Monte Lema m.1621
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La "fortuna", o meglio il "caso", di vivere in un piccolo comune permette oggidì il "lusso" di recarsi al Monte Lema... stando attenti ovviamente a non superare il confine e farsi quindi una immotivata quarantena, manco fossimo tutti malati o impestati, che per lo stato delle banane pare un dato sicuro e innegabile.
[modalità sarcasmo on]Caspita, mi scappa un colpo di tosse... pertanto mi giro sul versante italiano verso Pradecolo per sfogare l'insano virus dentro il mio corpo. Meno male che nessuno è nelle vicinanze, altrimenti sarebbero stati guai per loro, poveri malcapitati.[modalità sarcasmo off]
No, nessun colpo di tosse, semmai alcuni escursionisti in ciaspole - come il sottoscritto - in sci o anche in scarponi, poichè le vie di salita alla cima sono stra-battute nonostante nei pressi della croce vi sia un cumulo ventato alto due metri. La salita da Dumenza (m.436) sino all'omonima Alpe (m.1380), seguendo la via più lunga ma più soleggiata dell'Alpe Bovis (m.942), Pra Bernardo (m.1084) e Fontana (m.1147), in solitudine e silenzio totale, in boschi innevati e magnetici come mai visti in tanti anni. Prima della salita finale mi raggiunge casualmente Guido, habituè del Lema, coi suoi due bei cagnoloni, proveniente dalla Val Cortesel. Uniamo le forze e saliamo diretti dalla "via italiana" - da noi faticosamente "aperta" in quanto intonsa - che porta sotto il Moncucco raggiungendo la via normale svizzera da Astano, unico breve tratto in cui siamo obbligati allo sconfinamento.
Giungiamo in vetta, enormemente innevata, dove facciamo una buona sosta. Per la discesa gli propongo di passare da Pradecolo, e così facciamo, proseguendo poi per Pra Bernardo e l'Alpe Bovis (Rifugio Dumenza chiuso), dove a sua volta è lui a propormi una "variante", cioè il vecchio sentiero d'accesso dall'alpe alla Val Cortesel, che parte proprio di fronte al Rifugio, su alcune carte tuttora segnato, benchè obiettivamente scomparso. All'inizio evidente, quindi traccia appena intuibile che tuttavia sfrutta il pendio al margine del solco alla sua sinistra, complessivamente agevole e neanche troppo ravanoso - a parte gli innumerevoli "scavi" dei cinghiali e qualche tronco da scavalcare - conduce abbastanza in fretta al ponticello sul Cortesel poco prima di divenire ampia forestale e concludersi tra le vie di Trezzino e Dumenza.
Un altro piccolo tassello poco noto da aggiungere ai personali "appunti di viaggio".
Avanti così... nonostante tutto.
[modalità sarcasmo on]Caspita, mi scappa un colpo di tosse... pertanto mi giro sul versante italiano verso Pradecolo per sfogare l'insano virus dentro il mio corpo. Meno male che nessuno è nelle vicinanze, altrimenti sarebbero stati guai per loro, poveri malcapitati.[modalità sarcasmo off]
No, nessun colpo di tosse, semmai alcuni escursionisti in ciaspole - come il sottoscritto - in sci o anche in scarponi, poichè le vie di salita alla cima sono stra-battute nonostante nei pressi della croce vi sia un cumulo ventato alto due metri. La salita da Dumenza (m.436) sino all'omonima Alpe (m.1380), seguendo la via più lunga ma più soleggiata dell'Alpe Bovis (m.942), Pra Bernardo (m.1084) e Fontana (m.1147), in solitudine e silenzio totale, in boschi innevati e magnetici come mai visti in tanti anni. Prima della salita finale mi raggiunge casualmente Guido, habituè del Lema, coi suoi due bei cagnoloni, proveniente dalla Val Cortesel. Uniamo le forze e saliamo diretti dalla "via italiana" - da noi faticosamente "aperta" in quanto intonsa - che porta sotto il Moncucco raggiungendo la via normale svizzera da Astano, unico breve tratto in cui siamo obbligati allo sconfinamento.
Giungiamo in vetta, enormemente innevata, dove facciamo una buona sosta. Per la discesa gli propongo di passare da Pradecolo, e così facciamo, proseguendo poi per Pra Bernardo e l'Alpe Bovis (Rifugio Dumenza chiuso), dove a sua volta è lui a propormi una "variante", cioè il vecchio sentiero d'accesso dall'alpe alla Val Cortesel, che parte proprio di fronte al Rifugio, su alcune carte tuttora segnato, benchè obiettivamente scomparso. All'inizio evidente, quindi traccia appena intuibile che tuttavia sfrutta il pendio al margine del solco alla sua sinistra, complessivamente agevole e neanche troppo ravanoso - a parte gli innumerevoli "scavi" dei cinghiali e qualche tronco da scavalcare - conduce abbastanza in fretta al ponticello sul Cortesel poco prima di divenire ampia forestale e concludersi tra le vie di Trezzino e Dumenza.
Un altro piccolo tassello poco noto da aggiungere ai personali "appunti di viaggio".
Avanti così... nonostante tutto.
Tourengänger:
Poncione
Communities: Alleingänge/Solo, Hikr in italiano
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