Monte Scerrè e Linea Cadorna
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Breve e facile passeggiata nei boschi a cavallo fra Valganna e Valcuvia: oltre ai bei panorami sulle due vallate e, molto più lontano, fino al Lago Maggiore, si presenta l'occasione di visitare l'antica frazione di Mondonico, dove la presenza di molte lussuose ville di vacanza sparse discretamente nelle selve non ha impedito il mantenersi intatto del centro originale. Anche la salita al Monte Scerrè, le cui strutture militari della vetta sono ormai inglobate e parzialmente nascoste nella vegetazione, fa parte del contorno al nucleo principale dell'escursione: la visita al labirinto di trincee a camminamenti in galleria riferibili alla Linea Cadorna che si sviluppa nel territorio di Cunardo; il tutto è ben indicato e, per la gran parte, percorribile con il solo ausilio di una fonte di illuminazione, ma la manutenzione è assente e alcuni tunnel sono ricolmi di detriti ed immondizia trascinati da ruscelli di scolo che nessuno pensa a deviare...
Dal parcheggio si segue subito una pista forestale che si addentra in ciò che rimane di una faggeta: sono attualmente in corso i lavori di recupero dei moltissimi tronchi sradicati ed abbattuti da una qualche recente violenta tempesta; l'accumulo sparso di ramaglia e di tutto ciò che appare privo di utilità contribuisce notevolmente ad occultare le prime trincee e gli imbocchi delle gallerie di cemento. Il percorso delle strutture libere conduce, quando non franato o soggetto a sedimentazione di sabbia e sassi, a postazioni di fucileria o di mitragliatrici. La pista prosegue con pochi occasionali strappi di salita fino a sbucare nei vasti prati di un'azienda agricola, già in vista delle prime case di Mondonico (Valganna); il centro del paesino, non praticabile dalla maggior parte delle autovetture, si sviluppa in pendenza raccordando i vari livelli con passaggi coperti e scalinate fra le antiche abitazioni. Si volge a sinistra lungo la gradinata del Vicolo Scaletta e si imbocca sulla destra il sentiero che percorre a mezzacosta le pendici del Monte Mondonico: il percorso, immerso nel castagneto, si apre in un paio di punti con belle vedute sul Lago di Ganna e le sue propaggini paludose. Completato l'anello, si torna a Mondonico rientrando fra le abitazioni nei pressi della chiesa di Sant'Onofrio; si prosegue a destra lungo la Via Garibaldi che si segue fino a trovare ancora sulla destra la partenza della strada militare per il Monte Scerrè: come di norma costruttiva per questi percorsi, la salita è regolare e costante nel susseguirsi dei tornanti (è possibile una breve deviazione a sinistra verso il belvedere del Sass Ciucheta, con cappella mariana e area picnic), che si inanellano sempre più ravvicinati fino alla vetta. La cima del Monte Scerrè, ormai inglobata nella foresta, era una struttura della Linea Cadorna, dove la sommità era stata spianata in due piazzali adiacenti (con poco reciproco dislivello) per la probabile collocazione di cannoni in barbetta. Per il ritorno, l'idea di rifare pari-pari la via di salita non ci entusiasma affatto, per cui decidiamo di cercare e seguire una traccia di downhill per mountain-bike che avevo adocchiato su di una mappa: aggirando in senso orario il piazzale più basso senza perdere troppa quota, in breve si trova il sentiero. Il percorso, solo apparentemente tortuoso per assecondare le pendenze ed aumentare il divertimento, in realtà è piuttosto lineare lungo una vaghissima dorsale, e, attraversata una larga pista forestale, solo verso il basso affronta o aggira con qualche difficoltà un paio di canaloni franosi; raggiunto il piano in un'area più verde, in poche decine di metri si raggiunge la pista forestale a breve distanza dal parcheggio.
Dal parcheggio si segue subito una pista forestale che si addentra in ciò che rimane di una faggeta: sono attualmente in corso i lavori di recupero dei moltissimi tronchi sradicati ed abbattuti da una qualche recente violenta tempesta; l'accumulo sparso di ramaglia e di tutto ciò che appare privo di utilità contribuisce notevolmente ad occultare le prime trincee e gli imbocchi delle gallerie di cemento. Il percorso delle strutture libere conduce, quando non franato o soggetto a sedimentazione di sabbia e sassi, a postazioni di fucileria o di mitragliatrici. La pista prosegue con pochi occasionali strappi di salita fino a sbucare nei vasti prati di un'azienda agricola, già in vista delle prime case di Mondonico (Valganna); il centro del paesino, non praticabile dalla maggior parte delle autovetture, si sviluppa in pendenza raccordando i vari livelli con passaggi coperti e scalinate fra le antiche abitazioni. Si volge a sinistra lungo la gradinata del Vicolo Scaletta e si imbocca sulla destra il sentiero che percorre a mezzacosta le pendici del Monte Mondonico: il percorso, immerso nel castagneto, si apre in un paio di punti con belle vedute sul Lago di Ganna e le sue propaggini paludose. Completato l'anello, si torna a Mondonico rientrando fra le abitazioni nei pressi della chiesa di Sant'Onofrio; si prosegue a destra lungo la Via Garibaldi che si segue fino a trovare ancora sulla destra la partenza della strada militare per il Monte Scerrè: come di norma costruttiva per questi percorsi, la salita è regolare e costante nel susseguirsi dei tornanti (è possibile una breve deviazione a sinistra verso il belvedere del Sass Ciucheta, con cappella mariana e area picnic), che si inanellano sempre più ravvicinati fino alla vetta. La cima del Monte Scerrè, ormai inglobata nella foresta, era una struttura della Linea Cadorna, dove la sommità era stata spianata in due piazzali adiacenti (con poco reciproco dislivello) per la probabile collocazione di cannoni in barbetta. Per il ritorno, l'idea di rifare pari-pari la via di salita non ci entusiasma affatto, per cui decidiamo di cercare e seguire una traccia di downhill per mountain-bike che avevo adocchiato su di una mappa: aggirando in senso orario il piazzale più basso senza perdere troppa quota, in breve si trova il sentiero. Il percorso, solo apparentemente tortuoso per assecondare le pendenze ed aumentare il divertimento, in realtà è piuttosto lineare lungo una vaghissima dorsale, e, attraversata una larga pista forestale, solo verso il basso affronta o aggira con qualche difficoltà un paio di canaloni franosi; raggiunto il piano in un'area più verde, in poche decine di metri si raggiunge la pista forestale a breve distanza dal parcheggio.
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