Punta Tessonet (3264 m), Punta Gianni Vert (3148 m), Punta di Laval (3102 m)
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All’estremità SE del Vallone di Saint-Marcel, situata sulla cresta che dalla Tersiva si dirige verso settentrione, svetta una piramide triangolare e regolare con tre creste ed altrettanti versanti, la Punta Tessonet. Raggiunta assai di rado e prevalentemente da cacciatori, è un ottimo spunto per un giro che si rivelerà molto più interessante di quanto ipotizzato alla vigilia.
Parcheggiata l’auto all’area picnic di Les Druges nel cuore della notte, mi metto in cammino di buona lena, consapevole del lungo avvicinamento su poderale che mi aspetta prima di arrivare in vista della casa di caccia Grande Chaux. Qui giunto, proseguo sul fondo del vallone verso SE su tracce di sentiero discontinue prima che mi si avvicini un cacciatore facendomi presente in modo garbato che la zona è privata e non si può uscire dai sentieri segnalati; l’alternativa per raggiungere il Colletto Tessonet è salire al Colle di S. Marcel e percorrere tutta la lunga cresta confinante con il Vallone del Grauson. Ma la battuta di caccia, a quanto pare, è terminata e l’uomo mi dà via libera per proseguire lungo la via che mi ero prefissato. Al termine della zona di pascoli, imbocco un largo e breve canale pietroso e salgo in direzione della cresta W della montagna, verso una selletta poco appariscente, stando più a destra rispetto al colletto e puntando dove mi sembra più conveniente salire. Calzo i ramponi e per un pendio piuttosto ripido di roccette, sfasciumi e placche nevose, raggiungo la dorsale in corrispondenza di una finestra tra le rocce dove mi appare la Grivola verso S. Ora scendo brevemente al colletto, posto leggermente più a E di questo punto e dove inizia la salita alla cima. Essa è dapprima facile con aggiramenti a N, poi a S, quindi sul filo. Alcuni passaggi sono esposti e richiedono prudenza. Il passaggio chiave è un piccolo intaglio con placca prima del pendio finale di rocce e fine detrito: io ho preferito calarmi qualche metro verso S e traversare su placche esposte (delicato) per poi risalire alla fine dell’intaglio che al ritorno ho affrontato direttamente. Proprio mentre supero questo punto, sopra la mia testa volteggia un gipeto.
Calcata la vetta, soffia un bel venticello gelido ma il panorama che mi si offre è quanto di meglio potessi immaginare: la luce tenue dell’autunno illumina i pascoli ingialliti e il contrasto con le bianche cime all’orizzonte è delicato come la solitudine che si respira. La giornata è magnifica, Rosa, Cervino, Combin e Bianco appaiono in lontananza e la Tersiva si staglia proprio di fronte con una prospettiva severa.
L’idea originaria per la discesa era abbassarmi fino al Colle Lavodilec e da lì ritornare nel Vallone di Saint-Marcel: da un’analisi sommaria della cresta la cosa sembra fattibile ma dopo pochi metri di discesa una liscia placca completamente imbiancata mi arresta. Non è possibile scendere in sicurezza. Mi tornano quindi in mente le parole del cacciatore, e valuto pertanto la possibilità di percorrere tutta la Cresta Tessonet fino al Colle di S. Marcel, raggiungendo altre due cime e portando a compimento una cavalcata su crinale tutta sopra i 3000 m. La prospettiva mi sembra ancora meglio del programma iniziale: ripercorro quindi con attenzione la delicata dorsale fino al Colletto Tessonet dove terminano le difficoltà e inizia un’ancor lunga camminata a saliscendi che supera la Punta Gianni Vert e la bifida Punta di Laval prima di scendere al Colle di S. Marcel. Sosta rigenerante e poi giù lungo il sentiero segnalato fino alla Grande Chaux dove la gita non è certo finita visto che mancano i 9 km di rientro su poderale, percorsi nel relax crepuscolare dell’autunno prima di giungere a Les Druges alle ultime luci di un’interminabile giornata.

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