Monte Solena (m.2901)
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Dal parcheggio della Chiesa di Sant'Erasmo (m.1962) nei pressi del Rifugio Solena a Cancano si segue l'ampio stradone sterrato diretto in Valle Forcola per meno di 10 minuti, lasciandolo poi a destra per un'altra stradina che punta una bella baita isolata. Si segue una traccia di passaggio nel prato alle spalle della costruzione, in cui al margine del bosco di pino mugo si trovano due deteriorati cartelli in legno indicanti la nostra meta, che curiosamente invitano sia a sinistra che a destra. Si va a destra, visto che il sentiero è lì da vedere bello evidente...
Il sentiero procede piacevolmente in salita a svolte coprendo circa 300 metri di dislivello nel rado bosco di mughi, offrendo piacevoli squarci panoramici, ulteriormente accresciuti una volta allo scoperto sul bellissimo poggio panoramico (I Alt, m.2291) con baitello rosso. I diversi escursionisti incontrati alla partenza si fermano tutti qui, nessuno escluso, a godere il panorama e un gradevole pic-nic...
Si prosegue su invitante sentiero a mezzacosta a destra, puntando la valle della Forcola che ora si domina dall'alto; qui un ometto invita a un falsopiano (sentiero pure non ufficiale ma indicato su carta) ma la nostra meta è in alto, per cui seguendo un ulteriore ometto tramite sentierino esile si inizia a salire liberamente l'ampio pendio prativo. Si oltrepassa qualche dosso in lieve salita e falsopiano guadagnando quota gradualmente e con poca fatica, mentre il Monte Solena comincia ad imporsi alla vista. Alla fine di questa zona molto gradevole e soleggiata ci si trova in una sorta di "pianoro della meditazione" con grossi blocchi isolati, caratterizzata da una piccola depressione, altro ideale luogo di sosta.
I dolci prati precedenti subiscono qui una forte impennata permettendo così di giungere in breve all'erta sommitale, caratterizzata da infido e fine terreno detritico, Leitmotive delle aspre montagne che cingono i laghi di Cancano e San Giacomo: benchè la dorsale rimanga sempre larga e tendenzialmente offra più possibilità da qui in avanti la verà difficoltà consiste nel mantenersi in equilibrio su queste pendenze. Davanti alle prime roccette, cui affidarsi davvero con cautela estrema, conviene seguire queste per avere prese ed appoggi anche per le mani, sicuramente meglio del terriccio franoso, senza mai superare il I°+; in costante concentrazione, su questo terreno pessimo, si risale penosamente la china seguendo anche qualche ometto e rade tracce sul filo aggirando infine sulla sinistra una prominenza, superata la quale con ultimo sforzo e su terreno appena più stabile si è all'uomo di vetta* (m.2901).
La vista è davvero meravigliosa, benchè chiusa a Nord dal vicino ed imponente Piz Schumbraida, stupendo da qui (come da altre parti), collegato con un'ardita cresta costellata di denti e gendarmi calcarei al Monte Solena, in cui campeggia anche un paletto commemorativo. Giusto il tempo per qualche foto, senza rendermi conto di un dettaglio* non da poco, e - poichè
CChiara si è fermata all'inizio della parte ostica - scendo a raggiungerla ripercorrendo con somma cautela i miei passi, visto che davvero non è facile restare in piedi. Giunto poco sopra la zona più arrampicatoria decido per una variante (adocchiata in salita) apparentemente più docile, ovvero uno stretto e lungo canalino che pur in forte pendenza permette di agevolarsi con le mani, sempre su terreno franosissimo; un budello con saltino di roccia (II°+) si supera in aderenza sullo stretto constatando come la roccia a sinistra sia stabile e a destra pronta a staccarsi al minimo contatto. Superato il passaggino non difficile ma delicato si torna a ragionare (e rotolare), non fosse che il canale diventa completamente terroso e passare ai prati diventa quasi utopistico poichè appigli e appoggi vanno cercati solo su arenaria e sassi mobili, ma con stile personale e qualche rischio se ne esce comunque.
Raggiunta
CChiara, che nel frattempo era ridiscesa al placido pianoro della meditazione ad attendermi con pazienza, ci godiamo un pò la pace del luogo, che dopo tanto rotolar di sassi non fa affatto male... prima di riprendere il cammino con medesimo itinerario, tagliato sul finire per prati ripidi senza riportarsi sul versante della Valle Forcola. Dal pianoro di I Alt (m.2291) si segue infine fedelmente il comodo sentiero e poi sterrata sino al punto di partenza.
* Convinto di essere salito in vetta al Monte Solena, con sorpresa scoprirò da una consultazione in rete che la vetta vera e propria (m.2915), non immediatamente intuibile, si trovava in realtà poco a destra, confusa tra gli erti bastioni che si protraggono alla vicina mole del Piz Schumbraida, raggiungibile tramite breve discesa e risalita erta. Non avendoci badato sul momento, trovandomi su bella sommità con tanto di uomo di vetta e palo metallico, e non avendo neanche visto ometti che indicassero un eventuale proseguimento di fatto manca questo pezzettino finale, e la quota raggiunta (m.2901) ne è quindi la anticima Sud.
CChiara
Meravigliosa uscita ancora su una delle mie montagne che, con un po' di vergogna per non averlo fatto prima, comincio a conoscere ed apprezzare. Montagne austere, arcigne, spigolose e forse per anche per questo affascinanti ma insidiose e temibili. Su questa montagna in particolare ho ritrovato la rara delicata e forte stella alpina fiore veramente splendido che non può non entrarti dentro!
STELLA ALPINA
di Cristiano Imperiali
Il tuo cuore è una stella alpina sul tetto della montagna del mio desiderio. È difficile da scalare, faticoso da affrontare, e il rischio di cadere aumenta ad ogni passo che ti avvicina alla meta. E una volta arrivato in cima e colto il fiore che desideravi, dovrai saper gustare il suo profumo senza che questo ti faccia perdere il tuo equilibrio, perché arrivato così in alto potrai scendere solo precipitando, colpendo e ferendoti su ogni sporgenza su cui ti eri spinto per salire fino a quel punto.
Il sentiero procede piacevolmente in salita a svolte coprendo circa 300 metri di dislivello nel rado bosco di mughi, offrendo piacevoli squarci panoramici, ulteriormente accresciuti una volta allo scoperto sul bellissimo poggio panoramico (I Alt, m.2291) con baitello rosso. I diversi escursionisti incontrati alla partenza si fermano tutti qui, nessuno escluso, a godere il panorama e un gradevole pic-nic...
Si prosegue su invitante sentiero a mezzacosta a destra, puntando la valle della Forcola che ora si domina dall'alto; qui un ometto invita a un falsopiano (sentiero pure non ufficiale ma indicato su carta) ma la nostra meta è in alto, per cui seguendo un ulteriore ometto tramite sentierino esile si inizia a salire liberamente l'ampio pendio prativo. Si oltrepassa qualche dosso in lieve salita e falsopiano guadagnando quota gradualmente e con poca fatica, mentre il Monte Solena comincia ad imporsi alla vista. Alla fine di questa zona molto gradevole e soleggiata ci si trova in una sorta di "pianoro della meditazione" con grossi blocchi isolati, caratterizzata da una piccola depressione, altro ideale luogo di sosta.
I dolci prati precedenti subiscono qui una forte impennata permettendo così di giungere in breve all'erta sommitale, caratterizzata da infido e fine terreno detritico, Leitmotive delle aspre montagne che cingono i laghi di Cancano e San Giacomo: benchè la dorsale rimanga sempre larga e tendenzialmente offra più possibilità da qui in avanti la verà difficoltà consiste nel mantenersi in equilibrio su queste pendenze. Davanti alle prime roccette, cui affidarsi davvero con cautela estrema, conviene seguire queste per avere prese ed appoggi anche per le mani, sicuramente meglio del terriccio franoso, senza mai superare il I°+; in costante concentrazione, su questo terreno pessimo, si risale penosamente la china seguendo anche qualche ometto e rade tracce sul filo aggirando infine sulla sinistra una prominenza, superata la quale con ultimo sforzo e su terreno appena più stabile si è all'uomo di vetta* (m.2901).
La vista è davvero meravigliosa, benchè chiusa a Nord dal vicino ed imponente Piz Schumbraida, stupendo da qui (come da altre parti), collegato con un'ardita cresta costellata di denti e gendarmi calcarei al Monte Solena, in cui campeggia anche un paletto commemorativo. Giusto il tempo per qualche foto, senza rendermi conto di un dettaglio* non da poco, e - poichè

Raggiunta

* Convinto di essere salito in vetta al Monte Solena, con sorpresa scoprirò da una consultazione in rete che la vetta vera e propria (m.2915), non immediatamente intuibile, si trovava in realtà poco a destra, confusa tra gli erti bastioni che si protraggono alla vicina mole del Piz Schumbraida, raggiungibile tramite breve discesa e risalita erta. Non avendoci badato sul momento, trovandomi su bella sommità con tanto di uomo di vetta e palo metallico, e non avendo neanche visto ometti che indicassero un eventuale proseguimento di fatto manca questo pezzettino finale, e la quota raggiunta (m.2901) ne è quindi la anticima Sud.

Meravigliosa uscita ancora su una delle mie montagne che, con un po' di vergogna per non averlo fatto prima, comincio a conoscere ed apprezzare. Montagne austere, arcigne, spigolose e forse per anche per questo affascinanti ma insidiose e temibili. Su questa montagna in particolare ho ritrovato la rara delicata e forte stella alpina fiore veramente splendido che non può non entrarti dentro!
STELLA ALPINA
di Cristiano Imperiali
Il tuo cuore è una stella alpina sul tetto della montagna del mio desiderio. È difficile da scalare, faticoso da affrontare, e il rischio di cadere aumenta ad ogni passo che ti avvicina alla meta. E una volta arrivato in cima e colto il fiore che desideravi, dovrai saper gustare il suo profumo senza che questo ti faccia perdere il tuo equilibrio, perché arrivato così in alto potrai scendere solo precipitando, colpendo e ferendoti su ogni sporgenza su cui ti eri spinto per salire fino a quel punto.
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