Colle della Vecchia
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Quando la scorsa settimana siamo stati a Piedicavallo per trovare Paolo con sorella Mariangela e la Rosi, vedendo la selvaggia Valle del Cervo ravvivata dai primi colori dell’autunno, mi si era subito accesa la voglia di un ritorno escursionistico.
Detto fatto, recuperati un paio di “malnat” disponibili dal gruppo (il semperfidelis ZioMario e l’ottimo Giordano), abbiamo pianificato questa escursione, in una giornata precedente il previsto peggioramento del meteo.
Percorsa la A4 ed usciti al casello di Carisio, abbiamo raggiunto e superato Biella, per poi risalire la Valle del Cervo, fino al termine della strada, dove si trova il ridente paese di Piedicavallo.
Partiti a camminare prima delle otto, abbiamo iniziato a seguire la bella mulattiera che si mantiene sul lato idrografico sinistro della Valle del Cervo, risalendola con pendenze costanti e non esagerate e passando per alcuni caratteristici gruppi di baite (Rosei e Alpe Casette) per arrivare dopo circa due ore di cammino al Rifugio della Vecchia.
Fatta una breve sosta nei pressi del rifugio, abbiamo lasciato sotto una tettoia le bottiglie di vino e il cibo, per consumarli al ritorno e per alleggerire un po’ lo zaino nell’ultimo tratto di salita verso il Colle (+ 300 m circa).
Lasciato quindi il rifugio, abbiamo raggiunto il lago (vedendo alcune bollate, presumibilmente di trote) per poi affrontare l’ultimo tratto di salita ed arrivare al Colle della Vecchia (circa 1 ora dal rifugio).
Dopo le foto e le osservazioni di rito, lasciati gli zaini al passo, abbiamo proseguito ancora per una ventina di minuti sul versante valdostano, richiamati dalla bellezza della mulattiera e dai colori dei boschi.
Molto belli i panorami sulla Valle di Gressoney, dove siamo riusciti a vedere anche alcuni paesi di fondovalle (Gaby, Niel,ecc., posti che ho frequentato un bel po’ di tempo fa) e parte dei 4000 del gruppo del Monte Rosa.
Ritornati quindi al Colle e ripresi gli zaini, siamo scesi al rifugio, dove abbiamo sostato al Bivacco Maria Cristina, un po’ troppo frequentato dai topolini (inequivocabili le numerose tracce lasciate).
Terminato il lauto pranzo, ci siamo messi sulla via del ritorno seguendo lo stesso sentiero fatto all’andata, con il sole che pian piano è risuscito a farsi strada tra le nuvole.
Percorso facile anche se di buon dislivello (m 1150 + 100 per la digressione valdostana), che ci ha regalato grandi scorci panoramici e pillole di storia legate anche alla vicinanza con la Val d’Aosta.
Notevole l’incontro con gli ungulati (descritto nelle foto) e scarso quello con le persone (2 + 2 saliti da Piedicavallo e altri 4 escursionisti che abbiamo visto però da lontano mentre erano ancora molto in basso rispetto alla nostra posizione), tutte cose che hanno reso l’escursione ancora più “montana”.
E al ritorno a Piedicavallo classica e immancabile birra + patatine, momento in cui abbiamo coinvolto anche il nostro amico Paolo, mentre a Biella (su consiglio dell’amico Felice) ci siamo fermati alla Pasticceria Cervo.
Detto fatto, recuperati un paio di “malnat” disponibili dal gruppo (il semperfidelis ZioMario e l’ottimo Giordano), abbiamo pianificato questa escursione, in una giornata precedente il previsto peggioramento del meteo.
Percorsa la A4 ed usciti al casello di Carisio, abbiamo raggiunto e superato Biella, per poi risalire la Valle del Cervo, fino al termine della strada, dove si trova il ridente paese di Piedicavallo.
Partiti a camminare prima delle otto, abbiamo iniziato a seguire la bella mulattiera che si mantiene sul lato idrografico sinistro della Valle del Cervo, risalendola con pendenze costanti e non esagerate e passando per alcuni caratteristici gruppi di baite (Rosei e Alpe Casette) per arrivare dopo circa due ore di cammino al Rifugio della Vecchia.
Fatta una breve sosta nei pressi del rifugio, abbiamo lasciato sotto una tettoia le bottiglie di vino e il cibo, per consumarli al ritorno e per alleggerire un po’ lo zaino nell’ultimo tratto di salita verso il Colle (+ 300 m circa).
Lasciato quindi il rifugio, abbiamo raggiunto il lago (vedendo alcune bollate, presumibilmente di trote) per poi affrontare l’ultimo tratto di salita ed arrivare al Colle della Vecchia (circa 1 ora dal rifugio).
Dopo le foto e le osservazioni di rito, lasciati gli zaini al passo, abbiamo proseguito ancora per una ventina di minuti sul versante valdostano, richiamati dalla bellezza della mulattiera e dai colori dei boschi.
Molto belli i panorami sulla Valle di Gressoney, dove siamo riusciti a vedere anche alcuni paesi di fondovalle (Gaby, Niel,ecc., posti che ho frequentato un bel po’ di tempo fa) e parte dei 4000 del gruppo del Monte Rosa.
Ritornati quindi al Colle e ripresi gli zaini, siamo scesi al rifugio, dove abbiamo sostato al Bivacco Maria Cristina, un po’ troppo frequentato dai topolini (inequivocabili le numerose tracce lasciate).
Terminato il lauto pranzo, ci siamo messi sulla via del ritorno seguendo lo stesso sentiero fatto all’andata, con il sole che pian piano è risuscito a farsi strada tra le nuvole.
Percorso facile anche se di buon dislivello (m 1150 + 100 per la digressione valdostana), che ci ha regalato grandi scorci panoramici e pillole di storia legate anche alla vicinanza con la Val d’Aosta.
Notevole l’incontro con gli ungulati (descritto nelle foto) e scarso quello con le persone (2 + 2 saliti da Piedicavallo e altri 4 escursionisti che abbiamo visto però da lontano mentre erano ancora molto in basso rispetto alla nostra posizione), tutte cose che hanno reso l’escursione ancora più “montana”.
E al ritorno a Piedicavallo classica e immancabile birra + patatine, momento in cui abbiamo coinvolto anche il nostro amico Paolo, mentre a Biella (su consiglio dell’amico Felice) ci siamo fermati alla Pasticceria Cervo.
Tourengänger:
imerio

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