Monte Frisozzo 2897 m


Publiziert von Antonio59 ! , 20. Juli 2021 um 11:59.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:17 Juli 2021
Wandern Schwierigkeit: T6 - schwieriges Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:30
Aufstieg: 1830 m
Abstieg: 1830 m
Strecke:23,1 km Sentieri, tracce e tratto finali co passaggi di arrampicata esposti fino al III-
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Uscendo a Ceto dalla superstrada della Valcamonica, si sale verso il centro di Ceto e al suo ingresso sud parte la stradina per la Val Paghera, 8 km fino al parcheggio.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Idem
Kartennummer:Kompass Adamello Presanella n.71

Brutta roba quando ti rode un tarlo: il Monte Frisozzo. In fin dei conti chi lo conosce. La premessa è che questa cimetta ha o aveva il ghiacciaio più meridionale delle Alpi Retiche, e non meno importante la cima è tra le più prominenti delle Alpi. Infatti si trova online una tabella con le cime con prominenza di oltre 600 metri, ebbene dal Tonale alla Franciacorta lungo l'asse Oglio-lago d'Iseo ci sono solo Adamello e Frisozzo. Può bastare per farmi smaniare ogni volta che la vedo. Sarà l'età che avanza ma non voglio tornare a casa oggi senza fare un tentativo. Escludo la partenza da Cimbergo-Volano per il marcato saliscendi dopo il Forcellino del Tredenus, e dalla Rasega di Valle di Saviore per via del lungo lago d'Arno. Mi decido per la Val Paghera di Ceto, la più vicina al mio cascinale.


La sveglia non fa a tempo a suonare che sono già in pista e risalita la stretta e sconnessa stradina approdo alle case di Val Paghera che fa giorno la cartina nel parcheggio che indica con un cerchietto voi siete qui, alla quota 1189m. La notte ha piovuto, mannaggia. Risalgo la strada tra le baite, più su il torrente della Monocola si può passare su alcune assi sopraelevate e poco oltre c'è il bivio a destra per la Capanna Mattia, io proseguo dritto sulla via più larga e costruita da poco per la Malga Dois, ma appena oltre il bivio si attraversa il torrente Dois metà del quale su tronchi all'asciutto e l'altra metà alla speraindio e chiaramente finisco con un piede a mollo, ed ero anche con le scarpe basse. Ma chi se ne frega, non ci metteremo a frignare per un piede bagnato. La stradina sale ripidissima e termina alla Malga Dois 1715 che oggi riceverà un grande gregge di pecore, ora accampate per strada. Qui iniziano i dolori, finisce la strada e inizia il sentiero e l'erba è tutta bagnata dalla pioggia notturna, neanche a farlo apposta in un paio di pianori l'invadente vegetazione di Romice ( Lavazz ) dei pascoli iperazotati ( eufemismo per dire extra scagazzati ). Le piante mi arrivano quasi all'anca, e in men che non si dica sono con le gambe bagnate. Più in alto si entra nei prati più magri e tra le pietraie, alcuni muretti contro i massi ( Balmi ) indicano il sito delle baite di Pile. Più sopra si passa dal bellissimo laghetto delle Pile 2168. Da quota 2000 è sempre visibile il Rifugio Maria e Franco lassù sul Passo. Dopo un paio di bei nevai si affronta l'ultima salita nella pietraia e arrivo al rifugio per una pausa caffè. Due chiacchiere, la gestione è cambiata e il Giacomo che ha scoperto e tracciato la via non c'è più. Ci ho messo solo 3 ore e 20" invece che quasi 5 del cartello, ecco perchè mi sembrava di fare fatica. Nel frattempo il calore sviluppato dal corpo mi ha asciugato anche se il tempo non è poi così soleggiato. Preso il segnavia biancorosso per il Forcellino del Tredenus a sinistra ma dopo pochi minuti nei pressi di un grande ometto su un roccione, si stacca a destra la segnatura in blù, che per un bel pezzo viaggia parallela alla biancorossa ma più in alto. La via anche a saliscendi stà sotto e a sud le Cime di Val Ghilarda, i segni in parte stanno scomparendo, a volte bisogna fermarsi e guardarsi intorno, si dirigono verso la prima Conca di Dois verso una invalicabile bastionata, poi a quota 2710  inverte la rotta e cambia direzione e seguendo cengette e fasce erbose rimonta a una Sella che non è il punto più basso tra il Frisozzo e le Cime di Val Ghilarda, ma più in alto verso la maxima vetta. Potrebbe essere la Bocchetta Orientale di Dois. Qui la traccia traversa sul versante nord e passerebbe in un nevaietto ripido di neve marcia, lo aggiro perdendo un pò di metri. La segnatura va verso ovest e punta al crestone nod del Frisozzo, ma arrivato alla sua base , sale verso sud in un ripido canale-diedro in alto con un massone che lo sbarra lassù. Qui i segni finiscono con una freccia blù che indica la direzione. (Hic Sunt Leones sembra dire, arrangiatevi). Siamo sui 2820 m. Salgo il canale e arrivato al masso che sbarra la via scalo la placca a sinistra. A monte dell'ostacolo alcuni ometti indicano la direzione. Mi muovo con circospezione, sono solo e non voglio fare scemate, devo ricordarmi tutti i passaggi per ritornare al canale. Salendo facilmente sulle rocce arrivo alla sua sommità, C'è un ometto. Porca malora non è la cima. Più in là 50 metri e in alto di una decina di metri c'è la crocetta in ferro e il resto di un in legno. Le difficoltà aumentano, scendo un pò arrivo tra enormi massi, i segni non ci sono. Formano una caverna grande come un monolocale ( piccolo ). Provo a entrarci, ma non so come uscire dall'altra parte, ritorno e provo a scalare la placca esposta a destra ( salendo ) con attenzione, poi ancora qualche facile passaggio e sono alle croci. E' fatta. 2 foto e preferisco scendere, sarò più tranquillo quando sarò nel terreno facile. Con calma ritrovo tutti i passaggi, che in discesa sono anche peggio. Infine scendo anche la placca nel canale-diedro. E' fatta davvero, ripercorro tutta la strada dell'andata e alla Bocchetta quasi mi viene voglia di salire la più vicina Cima di Val Ghilarda, ma poi penso che possa bastare. Arrivo al rifugio che sono solo le 11,30, ora sono arrivate una ventina di persone da tutte le vie. Ma al Frisozzo non c'era nessuno, molto più gettonato il Re di Castello, appena più basso. Ripercorro anche le pietraie sottostanti il rifugio e tutto il tratto in basso con l'erba alta, ora asciutta. L'unica variante la faccio tra le baite di Paghera, stando più a sinistra e in alto al ponte appena rifatto dalle devastazioni alluvionali. Se dovessi rifarlo partirei dalla Rasega di Valle di Saviore per evitare la brutta stradina, e dalla Pozza d'Arno salire direttamente al canalino, mi sembra la via migliore. Evitando anche in rifugio.

Tourengänger: Antonio59 !


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Kommentare (5)


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Menek hat gesagt:
Gesendet am 20. Juli 2021 um 17:48
Giro e montagna bellissima, gran dislivello e sviluppo chilometrico. Non sapevo fosse bollato. Il Frisozzo è nei miei desiderata...dovrò andarci in due per avere un po di compagnia se non non mi passa più. :))) Tengo buone le info per un altro accesso.
Bravo tu
Menek

Antonio59 ! hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. Juli 2021 um 20:19
E' proprio una bella montagna, pochissimo visitata, ero il secondo quest'anno a detta del rifugista. Bisogna pur togliersela qualche soddisfazione. Se ritorno a Paspardo a breve mi piacerebbe fare anche il Campellio, altra cima sfigata, cioè per niente frequentata.
Ciao. Antonio.

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 21. Juli 2021 um 22:53
Bellissima cima, grande Antonio.

Antonio59 ! hat gesagt: RE:
Gesendet am 22. Juli 2021 um 18:09
Proprio così Emiliano. Ancora qualche soddisfazione prima che si arrugginiscano i motori. Ciao.

Poncione hat gesagt: RE:
Gesendet am 22. Juli 2021 um 18:16
Hai voglia prima che si arrugginiscano se lo spirito è forte. ;)


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