Sasso Pelo
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Il Sasso Pelo è praticamente noto ai soli arrampicatori di una "certa età" come falesia invernale agevole e suggestiva: come ambiente; meno agevole la difficoltà tecnica media: dal 6c al 8b... Oltre che per il normale cambiamento delle mode (il boulder attualmente impera), a causa anche di una cospicua frana di ormai parecchi anni fa, il sito non è più così frequentato come negli anni del successo, attorno al cambiamento di secolo. Ancora meno frequentata dagli escursionisti è la sommità del Sasso Pelo, uno splendido alpeggio che occupa la conca fra le due sommità boscose culminanti; la vera cima è quella occidentale, ma la foresta è talmente intricata che non riusciamo a trovare il sentiero mappato. [Attenzione: tutta la parte superiore del Sasso Pelo è proprietà privata recintata... regolarsi di conseguenza]. Altro motivo d'interesse per questa escursione è l'incontro sul percorso con parecchie chiese cinque-seicentesche: naturalmente chiuse, presentano comunque alla vista splendidi affreschi ben conservati.
Dal parcheggio ci si porta in breve ad attraversare il torrente Livo, trovando subito, in forma di ripido acciottolato, la vecchia strada pedonale per Livo; salendo inizialmente al margine della moderna carrozzabile, la mulattiera segue poi una valletta secondaria che, tra vecchi terrazzamenti, raggiunge la frazione Gaggio. L'acciottolato prosegue al centro dell'abitato per poi uscirne in alto in direzione di una lunga traversata nei castagneti che accompagna fino alla conca di Livo. Qui decidiamo di fare una breve deviazione a destra (strada a pedaggio per Dangri e nello stesso tempo Via dei Monti Lariani) per tornare a visitare la Chiesa di S.Giacomo Vecchia (quella nuova, ma non tanto, è la parrocchiale del paese): interessanti gli affreschi del pronao ed un antico monumento funebre sul retro del tempio. Tornati a Livo, si attraversa il paese lungo la via principale e poco lontano, in corrispondenza di una cappella votiva, si svolta a sinistra nei prati in direzione della massa boscosa del Sasso Pelo; si prosegue lungo un'ampia sterrata assai deteriorata dallo scorrimento delle acque che coincide con una variante della Via dei Monti Lariani: al primo tornante si abbandona (momentaneamente; ci torneremo per proseguire la gita) la VML per continuare sulla pista privata. Un cancello sbarra il passaggio ai mezzi motorizzati, ma - pur con divieto di accesso - a piedi si passa agevolmente; ancora qualche curva ed il fitto bosco si apre nella splendida radura di cima: fra dossi ed avvallamenti si collocano un'ampia abitazione con varie strutture di servizio (probabilmente anche una nevera) ed un'antica stalla a portici. Come detto più sopra, raggiungere la vera cima si rivela inutile e fastidioso nell'intrico dei rami nel bosco non curato. Tornati al sentiero "pubblico", si prosegue nell'aggiramento della cupola del Sasso Pelo: la traccia non è frequentatissima ed alterna tratti in piano a brevi ma sensibili salite; raggiunto il versante a lago si inizia a scendere, anche ripidamente, fra blocchi di roccia staccatisi dalla fascia calcarea che attraversa la montagna. Oltrepassata una zona di terrazzamenti coltivati un tempo a castagni da frutto (alcuni esemplari secolari sopravvivono all'assenza di cure), si entra fra le abitazioni di Naro: lasciata a destra la traccia di salita alla falesia, si prosegue in piano fino alla chiesa di S.Croce; in corrispondenza della piccola abside riprende il sentiero (sempre VML) nel bosco per Peglio. [Fortunatamente in questo caso la moderna carrozzabile per Naro scorre più in basso senza intaccare il percorso tradizionale]. Raggiunte le prime abitazioni del paese, in corrispondenza del civico 5, si scende a sinistra per una gradinata di cemento, per poi proseguire in Via del Pero e raggiungere la chiesa dei SS.Eusebio e Vittore: l'edificio è uno spettacolo artistico e panoramico sul ramo settentrionale del Lago di Como. Alle spalle del piccolo cimitero (da qui le indicazioni sono sempre presenti, ma spesso in posizioni non felici) parte un sentiero inizialmente erboso che scende gradualmente nel bosco verso Domaso. Dopo lungo tratto si raggiungono le case di Segna con l'oratorio di S.Lorenzo e, usciti dall'abitato, si torna a scendere tra prati e vigneti fino alla frazione Pozzolo coi suoi vicoli ripidi e stretti; raggiunto l'asfalto in Piazza Acone, si oltrepassa una vistosa azienda vinicola, per poi ritrovare a destra la mulattiera che scende definitivamente a Domaso nei pressi della chiesa di S.Bartolomeo. Proseguendo a fianco del centro sportivo si ritrova il ponte iniziale sul Livo.
https://www.relive.cc/view/v36ArVjeAZq
Dal parcheggio ci si porta in breve ad attraversare il torrente Livo, trovando subito, in forma di ripido acciottolato, la vecchia strada pedonale per Livo; salendo inizialmente al margine della moderna carrozzabile, la mulattiera segue poi una valletta secondaria che, tra vecchi terrazzamenti, raggiunge la frazione Gaggio. L'acciottolato prosegue al centro dell'abitato per poi uscirne in alto in direzione di una lunga traversata nei castagneti che accompagna fino alla conca di Livo. Qui decidiamo di fare una breve deviazione a destra (strada a pedaggio per Dangri e nello stesso tempo Via dei Monti Lariani) per tornare a visitare la Chiesa di S.Giacomo Vecchia (quella nuova, ma non tanto, è la parrocchiale del paese): interessanti gli affreschi del pronao ed un antico monumento funebre sul retro del tempio. Tornati a Livo, si attraversa il paese lungo la via principale e poco lontano, in corrispondenza di una cappella votiva, si svolta a sinistra nei prati in direzione della massa boscosa del Sasso Pelo; si prosegue lungo un'ampia sterrata assai deteriorata dallo scorrimento delle acque che coincide con una variante della Via dei Monti Lariani: al primo tornante si abbandona (momentaneamente; ci torneremo per proseguire la gita) la VML per continuare sulla pista privata. Un cancello sbarra il passaggio ai mezzi motorizzati, ma - pur con divieto di accesso - a piedi si passa agevolmente; ancora qualche curva ed il fitto bosco si apre nella splendida radura di cima: fra dossi ed avvallamenti si collocano un'ampia abitazione con varie strutture di servizio (probabilmente anche una nevera) ed un'antica stalla a portici. Come detto più sopra, raggiungere la vera cima si rivela inutile e fastidioso nell'intrico dei rami nel bosco non curato. Tornati al sentiero "pubblico", si prosegue nell'aggiramento della cupola del Sasso Pelo: la traccia non è frequentatissima ed alterna tratti in piano a brevi ma sensibili salite; raggiunto il versante a lago si inizia a scendere, anche ripidamente, fra blocchi di roccia staccatisi dalla fascia calcarea che attraversa la montagna. Oltrepassata una zona di terrazzamenti coltivati un tempo a castagni da frutto (alcuni esemplari secolari sopravvivono all'assenza di cure), si entra fra le abitazioni di Naro: lasciata a destra la traccia di salita alla falesia, si prosegue in piano fino alla chiesa di S.Croce; in corrispondenza della piccola abside riprende il sentiero (sempre VML) nel bosco per Peglio. [Fortunatamente in questo caso la moderna carrozzabile per Naro scorre più in basso senza intaccare il percorso tradizionale]. Raggiunte le prime abitazioni del paese, in corrispondenza del civico 5, si scende a sinistra per una gradinata di cemento, per poi proseguire in Via del Pero e raggiungere la chiesa dei SS.Eusebio e Vittore: l'edificio è uno spettacolo artistico e panoramico sul ramo settentrionale del Lago di Como. Alle spalle del piccolo cimitero (da qui le indicazioni sono sempre presenti, ma spesso in posizioni non felici) parte un sentiero inizialmente erboso che scende gradualmente nel bosco verso Domaso. Dopo lungo tratto si raggiungono le case di Segna con l'oratorio di S.Lorenzo e, usciti dall'abitato, si torna a scendere tra prati e vigneti fino alla frazione Pozzolo coi suoi vicoli ripidi e stretti; raggiunto l'asfalto in Piazza Acone, si oltrepassa una vistosa azienda vinicola, per poi ritrovare a destra la mulattiera che scende definitivamente a Domaso nei pressi della chiesa di S.Bartolomeo. Proseguendo a fianco del centro sportivo si ritrova il ponte iniziale sul Livo.
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