Adula (3402m) - cresta nord ovest
|
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
La cresta nord-ovest dell'Adula è sicuramente un itinerario poco conosciuto e altrettanto poco frequentato.
Giorno 1 - Capanna Adula UTOE
Il primo giorno l'abbiamo dedicato all'avvicinamento alla capanna Adula UTOE, che si trova circa 400 metri più in quota rispetto a quella CAS. L'avvicinamento è molto piacevole, si percorre la non breve Val Carassina e si arriva in capanna a passo tranquillo in qualche ora.
Giorno 2 - Adula
Capanna - Inizio del ghiacciaio:
Sveglia alle 3:30, partenza alle 4:40. Quest'anno le condizioni del ghiacciaio non permettono di trovarsi nelle ore più calde sui ponti di neve, siccome essi sono molto fini o inesistenti. La prima parte della salita è relativamente facile, bisogna superare un piccolo risalto roccioso dopo la morena glaciale e continuare sui massi seguendo vari ometti di pietra fino alla base del ghiacciaio.
Inizio del ghiacciaio - Adula:
Viste le condizioni penose siamo saliti sul ghiacciaio solamente per raggiungere la cresta nord-ovest, tuttavia qui si sono presentate le difficoltà maggiori. Inizialmente abbiamo dovuto superare il crepaccio terminale passando su di un ponte di neve incerto, superato questo ci si è posto davanti un traverso molto in pendenza con ghiaccio vivo, seguito da un canalino di roccia altamente instabile che conduceva in cresta. Arrivati sulla cresta l'abbiamo percorsa senza difficoltà fino all'Adulajoch e in seguito sulla vetta dalla via normale.
Discesa:
Si sa, la maggior parte degli incidenti accadono in discesa, ed effettivamente questo è successo. Appena superato il difficile traverso sul ghiaccio vivo la nostra attenzione è calata, abbiamo cominciato a deconcentrarci. Sfortunatamente il mio compagno di cordata dietro di me è caduto, eravamo circa 20m sopra il crepaccio terminale e io sono stato strattonato verso il basso con lui. Fortunatamente siamo riusciti a fermarci qualche metro dopo, cosa non evidente siccome il ghiaccio vivo non permette alcun tipo di frenata con piccozza e ramponi. Con un grande spavento e un buco da rampone che costerà circa 2 punti di sutura, siamo tornati a casa sani e salvi.
Probabilmente qualcuno si chiederà come mai abbiamo intrapreso questa via e non la via Malvaglia o la normale. La domanda è lecita, la risposta non è altrettanto semplice.
Giorno 1 - Capanna Adula UTOE
Il primo giorno l'abbiamo dedicato all'avvicinamento alla capanna Adula UTOE, che si trova circa 400 metri più in quota rispetto a quella CAS. L'avvicinamento è molto piacevole, si percorre la non breve Val Carassina e si arriva in capanna a passo tranquillo in qualche ora.
Giorno 2 - Adula
Capanna - Inizio del ghiacciaio:
Sveglia alle 3:30, partenza alle 4:40. Quest'anno le condizioni del ghiacciaio non permettono di trovarsi nelle ore più calde sui ponti di neve, siccome essi sono molto fini o inesistenti. La prima parte della salita è relativamente facile, bisogna superare un piccolo risalto roccioso dopo la morena glaciale e continuare sui massi seguendo vari ometti di pietra fino alla base del ghiacciaio.
Inizio del ghiacciaio - Adula:
Viste le condizioni penose siamo saliti sul ghiacciaio solamente per raggiungere la cresta nord-ovest, tuttavia qui si sono presentate le difficoltà maggiori. Inizialmente abbiamo dovuto superare il crepaccio terminale passando su di un ponte di neve incerto, superato questo ci si è posto davanti un traverso molto in pendenza con ghiaccio vivo, seguito da un canalino di roccia altamente instabile che conduceva in cresta. Arrivati sulla cresta l'abbiamo percorsa senza difficoltà fino all'Adulajoch e in seguito sulla vetta dalla via normale.
Discesa:
Si sa, la maggior parte degli incidenti accadono in discesa, ed effettivamente questo è successo. Appena superato il difficile traverso sul ghiaccio vivo la nostra attenzione è calata, abbiamo cominciato a deconcentrarci. Sfortunatamente il mio compagno di cordata dietro di me è caduto, eravamo circa 20m sopra il crepaccio terminale e io sono stato strattonato verso il basso con lui. Fortunatamente siamo riusciti a fermarci qualche metro dopo, cosa non evidente siccome il ghiaccio vivo non permette alcun tipo di frenata con piccozza e ramponi. Con un grande spavento e un buco da rampone che costerà circa 2 punti di sutura, siamo tornati a casa sani e salvi.
Probabilmente qualcuno si chiederà come mai abbiamo intrapreso questa via e non la via Malvaglia o la normale. La domanda è lecita, la risposta non è altrettanto semplice.
Tourengänger:
Riccardo_R

Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare