosco, e da una ripida discesa su mulattiera insidiosa di sassi e foglie scivolose poi, ci riporta al bivio di Curnalesc. Di li all'auto verso le 16.30. Provvidenziale la fontana finale.
Birra finale & relax sempre da https://www.miralago.net/
Bella esplorazione e ottima compagnia.
Gran begli alpeggi. Interessante anche per future ulteriori escursioni.
Soddisfattissimo. Alla prossima.
ivanbutti Andiamo in Val Tartano, per la prima volta partendo da Campo, per salire la Cima Zocca, a me sconosciuta fino a qualche giorno prima. Seguiamo le preziose indicazioni forniteci al bar dell'hotel Miralago, che ci dà anche molto gentilmente delle cartine che si riveleranno utili. Così imbocchiamo il sentiero 160 che sale bello ripido fino alla Casera Piazzo; qui anzichè seguire a sx il largo sentiero che porta alla Baita Baseta, prendiamo a dx per andare verso la baita Piana quota 1860; dopo un primo errore (ci addentriamo troppo in piano su un sentiero che poi si perde) torniamo indietro un pò ed imbocchiamo un altro sentiero evidente ma non bollato che sale e ci porta infatti dopo un pò alla baita Piana; ora a sx, in piano verso la Baseta, dove abbandoniamo il cammino bollato x seguire una traccia, segnata sulla cartina e della quale ci avevano parlato al Miralago, che sale seguendo all'incirca la cresta. Il sentiero non è pericoloso, occorre certamente attenzione nell'ultimo tratto dove esso un pò si perde e si sale in parte nell'erba ripida, anche se ci sono sempre delle belle zolle che aiutano la progressione. Arriviamo così sulla vetta, dove è presente una croce molto alta; peccato per le nubi che, coprono quasi tutte le vette nei dintorni, perchè il panorama deve essere veramente di prim'ordine. Oltretutto tira un venticello freschino, per cui a pranzare scendiamo al pianoro sottostante la vetta ed opposto rispetto alla ns via di salita. Qui, riparati dal vento su dei bei sassoni, ci svacchiamo e facciamo una sosta prolungata come al solito. Poi si inizia la discesa passando dall'Alpe Dassola, dal larice monumentale e poi, dopo un tratto in falsopiano, scendiamo in modo più deciso fino ad incontrare il sentiero della mattina a quota 1450 circa; ci sono ancora 400 m. di discesa, ma è molto ripida e in mezz'ora siamo a Campo, dove ci rinfreschiamo per bene prima in una fontana (lungo il cammino stranamente non ce ne sono, nemmeno agli alpeggi incontrati) e poi con un birrozzo al Miralago. La Val Tartano sinora l'abbiamo piuttosto trascurata ma ci sono molte altre escursioni interessanti che meritano sicuramente; alla prossima.
wondertsu
Diciamo che tra le cose facili e le cose difficili io scelgo quelle impossibili :)
Periodo più incasinato del solito per una serie di impegni personali che mi fanno fare tripli salti carpiati, ma ...al sabato, alla camminata, alla mia boccata d'ossigeno, al piacere di stare insieme al gruppo... no non rinuncio.
E si corre.
Si rincorre ad un ritmo forsennato.
E' ora di fermarsi un pò. Bisogna tornare a sentire.
Emozionarsi.
Bisogna tornare umani.
Su ogni montagna, se cercate, troverete una porta che vi condurrà in un mondo magico, fatto di forme e colori, di storie raccontate dal vento. Se ci si ferma ad ammirare ci si accorgerà che anche il più piccolo dei sassi, in quel mondo, ha una grandissima importanza, che ogni fiore, ogni animale sono parte di un paesaggio che sfuma verso l'infinito.
Bell'avventura anche oggi.
Soddisfatissima!
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