MONTE CAZZOLA E LAGO NERO

La piana del Devero è sempre molto attrattiva: un bel ritorno, con tempo decisamente migliore rispetto all’ultima ciaspolata con bufera di neve era necessario!  

Arrivati di buon mattino riusciamo addirittura a lasciare l’auto nel parcheggio a pagamento di Borgo Alpe, praticamente sull’Alpe!

Oggi con noi camminerà anche Gio che, libero del fardello della DAD e nonostante il poco allenamento calcistico nelle gambe, ha comunque timidamente manifestato la voglia di sfogarsi un po’ faticando nell’aria pura: detto, fatto e caricato in auto!

Ultimamente si fa sempre meno pregare per venire con noi a scarpinare in montagna e, se la prospettiva della levataccia lo ha sempre terrorizzato, ora ci sembra prevalga la motivazione di vedere posti nuovi: non possiamo che gioirne!

La meta di oggi è la facile cima del Monte Cazzola.

Fa caldo ma la presenza di nuvole che velano il cielo ci eviterà l’insolazione una volta usciti dalla pineta.

Giunti sulla piana del Devero, fatta colazione, prendiamo il sentiero che nei pressi degli impianti di risalita segue il Rio Buscagna in direzione sud-ovest, passando della zona Camping e dalla chiesetta di Santa Apollonia fino ad arrivare in località Pedemonte il cui ponte sul Rio Buscagna rimane alla nostra destra .

Da qui si comincia a salire nel bosco verso l’alpe Misanco che raggiungiamo dopo circa 50 minuti di piacevole cammino e dopo aver ammirato sulla destra una bellissima cascata del Rio Buscagna. Il panorama è già notevole ed i colori della vegetazione sono lussureggianti! Rododendri, ranuncoli, genziane, verbene, primule e altri magnifici fiori riempiono di colori il nostro cammino, oltre alla quantità infinita di cespugli di mirtilli: peccato che siano ancora acerbi, chissà che scorpacciata!!.

Si, il rischio è quello di essere un po’ bucolici, ma effettivamente la quantità e la varietà di flora di questo posto ci ha davvero colpito!

La pendenza del sentiero incomincia ad aumentare ed in breve, sempre su evidente sentiero, arriviamo al bivio per il Lago Nero, che sarebbe una bella deviazione sulla via del ritorno.

Superiamo così la bastionata rocciosa e raggiungiamo presto il limite del bel bosco di larici sbucando sulla piana dove la nostra meta si rende visibile: qui incontriamo la prima neve.

Il paesaggio si fa brullo e le montagne all’intorno, sormontate da nubi, rendono tutto più selvaggio e tormentato.

Proseguiamo diritti alla vetta senza un evidente sentiero cercando di evitare i nevai più grossi sotto i quali potrebbero celarsi fenditure molto profonde e inghiottitoi presenti nel terreno. Man mano che ci avviciniamo alla vetta la neve diminuisce ed è sempre più facile vedere questo fenomeno tipico del carsismo.

La vetta è un bel panettone erboso segnalata da una croce in ferro: il panorama spazia a 360° sulle vette circostanti fino al Lago di Devero e agli impianti di San Domenico!

Nonostante non faccia proprio caldo, ci fermiamo a mangiare lì in vetta e dopo aver scattato foto, foto e foto, la decisione di ripercorrere il bel sentiero dell’andata e deviare al Lago Nero per una bella gara di immersione piedi/gambe a chi resiste di più!

Inutile specificare chi ha vinto…