Passo di Campagneda (m 2626)
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Un amico ha espresso il desiderio di avvicinarsi all’attività scialpinistica; così, per oggi, abbiamo organizzato un’escursione a scopo didattico/promozionale. Quest’anno, oltre alla difficoltà del percorso, all’assenza di pericoli, alla bellezza posto, alle condizioni meteo, bisogna anche cercare la neve. Ma il posto adatto al nostro scopo, alla fine lo troviamo: il Passo di Campagneda.
Siamo in Val Malenco, più precisamente in Valle Lanterna, al cospetto del Pizzo Scalino (solo per citare la cima più rappresentativa). Un luogo fortemente antropizzato: bacini idroelettrici e la secolare attività mineraria (amianto e serpentini) ora molto ridimensionata, ma che offre angoli ancora selvaggi e altri di amena bellezza. Il vallone che porta alla nostra meta appartiene quest’ultima categoria: un ampio vallone impreziosito da una serie di laghetti. In genere è percorso dagli scialpinisti che hanno come meta lo Scalino. L’escursione al Passo di Campagneda per gran parte del suo sviluppo ha pendenza troppo lieve e, se offre una piacevole salita, consente scarso divertimento nella discesa: spesso si è costretti a spingere. Solo in prossimità del passo il terreno si impenna un pochino e richiede persino qualche conversione. Ma come primo approccio alla disciplina è l’ideale.
LOCALITA' DI PARTENZA.
Campo Moro, parcheggio in corrispondenza della stradina che porta ai rifugi Cristina e Ca’ Runcasch, prima dell’imbocco di una galleria a circa un chilometro prima della diga del lago di Campo Moro.
ATTREZZATURA.
Quella standard da scialpinismo. Ricordo che il set di emergenza: Artva, pala e sonda è obbligatorio per legge quando si percorre terreno innevato, qualsiasi sia l’attività svolta, non solo per gli scialpinisti, ma anche per i ciaspolatori.
DIFFICOLTÀ.
Complessivamente l’escursione è classificabile facile, solo il tratto a ridosso del passo può essere considerato poco difficile, ma un breve tratto (F/PD-; MS; 1.1 – in base alle varie scale). Si percorre un ampissimo vallone con pendii aperti e con pendenze al di sotto dei 25° sia in salita che in discesa (S2). Non si devono affrontare ostacoli e l’esposizione è quella determinata dal pendio stesso (E1).
QUOTA MASSIMA: m 2637, nei pressi di Passo Campagneda.
QUOTA MINIMA: m 1964, al parcheggio.
SVILUPPO: km 11.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 04:50.
TEMPO DI SALITA: ore 03:20.
TEMPO DI DISCESA:ore 01:30.
DESCRIZIONE PERCORSO.
Si comincia a salire seguendo la strada che porta ai rifugi. Appena superato un ponte su un piccolo torrente, si abbandona il tracciato stradale per imboccare, sulla destra, una larga traccia che si alza nel bosco seguendo la sponda orografica destra del torrentello. Usciti dal bosco, in breve si giunge in vista, alla nostra sinistra, di un gruppetto di baite che raggiungiamo, per poi proseguire in direzione est tenendosi sul fianco orografico sinistro del vallone fino a transitare in prossimità dello Stallone di Campagneda. A questo punto si procede in terreno libero e molto aperto del fondovalle scegliendo, a seconda delle condizioni, la traccia più consona, e puntando al largo passo che è ben visibile in fondo alla valle. Superato un lungo tratto in dolce pendenza, in prossimità dei laghetti di Campagneda (con la neve si notano poco, ma ce ne sono una mezza dozzina), che lasceremo alla nostra sinistra, la salita si fa più accentuata e, seguendo grosso modo il tracciato del sentiero estivo si supera, con una serie di svolte, il tratto più ripido dell’escursione. Un altro tratto in minore pendenza e si sbuca in prossimità del Passo di Campegnada (m 2626). Una piccola deviazione a sinistra, per raggiungere, poco più in alto del passo, un gruppo di rocce affioranti dalla neve dove predisporci per la discesa all’asciutto e, anche, per una breve sosta.
Per la discesa si segue il medesimo itinerario. Superato il tratto più ripido su neve primaverile ma sciabile (un po’ di divertimento), superata la zona dei laghetti, abbiamo dovuto spingere parecchio di braccia. Arrivati all’altezza dello Stallone, abbiamo deviato a destra per il Rifugio Ca’ Runcasch, dove ci siamo concessi una sosta per rifocillarci comodamente seduti al sole sulla terrazza.
Per il ritorno al parcheggio abbiamo optato di percorrere la stradina. Non è stata una scelta azzeccata, perché la stradina, dopo poche centinaia di metri, era praticamente priva di innevamento e abbiamo dovuto percorrerne lunghi tratti con gli sci in spalla.
NEVE.
Nei giorni scorsi è nevicato: ci sono circa 20/25 centimetri di neve fresca non ancora trasformata. Leggero rigelo notturno. Inizialmente crosta non portante, poi con l'alzarsi della temperatura è diventata più primaverile (mollacciona) e più sciabile.
METEO.
Cielo velato. Calma di vento. Temperatura alla partenza 1,5°, al Passo 14°, al termine 19°.
FREQUENTAZIONE.
La zona è parecchio frequentata. Incontrati diversi scialpinisti e qualche escursionista a piedi.
COMPAGNI: Andrea e Paolo.
Siamo in Val Malenco, più precisamente in Valle Lanterna, al cospetto del Pizzo Scalino (solo per citare la cima più rappresentativa). Un luogo fortemente antropizzato: bacini idroelettrici e la secolare attività mineraria (amianto e serpentini) ora molto ridimensionata, ma che offre angoli ancora selvaggi e altri di amena bellezza. Il vallone che porta alla nostra meta appartiene quest’ultima categoria: un ampio vallone impreziosito da una serie di laghetti. In genere è percorso dagli scialpinisti che hanno come meta lo Scalino. L’escursione al Passo di Campagneda per gran parte del suo sviluppo ha pendenza troppo lieve e, se offre una piacevole salita, consente scarso divertimento nella discesa: spesso si è costretti a spingere. Solo in prossimità del passo il terreno si impenna un pochino e richiede persino qualche conversione. Ma come primo approccio alla disciplina è l’ideale.
LOCALITA' DI PARTENZA.
Campo Moro, parcheggio in corrispondenza della stradina che porta ai rifugi Cristina e Ca’ Runcasch, prima dell’imbocco di una galleria a circa un chilometro prima della diga del lago di Campo Moro.
ATTREZZATURA.
Quella standard da scialpinismo. Ricordo che il set di emergenza: Artva, pala e sonda è obbligatorio per legge quando si percorre terreno innevato, qualsiasi sia l’attività svolta, non solo per gli scialpinisti, ma anche per i ciaspolatori.
DIFFICOLTÀ.
Complessivamente l’escursione è classificabile facile, solo il tratto a ridosso del passo può essere considerato poco difficile, ma un breve tratto (F/PD-; MS; 1.1 – in base alle varie scale). Si percorre un ampissimo vallone con pendii aperti e con pendenze al di sotto dei 25° sia in salita che in discesa (S2). Non si devono affrontare ostacoli e l’esposizione è quella determinata dal pendio stesso (E1).
QUOTA MASSIMA: m 2637, nei pressi di Passo Campagneda.
QUOTA MINIMA: m 1964, al parcheggio.
SVILUPPO: km 11.
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 04:50.
TEMPO DI SALITA: ore 03:20.
TEMPO DI DISCESA:ore 01:30.
DESCRIZIONE PERCORSO.
Si comincia a salire seguendo la strada che porta ai rifugi. Appena superato un ponte su un piccolo torrente, si abbandona il tracciato stradale per imboccare, sulla destra, una larga traccia che si alza nel bosco seguendo la sponda orografica destra del torrentello. Usciti dal bosco, in breve si giunge in vista, alla nostra sinistra, di un gruppetto di baite che raggiungiamo, per poi proseguire in direzione est tenendosi sul fianco orografico sinistro del vallone fino a transitare in prossimità dello Stallone di Campagneda. A questo punto si procede in terreno libero e molto aperto del fondovalle scegliendo, a seconda delle condizioni, la traccia più consona, e puntando al largo passo che è ben visibile in fondo alla valle. Superato un lungo tratto in dolce pendenza, in prossimità dei laghetti di Campagneda (con la neve si notano poco, ma ce ne sono una mezza dozzina), che lasceremo alla nostra sinistra, la salita si fa più accentuata e, seguendo grosso modo il tracciato del sentiero estivo si supera, con una serie di svolte, il tratto più ripido dell’escursione. Un altro tratto in minore pendenza e si sbuca in prossimità del Passo di Campegnada (m 2626). Una piccola deviazione a sinistra, per raggiungere, poco più in alto del passo, un gruppo di rocce affioranti dalla neve dove predisporci per la discesa all’asciutto e, anche, per una breve sosta.
Per la discesa si segue il medesimo itinerario. Superato il tratto più ripido su neve primaverile ma sciabile (un po’ di divertimento), superata la zona dei laghetti, abbiamo dovuto spingere parecchio di braccia. Arrivati all’altezza dello Stallone, abbiamo deviato a destra per il Rifugio Ca’ Runcasch, dove ci siamo concessi una sosta per rifocillarci comodamente seduti al sole sulla terrazza.
Per il ritorno al parcheggio abbiamo optato di percorrere la stradina. Non è stata una scelta azzeccata, perché la stradina, dopo poche centinaia di metri, era praticamente priva di innevamento e abbiamo dovuto percorrerne lunghi tratti con gli sci in spalla.
NEVE.
Nei giorni scorsi è nevicato: ci sono circa 20/25 centimetri di neve fresca non ancora trasformata. Leggero rigelo notturno. Inizialmente crosta non portante, poi con l'alzarsi della temperatura è diventata più primaverile (mollacciona) e più sciabile.
METEO.
Cielo velato. Calma di vento. Temperatura alla partenza 1,5°, al Passo 14°, al termine 19°.
FREQUENTAZIONE.
La zona è parecchio frequentata. Incontrati diversi scialpinisti e qualche escursionista a piedi.
COMPAGNI: Andrea e Paolo.
Tourengänger:
Alberto C.

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