Corno Grande (2912 m) - Gran Sasso


Publiziert von Michea82 , 18. Oktober 2020 um 22:58.

Region: Welt » Italien » Abruzzen
Tour Datum: 2 Oktober 2020
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:00
Aufstieg: 1000 m
Abstieg: 1000 m
Strecke:15 km circa
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Campo Imperatore si raggiunge in auto dalla A24 Teramo- L'Aquila uscendo ad Assergi nei pressi del tunnel del Gran Sasso. Da qui si sale tramite una strada asfaltata lunga che conduce direttamente a Campo Imperatore. Lungo la strada si trova anche una teleferica con la quale si può salire.

Non avrei mai pensato, pur di andare in montagna, di improvvisare una sortita fino in Abruzzo e di raggiungere il Tetto degli Appennini

Perché il Gran Sasso

Con il buon ritmo acquisito quest'anno, avendo tre giorni a disposizione, desideravo dedicarne almeno uno alla montagna. Ma in Ticino erano previsti 3 giorni di piogge alluvionali (scirocco e sbarramento), un evento meteorologico che ha avuto un forte impatto sul territorio. Allora ho considerato la Svizzera interna, ma anche lì sarebbe stato perturbato, quindi le Alpi Cozie, le Alpi Marittime, e allontanandomi progressivamente ho presto intuito di dovermi spingere ben in giù. 
E così mi sono studiato un itinerario alla portata di mio figlio (fermo ormai da luglio dopo un 3000 per lui impegnativo), mettendoci dentro 2 giorni di vacanza in Italia. 
Laggiù al venerdì le condizioni sarebbero state ancora stabili, ma i venti di Libeccio forti in montagna. Il sabato sarebbe passata una perturbazione da ovest con ricaduta favonica sulla costa adriatica (dove ne abbiamo poi approfittato per andare al mare).

Video:  [/drive.google.com/file/d/1x_wNi10qgPeAFnGs7vmF9cSfKPkdvudL/v...]


Avvicinamento

Siamo partiti alle 16.00 da Lugano. Con calma abbiamo raggiunto in tarda serata Ornano Grande, pochi chilometri ad est del Gran Sasso. Abbiamo soggiornato presso la Locanda del Parco Hotel, dove ci siamo subito sentiti ben accolti. Abbiamo anche ricevuto utili informazioni sugli itinerari.  
Siamo andati a dormire dopo la mezzanotte perché il bar e il personale erano troppo piacevoli per ritirarsi subito. Al mattino sveglia alle 06.15, partenza alle 07.00 con le colazioni gentilmente impacchettate dal personale. Ci avviciniamo al massiccio, che appare nel suo splendore illuminato dal sole. Superiamo il lungo tunnel (10 km) e imbocchiamo la strada che sale a Campo Imperatore. Qui prendiamo il caffè e chiediamo al barista di riempire i camel-bag con l'acqua del rubinetto (non è acqua di falda ci dice). Lungo il percorso non ne avremmo più trovata. Pertanto meglio avere i liquidi con sè.

Il Corno Grande visto da SE a pochi chilometri da Campo Imperatore



Il Corno Grande (2912 m)

Alle 08.40 ci incamminiamo. Non conoscendo la zona e non avendo con noi la cartina (intelligentemente dimenticata in camera) seguiamo due donne di Mantova fino alla Sella di Monte Aquila. Il sentiero è facile, sale dritto per un centinaio di metri, esegue un traverso panoramico a destra, piega quindi a sinistra e monta ripido fino alla sella. Qui la visione del Corno Grande è spettacolare. 

Il Corno Grande visto dalla Sella d'Aquila



Perdiamo un po' di quota scendendo a destra e al bivio andiamo a sinistra (sentiero 103 per la Sella del Brecciaio). Ci togliamo il paille perché sudiamo ma inizia a soffiare il vento. In meno di mezz'ora raggiungiamo,100 m più in alto, la Sella del Brecciaio. Il vento ora è persistente, dobbiamo coprirci. Qui facciamo una pausa, indossiamo l'imbragatura per la ferrata. 
La via normale sale a destra direttamente verso il Corno Grande. Noi aggiriamo il versante W per imboccare, 10 minuti più avanti, la ferrata Brizio. 
Siamo rivolti a NW, pertanto gli accumuli di neve sono maggiori e i cavi sono per lo più sepolti nella neve che è dura. Siccome la pendenza è importante ci attacchiamo con le fettucce e liberiamo con la piccozza i cavi. In poco tempo ci stufiamo di svolgere questo lavoro impegnativo e faticoso, tanto più che il vento ora è molto forte. Arriviamo al punto in cui la via scende a sinistra perdendo quota. Qui ci ramponiamo e decidiamo di risalire liberamente i pendii innevati fino ad incrociare la via normale. 

Primi metri della ferrata Brizio



Siamo su un pianoro dove incrociamo il sentiero 103 che sale dalla Sella del Brecciaio. 
Ci concediamo una pausa. E studiamo bene come proseguire. Il vento è intenso. Manteniamo i vestiti pesanti. Tutti gli escursionisti risalgono lungo il sentiero normale che sfrutta il pendio occidentale a nord della Cresta W. Essendo ramponati e vedendo che in alto il sentiero normale è innevato e ripido decidiamo di non voler togliere e rimettere i ramponi. Per questo ci portiamo a dx sul pendio N della cresta W ed eseguiamo sulla neve un lungo ed abbastanza ripido traverso. Sfruttiamo la neve e progrediamo. Ad un certo punto però decidiamo di tagliare dritto sulla cresta W, passando per un canalino. 

Traverso a nord della cresta W



Siamo in cresta. Il vento ci sposta talmente è forte, dobbiamo procedere con attenzione e non riusciamo a comunicare se non siamo a meno di 1 m di distanza. La traccia sulla cresta ne segue per lo più il filo, abbassandosi talvolta a sud. Seguiamo i bolli e raggiungiamo in 20 minuti la croce di vetta. 
Il libro è un ammasso di fogli illeggibili accartocciati. 
Ci godiamo la vista e facciamo le nostre foto. Poi cerchiamo un punto riparato sotto vetta per mangiare perché sono passate le 13.00 e abbiamo fame e freddo. 
La discesa la svolgiamo dalla via normale, dopo aver disceso il primo pezzo di cresta W e aver eseguito un traversino verso N. La discesa è ripida ma facile, inizialmente su neve, poi su rocce. Raggiungiamo il pianoro e poi le varie selle del mattino. 

Bello scatto nella discesa dalla via normale



Valutazione

La via normale è un T3 segnato in bianco-rosso e facile da individuare. Nella parte alta é un T4, con alcuni passaggi più esposti che richiedono maggiore prudenza. Con la neve è un PD. La nostra via è un PD, ma nel punto in cui siamo saliti in cresta era molto ripido, lì è un PD +.
La ferrata non posso valutarla. Altri escursionisti parlano di sentiero attrezzato, se ho capito bene é facile. Ma noi l'abbiamo abbandonata presto. Ad ogni modo con la neve cambia tutto, la pendenza diventa più evidente, pertanto le fettucce sono raccomandate e anche i ramponi. 

I giorni successivi

Oltre alla meteo non favorevole anche per mio figlio ci siamo regalati 2 giornate di relax. Abbiamo sfruttato la ricaduta favonica verso l'Adriatico per recarci al mare, nelle riserve naturali. Abbiamo anche mangiato molto e bene. Al ritorno tappa a Loreto. 
Bellissima regione l'Abruzzo. E il Gran Sasso ha molto da offrire. 

Tourengänger: Michea82, Eidan


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