Monte Lema (m.1621), Cresta SE
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Indubbiamente la cresta SE del Monte Lema è l'itinerario più bello e selvaggio di una cima a ragione frequentatissima dalle sue varie vie normali. Richiede attenzione e capacità nel muoversi su questo tipo di terreno misto pur senza affrontare quasi mai veri e propri passi d'arrampicata, visto che le tre "torri" non presentano buonissima roccia. Una loro eventuale arrampicata si può valutare tra III° e V° grado.
Nel corsivo iniziale il mio commento dopo la salita dello scorso anno, in cui dimenticai la fotocamera non potendo così documentare queste parole... La relazione che segue, pertanto, rielabora ed arricchisce - anche con immagini - quella "muta" di allora avvenuta il 27 aprile 2019.
Partenza da Sessa (m.397) verso Astano (m.631). Qui, tralasciando la ben nota salita "diretta" al Lema tramite Moncucco, inizio un lungo percorso in falsopiano, traversando belle vallette in zone boschive, toccando l'Alpe di Pazz (m.758) e raccordandomi alla via normale del Monte Lema da Miglieglia, poco prima dell'Agriturismo "La Sosta" (m.792).
La si segue utilizzando sentieri e scorciatoie che tagliano la strada asfaltata sino all'Alpe dei Boschetti, che a questo punto si abbandona seguendo i segnavia per l'Alpe Tramboschino "via Monte Colletta". Bel sentiero, che attraversa un'aperta zona di baite e prati per poi inoltrarsi e risalire con qualche zig-zag un rado bosco di ginestre, betulle e faggi pervenendo al Monte Colletta (m.1152), in realtà una semplice spalla pianeggiante posta all'inizio della severa cresta SE del Monte Lema.
Qui giunti si abbandona il sentiero marcato - che traversa la montagna a mezzacosta inoltrandosi nel Vallone in direzione dell'Alpe Tramboschino - iniziando a salire la boscosa dorsale su evidenti tracce di animali, che si fà sempre più ripida ed impervia ma nel complesso agevole giungendo tramite le prime facili roccette alla sella che precede l'inizio dell'autentica cresta, consistente in tre "torri" abbastanza ravvicinate una all'altra. Da questo lato il Monte Lema mostra la sua faccia più "cattiva", mette una certa soggezione ed è da valutare passo dopo passo.
La prima torre si presenta subito severa e verticale, con belle placche che si affrontano volentieri, poi qualche roccetta misto erba finchè il discorso comincia a farsi davvero serio con un bel muro di roccia non sanissima che costringe all'aggiramento su tracce animali a sinistra, visto che il lato del "vallone" a destra presenta salti impressionanti. Rispetto all'anno scorso l'aggiramento avviene più alto, risultando maggiormente difficoltoso, delicato ed a tratti molto esposto: contavo così di trovare il modo di salire in cresta, ma tra la roccia non buonissima e le alte difficoltà di un'eventuale arrampicata ho dovuto ripetere a un certo punto la via dell'anno scorso, affrontando divertenti placche miste a passaggi erbosi su paglia. Riguadagnata ripidamente la cresta, si perviene tramite roccette e una selletta all'attacco della seconda torre, la quale pur essendo meno imponente della precedente non offre possibilità, costringendo a un secondo aggiramento a sinistra (a destra non vi è possibilità perchè dirupatissimo). L'aggiramento obbligato su paglia scivolosa della bastionata causa l'unica perdita di dislivello "importante" (circa 50 metri direi), ma la risalita è ancor più brusca e difficoltosa, su terreno infame (sabbioso, franoso e la solita paglia). Si giunge a una sorta di grotta, probabile rifugio di qualche ungulato, e con cautela si risale questa brutta china toccando una magra selletta, che con aerea ma non difficile arrampicata su misto porta al culmine della cresta, che a questo punto si amplia e facilita.
La terza ed ultima "torre", solo apparentemente più semplice delle precedenti, è in realtà altrettanto infida. Aggirandola sempre a sinistra si trovano passaggi più semplici (II°-III°) ma comunque da non sottovalutare, altrimenti si passa tranquillamente su cenge erbose e rocciose. Mantenendosi sul filo si possono affrontare altri passaggi molto divertenti, ma non più obbligatori, per poi riprendere definitivamente la parte finale della cresta, più semplice e con facili roccette terminali (I°-II°) che permettono di giungere infine sulla Cima dell'Osservatorio Astronomico (m.1586), da cui in pochi minuti si tocca la vetta vera e propria del Monte Lema (m.1621).
In vetta incontro un simpatico signore di Voldomino, con cui poi scendo a Pradecolo (m.1184), il quale gentilmente si offrirà di accorciarmi il giro dandomi un passaggio fino a Luino... che per una volta tanto - dato il dispendio di energie richiesto dal percorso affrontato - accetto più che volentieri. ;)
Avanti così.
NB. Sessa-Miglieglia T2/T1 - Miglieglia-Monte Colletta T1/T2 - Monte Colletta-Monte Lema (Osservatorio) T5+ - Monte Lema (osservatorio)-Pradecolo T2.
Tourengänger:
Poncione

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