M. Frerone e Cima Terre Fredde... per la "Via Andrea".
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Piccolo antefatto:
Martedì sera, dopo il lavoro esco per cimentarmi in una partita a squash... la notte, col buio più profondo, il conto mi viene presentato: dolore al polso destro e altrettanto dolore al tendine rotuleo. Dopo un attimo di smarrimento passo subito al contrattacco. Avanti di Voltaren come se non ci fosse un domani, poi, per paura che l'infiammazione si prolunghi oltre il dovuto, Lidocaina, Benzocaina, Articaina, ed infine, dosi letali di Morfina.
Sabato mattina. Il dolore sembra attenuato, azzardo l'uscita, si punta verso il Parco dell'Adamello. Parcheggiamo nel grande spazio antistante il rif. Tassara, la temperatura è bella fresca, anzi, la brina ricopre i prati. Saliamo a passo abbastanza sostenuto per il sentiero N°1 che risale la Val Fredda, il ginocchio risponde abbastanza bene e dopo 1h20 siamo nei pressi del P.so Val Fredda dove prendiamo la deviazione per il M. Frerone.
Il sole ora è alto e ci riscalda le ossa, camminiamo in maglietta, dopo un primo tratto piuttosto tranquillo giungiamo nella breve zona attrezzata, poche decine di metri da fare con attenzione, poi via, verso la Scodella del Frer che altro non è che l'ingresso di una bella vallata che si infrange contro il Frerone. Si sale spediti, grazie ai diversi tornanti che attenuano la ripidità, la traccia è peggio di come la ricordavo, le diverse intemperie hanno reso tutto più smottato. Arrivati sul Frerone la visuale è eccezionale, manco sto lì a dare nomi alle varie cime che si vedono, perchè le foto dicono già tutto. Per Rosa il sorriso è doppio, prima volta sul Frerone e cielo da 10 e lode.
Dopo essere sopravvissuti all'assalto delle capre (tentato furto del cibo posto negli zaini), ora scendiamo per la cresta che scorre a Est, una stretta traccia misto terra/erba a volte esposta che scende verso il P.so del Frerone, raggiunto il quale, scendiamo ancora per qualche decina di metri in direzione Lago della Vacca. L'idea originale è quella di ritornare al P.so di Val Fredda per poi salire al M. Cadino, ma mi faccio ingolosire dalla vista della Cima delle Terre Fredde, e così supportato dall'assenso di Rosa pieghiamo verso i laghetti delle Terre Fredde e proseguiamo verso questa seconda cima.
Ovviamente di tracce che assomiglino vagamente ad un sentiero qua non se ne trovano, bisogna leggere il "terreno" pian piano che si prosegue, in questo caso stiamo 20 0 30 metri sotto la cresta che prosegue verso il Terre Fredde. Una volta arrivati nella parte più ripida della salita abbiamo trovato una sorta di traccia creata dal passaggio delle capre, proprio nel canalino centrale, un canalino erboso che si alterna a qualche roccetta; il primo tentativo ci ha portato verso destra, sbucando su massi a prima vista poco sicuri, in diagonale verso O si giunge in pochi passi sulla cima. Oppure, restando a sinistra, si sale ancora per balze erbose (esposte) e qualche masso per poi spuntare sulla cima. Per la discesa sarebbe buono avere una corda di 20/30 mt per fare sicura almeno sino alla base del canalino.
La discesa è come per la salita, una volta arrivati alle Terre Fredde (ho fatto qualche ometto, pochi per la verità) a vista si ritorna sul sentiero ufficiale sino a sbucare sul sentiero N°1, dove poi si piega a destra per tornare al P.so delle Terre Fredde ed infine di nuovo al Bazena.
P.s.
Una volta acceso il pc e aperta la relazione, scopro che la salita che abbiamo fatto noi l'aveva fatta anche il mai dimenticato Andrea!. E chi mai altrimenti? D'ora in poi quella salita la chiamerò "Via Andrea".
Nota 1: Cazzeggiandum...
Lerciofivestars: M5s, i probiviri si riuniscono per spiegare a Toninelli cos'è successo.
Eugenetica: Medico ebreo fa nascere bambino già circonciso.
Doctor and the Medics: Sfortunato in amore vende fossile di preservativo.
Chiesa e Scisma alla tedesca: Lutero è mio e lo gestisco io!
A' la prochaine! Menek
Martedì sera, dopo il lavoro esco per cimentarmi in una partita a squash... la notte, col buio più profondo, il conto mi viene presentato: dolore al polso destro e altrettanto dolore al tendine rotuleo. Dopo un attimo di smarrimento passo subito al contrattacco. Avanti di Voltaren come se non ci fosse un domani, poi, per paura che l'infiammazione si prolunghi oltre il dovuto, Lidocaina, Benzocaina, Articaina, ed infine, dosi letali di Morfina.
Sabato mattina. Il dolore sembra attenuato, azzardo l'uscita, si punta verso il Parco dell'Adamello. Parcheggiamo nel grande spazio antistante il rif. Tassara, la temperatura è bella fresca, anzi, la brina ricopre i prati. Saliamo a passo abbastanza sostenuto per il sentiero N°1 che risale la Val Fredda, il ginocchio risponde abbastanza bene e dopo 1h20 siamo nei pressi del P.so Val Fredda dove prendiamo la deviazione per il M. Frerone.
Il sole ora è alto e ci riscalda le ossa, camminiamo in maglietta, dopo un primo tratto piuttosto tranquillo giungiamo nella breve zona attrezzata, poche decine di metri da fare con attenzione, poi via, verso la Scodella del Frer che altro non è che l'ingresso di una bella vallata che si infrange contro il Frerone. Si sale spediti, grazie ai diversi tornanti che attenuano la ripidità, la traccia è peggio di come la ricordavo, le diverse intemperie hanno reso tutto più smottato. Arrivati sul Frerone la visuale è eccezionale, manco sto lì a dare nomi alle varie cime che si vedono, perchè le foto dicono già tutto. Per Rosa il sorriso è doppio, prima volta sul Frerone e cielo da 10 e lode.
Dopo essere sopravvissuti all'assalto delle capre (tentato furto del cibo posto negli zaini), ora scendiamo per la cresta che scorre a Est, una stretta traccia misto terra/erba a volte esposta che scende verso il P.so del Frerone, raggiunto il quale, scendiamo ancora per qualche decina di metri in direzione Lago della Vacca. L'idea originale è quella di ritornare al P.so di Val Fredda per poi salire al M. Cadino, ma mi faccio ingolosire dalla vista della Cima delle Terre Fredde, e così supportato dall'assenso di Rosa pieghiamo verso i laghetti delle Terre Fredde e proseguiamo verso questa seconda cima.
Ovviamente di tracce che assomiglino vagamente ad un sentiero qua non se ne trovano, bisogna leggere il "terreno" pian piano che si prosegue, in questo caso stiamo 20 0 30 metri sotto la cresta che prosegue verso il Terre Fredde. Una volta arrivati nella parte più ripida della salita abbiamo trovato una sorta di traccia creata dal passaggio delle capre, proprio nel canalino centrale, un canalino erboso che si alterna a qualche roccetta; il primo tentativo ci ha portato verso destra, sbucando su massi a prima vista poco sicuri, in diagonale verso O si giunge in pochi passi sulla cima. Oppure, restando a sinistra, si sale ancora per balze erbose (esposte) e qualche masso per poi spuntare sulla cima. Per la discesa sarebbe buono avere una corda di 20/30 mt per fare sicura almeno sino alla base del canalino.
La discesa è come per la salita, una volta arrivati alle Terre Fredde (ho fatto qualche ometto, pochi per la verità) a vista si ritorna sul sentiero ufficiale sino a sbucare sul sentiero N°1, dove poi si piega a destra per tornare al P.so delle Terre Fredde ed infine di nuovo al Bazena.
P.s.
Una volta acceso il pc e aperta la relazione, scopro che la salita che abbiamo fatto noi l'aveva fatta anche il mai dimenticato Andrea!. E chi mai altrimenti? D'ora in poi quella salita la chiamerò "Via Andrea".
Nota 1: Cazzeggiandum...
Lerciofivestars: M5s, i probiviri si riuniscono per spiegare a Toninelli cos'è successo.
Eugenetica: Medico ebreo fa nascere bambino già circonciso.
Doctor and the Medics: Sfortunato in amore vende fossile di preservativo.
Chiesa e Scisma alla tedesca: Lutero è mio e lo gestisco io!
A' la prochaine! Menek
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