Monte Teggiolo (2385 m)_anello da Ponte Campo passando per il Ponte del Diavolo
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Sebbene le previsioni meteo diano possibili precipitazioni nel pomeriggio, voglio togliermi questa curiosità che Simone e Federico m'hanno acceso nell'ultima settimana: il Monte Teggiolo ed il Ponte del Diavolo.
I cenni storici di quest'ultimo e la tecnica ingegneristica che ha permesso la sua costruzione mi hanno attratto come una calamita.
Per poter combinare una gita lunga ma che tocchi sia il sentiero attrezzato che il Ponte del Diavolo, decido di partire da Ponte Campo.
Lasciata l'auto nel parcheggio a pagamento (3€) al termine della strada, a Ponte Campo, attraverso il torrente e proseguo lungo la strada sterrata fino a giungere al bivio che porta o all'Alpe Veglia o all'Alpe Vallè. Svolto a sinistra per quest'ultima e percorro la lunga carrozzabile, asfaltata per buona parte. Quando ormai si è vicino all'Alpe Vallè, una breve sentiero permette di raggiungerla evitando così l'ultimo paio di tornanti. Almeno una decina di baite sono allocate distanti fra sé, in un immenso pratone. L'alpeggio è ben fornito d'acqua, ottima per una rinfrescata. Come previsto, il cielo nuvoloso copre tutto il panorama sulle creste circostanti ma posso scorgere un sentiero che si inerpica per un canale erboso. Sarà forse il sentiero "di Balmitt"? Devo cercare assolutamente informazioni!
Superato Stalletto continuo sulla carrozzabile per poi abbandonarla proseguendo su un sentiero che porta all'Alpe Balmelle. Anche qui altra fontana. Poco più avanti dell'alpe un sentiero parte a sinistra, con bolli rosso-bianchi smarriti dal tempo. Si sale per un centinaio di metri e si arriva su una distesa erbosa. Senza riuscire a scorgere alcun bollo proseguo dritto raggiungendo velocemente il Passo delle Possette.
Da qui inizia la discesa verso sud, direzione Bugliaga. Il sentiero è evidente e scende rapido passando per numerosi piccoli alpeggi abbandonati. Ora il sole splende e pare essere tornata l'estate. Mentre scendo fantastico su una possibile attività in Alpe ed una vita immersa nel verde. Giunta a Bugliaga procedo a passo svelto in direzione Trasquera, impaziente di vedere lo storico e assurdo Ponte del Diavolo.
Quando ormai lo vedo mi fermo, sorpresa ed estasiata, scatto un milione di foto e riprendo il cammino. Quando lo attraverso volo al lontano 1880.
No c'è tempo da perdere, corricchio fino ad incontrare una palina segnaletica per Agro Dentro e Agro Fuori, senza dover arrivare a Trasquera. Breve pausa prima di trascinarsi per la ripida salita immersa nel bosco. Ogni qualvolta mi soffermo ad asciugare le gocce di sudore che mi colano dalla fronte. Finalmente completo questi sudati 500 metri ed eccomi ad Agro Dentro, tre baite ravvicinate. Dietro queste continua la traccia che, dopo una brevissima salita, si fa pianeggiante e avanza nel bosco fino a sbucare nel pianoro erboso di Agro Fuori. Traversato questo alpeggio si giunge al piccolo santuario da cui si riprende il sentiero diretto alla cima del Monte Teggiolo. Si sale sulla dorsale sud-est del monte, tra rododendri e brevi pietraie. Il caldo logorante ed i tratti a gradoni rendono l'ascesa ancor più faticosa. Man mano che si guadagna quota la dorsale si sgombra dalla vegetazione. Proseguo aspettandomi ad ogni roccia che scorgo l'inizio del sentiero attrezzato. Un leggero vento misto alla foschia sale da sud-ovest ed oscura la cima. Il sentiero passa poi a destra della cresta e a breve incontro un primo cavo d'acciaio. Ancora due passi ed eccomi al sentiero attrezzato "Gianfranco Filosi". Una catena lunga a dir tanto 5 metri ed eccomi in cima. Sul serio? Ma sono già arrivata? E questo sarebbe un sentiero attrezzato?
Abbastanza delusa da questo nomenclatura esagerata la vista del piccolo bivacco sulla cima del Teggiolo mi regala un sorriso. In effetti è una delle poche cose che riesco a scorgere, il panorama tutt'attorno è immerso nelle nubi. Peccato, volevo tanto vedere il Monte Leone. Scambio due chiacchiere con un ragazzo arrivato in motocross da Bugliaga per poi mangiarmi uno snack nell'unico sasso non ricoperto di cacca di capra!
Il tempo non migliora così riprendo il cammino verso ovest, diretta al Passo delle Possette. Traversato questo verde prato interrotto da buchi e tagli profondi giungo a pochi passi dall'Alpe Pianezzoni e ripercorro il sentiero dell'andata. Mi fermo qualche minuto in solitudine all'Alpe Balmelle, degustando il mio pranzo e ammirando le affilate rocce tutt'attorno.
What's else?
NOTE: consiglio di portare un cestino per la raccolta delle numeroso fragoline di bosco!
I cenni storici di quest'ultimo e la tecnica ingegneristica che ha permesso la sua costruzione mi hanno attratto come una calamita.
Per poter combinare una gita lunga ma che tocchi sia il sentiero attrezzato che il Ponte del Diavolo, decido di partire da Ponte Campo.
Lasciata l'auto nel parcheggio a pagamento (3€) al termine della strada, a Ponte Campo, attraverso il torrente e proseguo lungo la strada sterrata fino a giungere al bivio che porta o all'Alpe Veglia o all'Alpe Vallè. Svolto a sinistra per quest'ultima e percorro la lunga carrozzabile, asfaltata per buona parte. Quando ormai si è vicino all'Alpe Vallè, una breve sentiero permette di raggiungerla evitando così l'ultimo paio di tornanti. Almeno una decina di baite sono allocate distanti fra sé, in un immenso pratone. L'alpeggio è ben fornito d'acqua, ottima per una rinfrescata. Come previsto, il cielo nuvoloso copre tutto il panorama sulle creste circostanti ma posso scorgere un sentiero che si inerpica per un canale erboso. Sarà forse il sentiero "di Balmitt"? Devo cercare assolutamente informazioni!
Superato Stalletto continuo sulla carrozzabile per poi abbandonarla proseguendo su un sentiero che porta all'Alpe Balmelle. Anche qui altra fontana. Poco più avanti dell'alpe un sentiero parte a sinistra, con bolli rosso-bianchi smarriti dal tempo. Si sale per un centinaio di metri e si arriva su una distesa erbosa. Senza riuscire a scorgere alcun bollo proseguo dritto raggiungendo velocemente il Passo delle Possette.
Da qui inizia la discesa verso sud, direzione Bugliaga. Il sentiero è evidente e scende rapido passando per numerosi piccoli alpeggi abbandonati. Ora il sole splende e pare essere tornata l'estate. Mentre scendo fantastico su una possibile attività in Alpe ed una vita immersa nel verde. Giunta a Bugliaga procedo a passo svelto in direzione Trasquera, impaziente di vedere lo storico e assurdo Ponte del Diavolo.
Quando ormai lo vedo mi fermo, sorpresa ed estasiata, scatto un milione di foto e riprendo il cammino. Quando lo attraverso volo al lontano 1880.
No c'è tempo da perdere, corricchio fino ad incontrare una palina segnaletica per Agro Dentro e Agro Fuori, senza dover arrivare a Trasquera. Breve pausa prima di trascinarsi per la ripida salita immersa nel bosco. Ogni qualvolta mi soffermo ad asciugare le gocce di sudore che mi colano dalla fronte. Finalmente completo questi sudati 500 metri ed eccomi ad Agro Dentro, tre baite ravvicinate. Dietro queste continua la traccia che, dopo una brevissima salita, si fa pianeggiante e avanza nel bosco fino a sbucare nel pianoro erboso di Agro Fuori. Traversato questo alpeggio si giunge al piccolo santuario da cui si riprende il sentiero diretto alla cima del Monte Teggiolo. Si sale sulla dorsale sud-est del monte, tra rododendri e brevi pietraie. Il caldo logorante ed i tratti a gradoni rendono l'ascesa ancor più faticosa. Man mano che si guadagna quota la dorsale si sgombra dalla vegetazione. Proseguo aspettandomi ad ogni roccia che scorgo l'inizio del sentiero attrezzato. Un leggero vento misto alla foschia sale da sud-ovest ed oscura la cima. Il sentiero passa poi a destra della cresta e a breve incontro un primo cavo d'acciaio. Ancora due passi ed eccomi al sentiero attrezzato "Gianfranco Filosi". Una catena lunga a dir tanto 5 metri ed eccomi in cima. Sul serio? Ma sono già arrivata? E questo sarebbe un sentiero attrezzato?
Abbastanza delusa da questo nomenclatura esagerata la vista del piccolo bivacco sulla cima del Teggiolo mi regala un sorriso. In effetti è una delle poche cose che riesco a scorgere, il panorama tutt'attorno è immerso nelle nubi. Peccato, volevo tanto vedere il Monte Leone. Scambio due chiacchiere con un ragazzo arrivato in motocross da Bugliaga per poi mangiarmi uno snack nell'unico sasso non ricoperto di cacca di capra!
Il tempo non migliora così riprendo il cammino verso ovest, diretta al Passo delle Possette. Traversato questo verde prato interrotto da buchi e tagli profondi giungo a pochi passi dall'Alpe Pianezzoni e ripercorro il sentiero dell'andata. Mi fermo qualche minuto in solitudine all'Alpe Balmelle, degustando il mio pranzo e ammirando le affilate rocce tutt'attorno.
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NOTE: consiglio di portare un cestino per la raccolta delle numeroso fragoline di bosco!
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