Canale dei camosci e canale della Madonnina, Zuccone Campelli e Zucco di Pesciola
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Nel bel mezzo della sessione di esami invernale è sempre difficile trovare il tempo per andare in montagna però è altrettanto difficile resistere alle tentazioni e ancor più difficile non sbirciare sui vari siti le gite degli altri ed ecco che allora nasce la proposta che faccio ad Elena sapendo di trovare una facile adesione.
Partiamo dai piani di Bobbio e attraversando le piste fortunatamente ancora vuote raggiungiamo il rifugio Lecco prima di inoltrarci nella conca dei Campelli. Giunti nel suo centro cambiamo assetto, indossiamo ramponi ed imbrago e prepariamo le picche. Finalmente iniziamo la salita del canale dei camosci ed Elena parte fortissimo, staccandomi quasi subito. La prima parte del canale è su neve durissima, ben rigelata e che offre una buona presa per i ramponi però non è per niente gradinata e i polpacci iniziano presto a bruciare, quando la raggiungo mi spiega che salire quasi di corsa è la tecnica che ha pensato di utilizzare per finire al più presto il canale ed evitare un eventuale scivolata (idea bizzarra che più che altro può servire per disintegrarsi fin da subito le gambe), ripartiamo e continuando di buon passo ci guadagnamo l'uscita al sole.
Una volta in cresta la seguiamo verso sinistra e dopo aver superato l'anticima con l'aiuto di alcune catene raggiungiamo la vetta dello zuccone Campelli già molto popolata. Dopo qualche foto ripercorriamo la cresta a ritroso e ci dirigiamo verso lo zucco Pesciola inizialmente su cresta ben tracciata e larga poi più ripida e tecnica. A questo punto a me viene qualche perplessità sul proseguire con Elena alla sua prima esperienza su questo terreno ma lei mi invita a continuare e con grande tranquillità e sicurezza superiamo il primo tratto di neve e poi il risalto roccioso attrezzato con catena che ci porta all'intaglio sotto la vetta dello zucco di Pesciola, saliamo sulla cima e dopo una breve pausa iniziamo la discesa percorrendo il canalone della Madonnina concludendo così il nostro bellissimo anello. Ripercorriamo i passi del mattino fino al rifugio Lecco e poi cerchiamo il miglior passaggio tra le piste (ore pienissime) cercando di non farci investire e di non essere di intralcio ritornando infine al punto di partenza.
Gran bel giro in un ambiente splendido in estate ma ancor più maestoso in inverno e un grande "brava" ad Elena con cui posso iniziare a progettare e fare giri sempre più belli.
Partiamo dai piani di Bobbio e attraversando le piste fortunatamente ancora vuote raggiungiamo il rifugio Lecco prima di inoltrarci nella conca dei Campelli. Giunti nel suo centro cambiamo assetto, indossiamo ramponi ed imbrago e prepariamo le picche. Finalmente iniziamo la salita del canale dei camosci ed Elena parte fortissimo, staccandomi quasi subito. La prima parte del canale è su neve durissima, ben rigelata e che offre una buona presa per i ramponi però non è per niente gradinata e i polpacci iniziano presto a bruciare, quando la raggiungo mi spiega che salire quasi di corsa è la tecnica che ha pensato di utilizzare per finire al più presto il canale ed evitare un eventuale scivolata (idea bizzarra che più che altro può servire per disintegrarsi fin da subito le gambe), ripartiamo e continuando di buon passo ci guadagnamo l'uscita al sole.
Una volta in cresta la seguiamo verso sinistra e dopo aver superato l'anticima con l'aiuto di alcune catene raggiungiamo la vetta dello zuccone Campelli già molto popolata. Dopo qualche foto ripercorriamo la cresta a ritroso e ci dirigiamo verso lo zucco Pesciola inizialmente su cresta ben tracciata e larga poi più ripida e tecnica. A questo punto a me viene qualche perplessità sul proseguire con Elena alla sua prima esperienza su questo terreno ma lei mi invita a continuare e con grande tranquillità e sicurezza superiamo il primo tratto di neve e poi il risalto roccioso attrezzato con catena che ci porta all'intaglio sotto la vetta dello zucco di Pesciola, saliamo sulla cima e dopo una breve pausa iniziamo la discesa percorrendo il canalone della Madonnina concludendo così il nostro bellissimo anello. Ripercorriamo i passi del mattino fino al rifugio Lecco e poi cerchiamo il miglior passaggio tra le piste (ore pienissime) cercando di non farci investire e di non essere di intralcio ritornando infine al punto di partenza.
Gran bel giro in un ambiente splendido in estate ma ancor più maestoso in inverno e un grande "brava" ad Elena con cui posso iniziare a progettare e fare giri sempre più belli.
Tourengänger:
mattia

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