Monte Croce di Muggio - 1799 m

paolo aaeabe
La neve e il favonio rendono impegnativo camminare alle più alte quote, pertanto ricadiamo ancora una volta nel territorio di casa, il triangolo lariano.
Ivan propone l'escursione, ma poi una volta sul posto abbiamo solo una vaga idea di dove posare i piedi per iniziare l'itinerario. Ci troviamo quasi per caso al santuario della Madonna delle Lacrime, nella frazione di Lezzeno. Da subito comprendiamo che è il luogo ideale per incamminarci. La chiesa è affacciata sul lago, c'è un ampio parcheggio e il sentiero del viandante che passa proprio da lì. Lo seguiamo per circa un chilometro fino a Pendaglio da dove inizia la vera e propria salita. Una bella salita.
Lo sappiamo che a queste quote il bosco la fa da padrone, ma poi, dopo un buon dislivello, raggiunto l'alpeggio di Camaggiore la vegetazione si fa più rada e la vista spazia su quello che è uno dei panorami più spettacolari delle nostre montagne. 
Ancora ci spostiamo di poco più a nord, fino a salire il ventoso e fresco costone che ci porterà in vetta.
A parte le foto di rito, con il vento gelido non c'è molto spazio per i convenevoli... ci precipitiamo in una più accogliente e riparata Alpe Giumello dove ci rifocilliamo.
Parecchia gente in giro, qui la strada ferisce la montagna e sputa turisti per ogni dove.
Sbagliando pensavo che da questo punto a scendere avrei incontrato la parte meno interessante della montagna, invece è stato il contrario. Una bella vegetazione, varia dall'erica alle ginestre, dalle betulle al ginepro, con qualche rocccetta, poi un paesello fiabesco Tedoldo e Monte Busè. In seguito non mancano nuovi scorci aperti sul lago come l'oratorio di San Grato e la Croce di Camaggiore.
Nello scendere ancora è inevitabile percorrere qualche centinaio di metri su asfalto, ma solo per un breve tratto essendo disponibili varie alternative nel verde. 
Giunti ormai a bassa quota, sarà di nuovo il sentiero del Viandante a condurci all'auto.

ivanbutti 
Ritorno dopo qualche anno al Croce di Muggio;  l'ultima volta, anche se l'itinerario allora fu un pò diverso, c'era con me anche il caro amico Beppe Roncoroni e salendo lo ricordo spesso. Sono, come ormai sta diventando d'abitudine, la scopa del gruppo. Specie nei punti dove il sentiero impenna la fatica è tanta, ma pian piano arrivo all'anticima e da lì ormai è fatta. Sosta prolungata con svacco alla Chiesetta della Madonna della Neve e poi via con la discesa. Ah, quasi dimenticavo, ormai noi ci siamo abituati e quasi non ci badiamo più:  i panorami sono davvero super, con le montagne dell'alto lago a fare da sfondo allo stupendo fiordo incastonato che madre natura ci ha regalato. 

wondertsu
Ci sono posti avvolti nella magia, attimi di tempo che fanno di un'immagine una poesia.

Le poche cose grandi che contano devono essere tenute d'occhio, il resto si può tranquillamente lasciar cadere. E quelle poche cose grandi si trovano dappertutto, dobbiamo riscoprirle ogni volta in noi stessi per poterci rinnovare alla loro sorgente.

Ormai si sa quanto per me siano importanti i sabati, mi sento viva quando cammino in montagna.
La sento l'aria cambiare, quell'anticipo di primavera che sembra suggerire all'anima "adesso verrai scaldata dal sole".
E' una carezza, un abbraccio, la promessa di colori e odori che rigenerano e rinnovano la pelle.

Ci sono de posti magici dove il vento lascia pensieri per chiunque li voglia raccogliere.

Strasoddisfatta anche oggi,
Grazie a tutti della compagnia.