Traversata Argient - Zupò - Bellavista - Spinas - Palù
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Per questa 2 giorni in alta quota scegliamo di tornare, dopo quasi 3 anni, nel gruppo del Bernina ma salendo dal lato svizzero.
Giorno 1:
Raggiungiamo il Diavolezza (2978 m) con l'impianto di risalita (costo A/R 39 CHF), ci incamminiamo in direzione sud fino a trovare degli ometti che indicano la via sa seguire per raggiungere il ghiacciaio Vadret Pers: il percorso è sostanzialmente una discesa su pietraia che ci fa perdere quasi 300 m di dislivello. Giunti sul ghiacciaio, calziamo i ramponi, ci leghiamo e lo attraversiamo fino al lato opposto (presenza di alcuni crepacci da aggirare). A questo punto iniziamo a salire su neve/ risalti rocciosi semplici fino a raggiungere la linea di cresta (P. 3186 m) che conduce alla Fortezza (3482 m). Il tratto seguente è una divertente arrampicata (max III) in alcuni tratti piuttosto esposta, intervallata da brevi tratti su neve: effettuiamo alcuni tiri sulle porzioni di cresta più impegnativi.
Di seguito, torniamo su neve e risaliamo il pendio fino a portarci sulla traccia che passa sottostante la cresta Bellavista e infine, dopo un tratto in discesa (zona crepacciata) e una breve risalita arriviamo al rifugio Marco e Rosa (3609 m) -tot.: 6 ore-.
Giorno 2:
Partenza dal rifugio alle 6.20, percorriamo il tratto del giorno precedente -compresa la zona crepacciata- fino al bivio per il Piz Argient: ci avviciniamo su traccia nevosa e risaliamo il ben più ripido pendio nevoso fino a raggiungerne agevolmente la vetta (3945 m). La discesa avviene tramite la cresta est, che risulta essere piuttosto ripida in alcuni tratti. Giunti al colle, inizia subito la salita, anche questa tutta su neve compatta a meno del tratto finale dove troviamo una breve zona con ghiaccio vivo, fino alla vetta del Piz Zupò (3996 m): ci tornano utili le 2 piccozze per superare i tratti più ripidi.
Dalla vetta del Piz Zupò fino al Bellavista la cresta è sostanzialmente rocciosa: sono presenti tratti più semplici alternativi a tratti piuttosto esposti e da valutare; nel complesso le difficoltà su roccia non vanno oltre il II, II+. Consiglio in ogni caso di rimanere sempre sul filo di cresta o nelle vicinanze!
Dalla cima (quota 3922 m) la cresta torna ad essere nevosa, in alcuni tratti abbastanza affilata, ma non difficile: il tratto seguente dopo alcuni saliscendi di poche decine metri conduce alla cima est del Bellavista, da qui si scende in maniera decisa su neve - che comincia a smollare- fino alla Fuorcla Bellavista (3688 m).
Il tratto successivo è nuovamente una cresta rocciosa (max II), ma è più semplice rispetto a quello che conduce in cima al Bellavista: procediamo in conserva fino alla fine delle roccette, solo in un tratto decidiamo di fare un tiro di corda per superare un traverso molto esposto sul lato nord. Dopodichè la cresta diventa nevosa e molto larga e dopo aver risalito 2 gobbe nevose raggiungiamo la sommità del Piz Spinas (3823 m): inizia da qui la traversata dei Palù -la cui elevazione maggiore è a 3900 m-, l'ambiente è grandioso e ce la godiamo tutta...e la cresta non è mai troppo affilata.
Dalla cima est dei Palù (3882 m) iniziamo la lunga discesa -seguendo la traccia- che ci porta in corrispondenza della Fuorcla Trovat, qui finisce il ghiacciaio e inizia il sentiero che aggira ad est il Piz Trovat e ci riporta al Diavolezza -tot.: 8 ore-
Francesco e Marco
Giorno 1:
Raggiungiamo il Diavolezza (2978 m) con l'impianto di risalita (costo A/R 39 CHF), ci incamminiamo in direzione sud fino a trovare degli ometti che indicano la via sa seguire per raggiungere il ghiacciaio Vadret Pers: il percorso è sostanzialmente una discesa su pietraia che ci fa perdere quasi 300 m di dislivello. Giunti sul ghiacciaio, calziamo i ramponi, ci leghiamo e lo attraversiamo fino al lato opposto (presenza di alcuni crepacci da aggirare). A questo punto iniziamo a salire su neve/ risalti rocciosi semplici fino a raggiungere la linea di cresta (P. 3186 m) che conduce alla Fortezza (3482 m). Il tratto seguente è una divertente arrampicata (max III) in alcuni tratti piuttosto esposta, intervallata da brevi tratti su neve: effettuiamo alcuni tiri sulle porzioni di cresta più impegnativi.
Di seguito, torniamo su neve e risaliamo il pendio fino a portarci sulla traccia che passa sottostante la cresta Bellavista e infine, dopo un tratto in discesa (zona crepacciata) e una breve risalita arriviamo al rifugio Marco e Rosa (3609 m) -tot.: 6 ore-.
Giorno 2:
Partenza dal rifugio alle 6.20, percorriamo il tratto del giorno precedente -compresa la zona crepacciata- fino al bivio per il Piz Argient: ci avviciniamo su traccia nevosa e risaliamo il ben più ripido pendio nevoso fino a raggiungerne agevolmente la vetta (3945 m). La discesa avviene tramite la cresta est, che risulta essere piuttosto ripida in alcuni tratti. Giunti al colle, inizia subito la salita, anche questa tutta su neve compatta a meno del tratto finale dove troviamo una breve zona con ghiaccio vivo, fino alla vetta del Piz Zupò (3996 m): ci tornano utili le 2 piccozze per superare i tratti più ripidi.
Dalla vetta del Piz Zupò fino al Bellavista la cresta è sostanzialmente rocciosa: sono presenti tratti più semplici alternativi a tratti piuttosto esposti e da valutare; nel complesso le difficoltà su roccia non vanno oltre il II, II+. Consiglio in ogni caso di rimanere sempre sul filo di cresta o nelle vicinanze!
Dalla cima (quota 3922 m) la cresta torna ad essere nevosa, in alcuni tratti abbastanza affilata, ma non difficile: il tratto seguente dopo alcuni saliscendi di poche decine metri conduce alla cima est del Bellavista, da qui si scende in maniera decisa su neve - che comincia a smollare- fino alla Fuorcla Bellavista (3688 m).
Il tratto successivo è nuovamente una cresta rocciosa (max II), ma è più semplice rispetto a quello che conduce in cima al Bellavista: procediamo in conserva fino alla fine delle roccette, solo in un tratto decidiamo di fare un tiro di corda per superare un traverso molto esposto sul lato nord. Dopodichè la cresta diventa nevosa e molto larga e dopo aver risalito 2 gobbe nevose raggiungiamo la sommità del Piz Spinas (3823 m): inizia da qui la traversata dei Palù -la cui elevazione maggiore è a 3900 m-, l'ambiente è grandioso e ce la godiamo tutta...e la cresta non è mai troppo affilata.
Dalla cima est dei Palù (3882 m) iniziamo la lunga discesa -seguendo la traccia- che ci porta in corrispondenza della Fuorcla Trovat, qui finisce il ghiacciaio e inizia il sentiero che aggira ad est il Piz Trovat e ci riporta al Diavolezza -tot.: 8 ore-
Francesco e Marco
Tourengänger:
francesc92,
Marco_92


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