Monte Segor 2096 m
Quarta ascesa al Gazzirola della stagione.
Terzo tentativo di avvicinarmi al Pizzo di Gino da vie diverse.
Seconda volta al Monte Segor.
In questa escursione sono arrivato al Monte Segor passando dal Gazzirola. Sono salito da Cozzo al San Lucio, e ho fatto la traversata del Gazzirola dalla cima Sud alla cima Nord.
Qui ho deviato a NE con l'intenzione iniziale di recarmi al Pizzo di Gino, ma poi più tardi limitando l'ambizione almeno al Motto della Tappa. Ma ero stanco, non me la sentivo.
Per arrivare al Pizzo di Gino in inverno -ormai mi sono messo il cuore in pace- l'unica opzione ragionevole è quella di partire dalla Val Cavargna. Altrimenti bisogna camminare troppo sulla neve e servono tante ore rendendo necessario viaggiare anche in notturna.

Dal più vicino: Segor, Vetta del Vallone e Pizzo di Gino
Ebbene l'escursione è stata semplice, da Cozzo si risale lungo le pendici del Gazzirola spostandosi verso SE. È bello perché ci si sposta per lo più fuori dai boschi. La via è ben tracciata e battuta con la neve compatta che consente di spostarsi senza ciaspole.
Al San Lucio decido di non scendere in Val Cavargna perchè dovrei perdere 700 m di quota per salire al Pizzo di Gino. Risalgo la cresta E, ampia e facile, cercando una via che si collegasse a mezzacosta con lo Stabbiello o la Cima Verta. Ma non la trovo fino al Rifugio Garzirola. Dove però noto che è troppo rischioso spostarsi a mezzacosta a quella altezza, oltre ad essere di fatto più lungo perchè non tracciato.
Punto quindi all'anticima e in breve mi trovo in cima al Gazzirola. C'è meno vento delle altre volte, mangio e indosso per la prima volta le ciaspole. Mi dirigo a NE verso il Segor. Questo lo raggiungo in breve tempo. Ci sono alcuni punti un po ripidi, perchè camminare proprio sul filo della cresta non è sempre possibile con le cornici. Supero il Segor e inizio a scendere per dirigermi alla Vetta del Vallone.
Ma qui mi sento stanco. Osservo la montagna davanti a me e non me la sento di andare avanti. Guardo il camoghè e lo prendo per un attimo in considerazione. Ma poi penso alla casa e decido di ritornare.
Per la discesa ho sfruttato le tracce frequentissime sulla cresta SW del Gazzirola, passando poi da Pozzaiolo.
Chiudo l'anello con calma e varie pause scendendo direttamente a Cozzo.
Terzo tentativo di avvicinarmi al Pizzo di Gino da vie diverse.
Seconda volta al Monte Segor.
In questa escursione sono arrivato al Monte Segor passando dal Gazzirola. Sono salito da Cozzo al San Lucio, e ho fatto la traversata del Gazzirola dalla cima Sud alla cima Nord.
Qui ho deviato a NE con l'intenzione iniziale di recarmi al Pizzo di Gino, ma poi più tardi limitando l'ambizione almeno al Motto della Tappa. Ma ero stanco, non me la sentivo.
Per arrivare al Pizzo di Gino in inverno -ormai mi sono messo il cuore in pace- l'unica opzione ragionevole è quella di partire dalla Val Cavargna. Altrimenti bisogna camminare troppo sulla neve e servono tante ore rendendo necessario viaggiare anche in notturna.

Dal più vicino: Segor, Vetta del Vallone e Pizzo di Gino
Ebbene l'escursione è stata semplice, da Cozzo si risale lungo le pendici del Gazzirola spostandosi verso SE. È bello perché ci si sposta per lo più fuori dai boschi. La via è ben tracciata e battuta con la neve compatta che consente di spostarsi senza ciaspole.
Al San Lucio decido di non scendere in Val Cavargna perchè dovrei perdere 700 m di quota per salire al Pizzo di Gino. Risalgo la cresta E, ampia e facile, cercando una via che si collegasse a mezzacosta con lo Stabbiello o la Cima Verta. Ma non la trovo fino al Rifugio Garzirola. Dove però noto che è troppo rischioso spostarsi a mezzacosta a quella altezza, oltre ad essere di fatto più lungo perchè non tracciato.
Punto quindi all'anticima e in breve mi trovo in cima al Gazzirola. C'è meno vento delle altre volte, mangio e indosso per la prima volta le ciaspole. Mi dirigo a NE verso il Segor. Questo lo raggiungo in breve tempo. Ci sono alcuni punti un po ripidi, perchè camminare proprio sul filo della cresta non è sempre possibile con le cornici. Supero il Segor e inizio a scendere per dirigermi alla Vetta del Vallone.
Ma qui mi sento stanco. Osservo la montagna davanti a me e non me la sento di andare avanti. Guardo il camoghè e lo prendo per un attimo in considerazione. Ma poi penso alla casa e decido di ritornare.
Per la discesa ho sfruttato le tracce frequentissime sulla cresta SW del Gazzirola, passando poi da Pozzaiolo.
Chiudo l'anello con calma e varie pause scendendo direttamente a Cozzo.
Tourengänger:
Michea82

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Kommentare (2)