Rifugio Santa Rita 2000 m


Publiziert von cristina , 4. Februar 2020 um 14:39. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 1 Februar 2020
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano-Lecco-Valsassina-Introbio. Posteggio in paese oppure prima della sterrata per la Val Biandino o al primo ponte sulla strada per Val Biandino.

Le previsioni non molto esaltanti e il dover rientrare per tempo ci spingono nella solita Valsassina.

Complice una lettura errata della webcam della Valbiandino, decidiamo di andare al Rifugio Santa Rita lungo la cresta. Non sembrava ci fosse molta neve né in cresta né, soprattutto sul pendio della Valbiandino, quasi interamente soggetto a scariche.

Giunti quindi alla Fonte San Carlo svoltiamo a sx su strada cementata e alla curva imbocchiamo il sentiero per il rifugio Santa Rita.

Saliamo a tornanti con buona pendenza e solo poco prima delle Baite d’Agrella cominciamo a trovare tracce di neve.

Neve che comincia ad aumentare lungo il traverso prima dell’Alpe Agoredo. All’Alpe calziamo i ramponi e ci portiamo in cresta. Cresta che seguiremo fino al Pizzo Cornagiera e quindi alla Cappella dei Laghitt.

La neve cambia da scivolosa a gessosa, dove i ramponi trattengono chili di neve.

Purtroppo la nebbia copre a tratti il percorso e specialmente nella discesa dal Pizzo Cornagiera, se non l’avessimo fatto altre volte, qualche dubbio sulla direzione l’avremmo avuto, più che altro perché ci è sembrato molto lungo il tratto per raggiungere la Cappelletta che è apparsa solo negli ultimi metri.

Proseguiamo fino al crocefisso, dove potremmo abbandonare la cresta e scendere in Valbiandino ma qui giunti, anche se ora la cresta è abbastanza visibile, non riusciamo a capire come sia messa. Il versante Valbiandino è pressoché pulito, sembra, quello della Val Varrone invece e completamente innevato.

Decidiamo di proseguire e di fare dietro front al primo segnale negativo. Il primo tratto è pulito. Raggiunta la cresta la prosecuzione è ora ben visibile, tutta su neve…ci guardiamo e….noi le picche sempre a casa eh?!?! Mannaggia alla webcam….proviamo però ad andare avanti…

La neve tiene bene e comunque in molti punti riusciamo a stare sul versante pulito, i ramponi fanno il loro ottimo lavoro anche sull’erba. Passiamo tranquillamente il tratto attrezzato, catene coperte naturalmente ma stando un po’ su erba e un po’ in cresta non ci sono problemi. Affrontiamo l’ultima salita, Cima Costa del Dente e pensando di essere fuori dalle difficoltà e notando la bandiera del rifugio, un poco ci rilassiamo. Gli ultimi metri sono i peggiori invece. Sulla cresta si è creato un accumulo ventato, scendere sull’erba sottostante senza una picca potrebbe essere peggio per cui proseguiamo sul filo dove fortunatamente riusciamo a fare dei grossi buchi, solo pochi metri sono di neve più dura. Nel punto in cui la neve si abbassa, scendiamo sull’erba. Ritorniamo su neve poco sotto la bandiera e quindi scendiamo al rifugio…purtroppo chiuso…sembra che ormai la bandiera issata non sia più sinonimo di rifugio aperto, non è la prima volta che ciò succede purtroppo…

Facciamo una breve sosta e quindi proseguiamo nella discesa per la Valbiandino. Il sentiero estivo, nella parte alta, è completamente coperto e non visibile, fortunatamente i ramponi tengono bene e con un po' di cautela riusciamo a scendere il ripido pendio. Continuando a scendere potremmo arrivare direttamente all’Alpe di Sasso ma non sappiamo se ciò sia fattibile o se ci siano dei salti per cui, anche se non proprio piacevole, con attenzione facciamo un traverso in leggera salita raggiungendo così il sentiero estivo. Sentiero che a brevi tratti è pulito ma che per la maggior parte è coperto da vecchie slavine, che si attraversano senza problemi, ormai sono cemento e la parte alta è completamente pulita. Alla Madonna della Neve potremmo togliere i ramponi ma per velocizzare la discesa li teniamo.

Sosta veloce in compagnia dei soliti amici che bazzicano il rifugio Tavecchia e quindi rientro a Introbio.

Peccato per le nebbie che con la neve sono veramente poco piacevoli ma il percorso è stato di grande soddisfazione. Nota dolente….il caldo!


Tourengänger: cristina, Marco27
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (2)


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GIBI hat gesagt:
Gesendet am 5. Februar 2020 um 08:47
Giro che fatto in queste condizioni pur essendo poco panoramico ha pur sempre un suo fascino, certo se non foste a conoscenza di ogni sentiero, di ogni segreto della zona con questa foschia sarebbe stato ben più impegnativo di quello che poi effettivamente è stato !

ciao Giorgio

cristina hat gesagt: RE:
Gesendet am 5. Februar 2020 um 10:00
Già una volta, con la nebbia, scendere dal Cornagiera non era stato semplice...


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