Alpi Faut, Cima di Faut e Alpi Ratei - Val Sermenza


Publiziert von atal , 31. August 2020 um 13:12.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:22 August 2020
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 8:00
Aufstieg: 1000 m
Abstieg: 1000 m

La misconosciuta Cima di Faut (2020 m) è il punto culminante della dorsale secondaria che divide i due valloni di Buzzo (a Ovest) e di Grega o di Ratei (a Est), sulla destra idrografica della Val Sermenza.

Il versante settentrionale del monte ospita due alpetti abbandonati che portano lo stesso nome. Faut di Sotto (1533 m) e Faut di Sopra (1667 m) sono luoghi raramente visitati anche dai locali, come si può notare dall'assenza di tagli e di segni di passaggio lungo tutto il percorso. Eppure c'è stato un tempo in cui questi alpetti, relativamente vicini al fondovalle, avevano una certa importanza, almeno a giudicare dai muri di sostegno del vecchio sentiero e dalle dimensioni delle stesse baite.

La difficoltà principale non sarà però nel raggiungere gli Alpi Faut, né tutto sommato la cima, per quanto si tratti di un percorso scomodo, quanto la discesa nel vallone detto di Grega, che - a scanso di equivoci - non è il vallone dove si trovano gli Alpi Grega: questi infatti sono nel vallone a Ovest (che il Ravelli chiama valloncello della Gula, dove la Gula sembra sia da riferirsi ad un intaglio sulla cresta principale da cui è possibile scendere sul versante di Mollia...), mentre il Vallone di Grega scende a Est della Cima di Faut e ospita i resti degli Alpi Ratei, che scontano un abbandono di vecchia data. 

La traccia che passa dagli Alpi Ratei è stata ripulita per l'ultima volta nel 1995 e gli anni passati si sentono tutti. Il vallone a Ovest avrebbe presentato una possibilità di discesa più agevole, lungo il sentiero 324 ma ovviamente l'interesse era proprio per il percorso meno battuto e per i dimenticati Alpi Ratei...

Avvertenze 
Fino a Faut di Sopra, a parte la difficoltà nel trovare l'inizio del sentiero, il terreno è mediamente abbastanza pulito e il percorso è chiaro e corrisponde al tracciato sulla Carta Svizzera.

Dopo Faut di Sopra c'è una disagevole traccia di animali, a tratti ripida, sul ciglio della parete Est.

La discesa nel vallone degli Alpi Ratei è per irriducibili e quadrupedi di piccola taglia...

Il percorso
Con Ferruccio parto dal parcheggio che precede l'abitato di San Giuseppe. Andiamo in cerca del sentiero segnato sulla Carta Svizzera da Buzzo (1113 m; Rabbini: Busso) ma nei pressi delle case non troveremo nulla. Valeva comunque la pena visitare la bella frazione nella luce dell'alba al cospetto della sagoma scura della Munca, torrione trascurato e repulsivo che costituirà lo sfondo di buona parte dell'escursione.

Riguardo al nome della località, sul vocabolario del dialetto Valsesiano (link) leggiamo: 
büss [s. m.]: 1. buco; öss büss, ossobuco; 2. pozza del fiume, cavità nel letto di un torrente (da F.Tonetti: riferito al vocabolo búzz) büss [agg.]: bucato (ant.); össbüss, ossobuco

Si tratta di un toponimo comune in Valsesia e pare che di solito sia legato alla presenza di pozze nel fiume più vicino. Nei pressi di Buzzo c'è uno di questi "buchi" nel Sermenza, dove si getta una cascata. Ringrazio Enzio Giovanni del gruppo Facebook Montagne della Valsesia per la spiegazione.

Scendiamo sulla provinciale verso Est e, superato il ponte su quello che la Mappa Rabbini chiama Rivo di Casa Ravotti (dal nome delle case tra la strada e il Sermenza prima di arrivare a San Giuseppe), saliamo nei prati sulla destra (S) e poi nel bosco, sempre più ripido, su tracce discontinue. A poco a poco si delinea il tracciato del vecchio sentiero che sale a tornanti nel bosco. Il percorso traversa a Est sopra una fascia rocciosa con alcuni tratti costruiti che ancora resistono al trascorrere del tempo. Arriviamo così a Faut di Sotto, una grande baita che un tempo aveva anche un ballatoio.

Il sentiero traversa in piano a Sud, supera il Rivo di Faut, e sale verso la dorsale successiva, prima sul fianco Ovest, poi sul fianco Est. Un pianta caduta e un tratto franato rendono scomoda l'uscita da una rampa, oltre la quale si continua sull'ampio colmo arrivando così al pascolo panoramico di Faut di Sopra.

Una delle piode della piccola costruzione di servizio addossata alla baita presenta delle iscrizioni, purtroppo poco leggibili.

Nella boscaglia alle spalle del pascolo una traccia si addentra nelle vegetazione sempre più fitta e sale, in alcuni tratti ripidissima, in prossimità del ciglio della parete Est, da cui è possibile vedere il vallone che percorreremo in discesa. Faticosamente, vincendo la spinta verso il basso di innumerevoli rami, raggiungiamo la Cima di Faut.

Fino qui 2:30 totali.

Proviamo a seguire la cresta che scende a Sud verso le grandi baite riattate dell'Alpe Grega di Sopra ma subito si presenta un salto che aggiriamo sul versante Ovest, scendendo su terreno ripido per poi traversare in un tratto con vegetazione intricata, umido e scivoloso, dove spesso non si vede dove si mettono i piedi.  
Rimanendo alla base delle rocce raggiungiamo il grosso alpeggio di Grega di Sopra (1974 m) in circa 30'.

Dopo un breve consulto decidiamo di tentare al discesa più impegnativa e, valicato il colletto della cresta nei pressi delle baite, scendiamo nel bel fornale glaciale del Vallone di Grega, raggiungendo in pochi minuti le rovine di Ratei di Sopra (IGM 1906 m, rovina senza nome; non indicate sulla Carta Svizzera)

Riguardo al nome, Ratei potrebbe avere a che fare con ràtti, termine dialettale per rododendro, pianta che abbonda su questi versanti. Da notare che c'è un alpe Ratei anche nel vicino vallone di Nonai.

Da qui in avanti si entra nella boscaglia e l'unico aiuto è dato dal tracciato sulla Carta Svizzera. Il sentiero traversa grosso modo in piano verso Est, passa da una pozza sorgiva e, dopo un tratto con qualche taglio (gli unici) supera un canalino dal fondo roccioso e sale per pochi metri prima di scendere in un ampio canale erboso.

Qui si nota una freccia rossa su una parete che indica proprio la direzione da cui siamo arrivati. Si tratta infatti di un passaggio obbligato per superare una fascia rocciosa.

Scendiamo brevemente nel canale e traversiamo ancora a Est fino ad un tratto su una giavina dove il sentiero è riconoscibile. Poco oltre, iniziamo a scendere poggiando a Sinistra (NO) in una zona molto intricata e scivolosa, cercando di raggiungere Ratei di Mezzo (IGM 1758 m), che troveremo dopo avere passato al setaccio una boscaglia di ontani (circa 2 ore da Ratei di Sopra).

Scendiamo ancora verso nord, questa volta puntando ad una radura evidente, e arriviamo in breve a Ratei di Sotto (1616 m), l'unico dei tre alpetti a presentare dei resti di travatura. Una breve pausa approfittando degli unici raggi di sole fino a questo momento e iniziamo a scendere su una rampa con resti di sentiero in direzione Est. Superati tre canalini, iniziamo a scendere in direzione del guado su una costa.  Attraversiamo a Est un ultimo ruscello alla base di un tratto roccioso e poi proviamo ad avvicinarci al canale principale provando a scendere prima a sinistra e poi a destra, trovando infine un tratto di sentiero riconoscibile con tanto di ometti. 
Arriviamo così al guado (circa 1300 m, passaggio obbligato), oltre il quale una traccia traversa nel bosco arrivando alla baita abbandondata di Pian del Rial (IGM 1284 m), affiancata da uno strano muraglione realizzato con grandi massi, simile a quello dell'Alpe Galeri (Val Gavala).
Da qui scendiamo su tracce nel bosco e arriviamo alle case di Sause (1065).
Una stradina sterrata e un tratto su asfalto ci riportano in pochi minuti al parcheggio di San Giuseppe, dove arriviamo fradici e con gli scarponi pieni d'acqua...

Circa 5 ore (lorde) per la discesa da Grega di Sopra.

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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emanuele80 hat gesagt:
Gesendet am 31. August 2020 um 22:29
Altra perla... Ottima per l'autunno!

Ciao,
Emanuele

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 1. September 2020 um 07:26
In effetti è un percorso adatto all'autunno oppure ad una giornata estiva in cui è prevista pioggia...per chi proprio non può stare tra quattro mura!
Ciao,
Andrea


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