Wengahorn (2849 m) – Skitour
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Escursione con le pelli di foca con partenza da Juf (2126 m), nell’alta Val d’Avers, in una giornata serena, ma caratterizzata da una leggera foschia dovuta alla sabbia del Sahara in sospensione nell’aria.
Inizio dell’escursione: ore 8:55
Fine dell’escursione: ore 11:50
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1037 hPa
Velocità media del vento: 10 km/h
Temperatura alla partenza: -0,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3200 m
Temperatura al rientro: 11°C
Sorgere del sole: 7:09
Tramonto del sole: 18:00
Sveglia alle 5:00, partenza da casa alla 6:10, arrivo a Juf, dopo 147,5 km d’auto, compresa una sosta caffè di 10 minuti, alle 8:35.
Oggi la strada della valle è completamente libera dalla neve ed ha il fondo asciutto. Il parcheggio di Juf offre a quest’ora ancora molti posti liberi. Noto che qualcuno ha passato la notte nel furgone, una soluzione semplice, pratica e veloce, visto che le possibilità di alloggio in valle sono limitate.
La cima che desidero raggiungere è già visibile dall’inizio del paese. Il versante è abbondantemente ricamato da centinaia di serpentine e da un paio di tracce rettilinee. Mi accodo ad una coppia di sciatori anglofoni, tenendo una distanza di discrezione. Superato l’Averser Rhein percorriamo un breve rettilineo utilizzato come pista per slitte, quindi iniziamo con le inversioni, che non sempre riescono con la classica calciata, come insegnato nei corsi di scialpinismo. Non ci sono variazioni sul tema: tutto il fianco orientale della montagna è da risalire ripetendo diverse volte gli stessi gesti, fatta eccezione per brevi tratti corrispondenti a due ripiani con pendenza ridotta.
A valle è quasi sempre visibile il villaggio di Juf, una trentina di case e stalle abitate da 30 cittadini. È il centro abitato da residenti permanenti più alto delle Alpi e in assoluto il secondo centro abitato più alto d’Europa, dopo Eira (2172 m) frazione Livigno, priva di residenti permanenti, subito seguito da Trepalle (2069 m), anch'essa frazione di Livigno, e dal comune francese di Saint-Véram (2042 m).
Scatto diverse foto alle montagne circostanti. Noto immediatamente una foschia anomala, dovuta alla presenza di sabbia sahariana in sospensione nell’aria. Certo, non è da paragonare alle pm10 presenti nei centri cittadini, comunque al rientro avrò gli occhi arrossati.
A circa 2700 m di quota i due compagni interrompono la salita: vogliono godersi la discesa, a loro non interessa la vetta.
Continuo da solo sul tratto più ripido del pendio, che conduce alla cresta settentrionale del monte. Deposito gli sci 30 m prima dell’omino di pietre e continuo a piedi sulla cresta terminale, fino alla cima del Wengahorn (2849 m), che raggiungo dopo 2 h di salita.

Wengahorn (2849 m)
La discesa, una volta superate le croste ventate della parte superiore, è piacevole, in particolare sulla neve primaverile o Sulz delle quote inferiori. Vista la temperatura molto elevata, considerando la quota, mi affretto per concludere la gita prima di mezzogiorno, quando il pericolo di valanghe bagnate aumenta fino al grado tre (marcato).
La salita al Wengahorn mi è sembrata un tantino monotona, in quanto il percorso si sviluppa esclusivamente sul versante nordorientale ed è interrotto solo da un paio di terrazzi. Con 40 inversioni sono riuscito a risalire il ripido pendio, di circa 30°, fino alla crestina terminale, lunga trenta metri, che ho percorso a piedi.
Tempo totale: 2 h 55 min
Tempo di salita: 2 h
Dislivello in salita: 765 m
Sviluppo complessivo: 6,6 km
Quota massima: 2849 m
Quota minima: 2112 m
Difficoltà: PD
Altezza neve: 100 cm – 90 cm
SLF: 2 (moderato) / 3 (marcato)
Copertura della rete cellulare: buona
Libro di vetta: no.

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