Anello per la Cima del Carro (Valle dell'Orco)
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La Cima del Carro (m 3326) è una classica escursione scialpinistica primaverile, piuttosto frequentata e , in genere, fattibile fino alle porte dell’estate.
Sia l’itinerario da Chapili, sia quello dal Lago Serrù, sono sciisticamente interessanti e si svolgono su pendii ampi ma a tratti molto ripidi che richiedono neve ben assestata.
L’itinerario proposto è un anello, purtroppo imperfetto, perché ci sono circa km 4 di strada asfaltata per recuperare l’auto lasciata al Lago Serrù. La salita avviene partendo dal Lago Serrù, che presente tratti più impegnativi; mentre la discesa lungo il Vallone del Carro fino a Chiapili.
Non siamo arrivati in vetta: mancava una mezz’oretta, per avere condizioni di neve ancora accettabili in discesa.
LOCALITA' DI PARTENZA. Lago Serrù, parcheggio sotto la diga (m 2245).
LOCALITA' DI ARRIVO. Immissione della carrareccia che percorre il Vallone del Carro sulla strada per il Nivolet (m 1900).
ATTREZZATURA. Normale da scialpinismo, indispensabili i rampant. In certe condizioni possono tornare utili ramponi e picozza.
DIFFICOLTÀ. In prevalenza si svolge su ampi pendii, ma le pendenze in alcuni tratti sono sostenute. Qualche passaggio obbligato. In parte su ghiacciaio, quindi bisogna fare attenzione, in particolare con poco innevamento: noi l’abbiamo trovato con ottimo innevamento e completamente chiuso.
Nella scala di difficolta Blachére lo classificherei BSA; nella scala svizzera AD.
QUOTA MASSIMA: m 3227, sotto la Cima del Carro, sul Ghiacciaio del Carro ovest.
QUOTA MINIMA: m 1892, al ponte sul Torrente del Carro lungo il percorso della discesa.
SVILUPPO: km 12,70.
TEMPO DI CAMMINO EFFETTIVO: 5 ore 40’.
TEMPO DI SALITA: 3 ore 50’.
TEMPO DI DISCESA: 1 ora 50’.
DESCRIZIONE PERCORSO. Dal parcheggio si passa sotto la diga del Lago Serrù e, al suo termine, si piega a destra seguendo, su terreno pianeggiante la sponda del ago. Raggiunto il Laghetto di Pratorotondo (m 2678), le cui acque iniziano a fare capolino da sotto la neve. Dopo un breve tratto ancora pianeggiante, si svolta in direzione sud-ovest e si inizia la risalita, con pendenza via via sempre più ripida. Accodati ai numerosi gruppi di scialpinisti, invece di raggiungere il Colle delle Rocce, sbuchiamo in cresta a quota m 2665 e la si percorre per un breve tratto fino a giungere a ridosso della parete rocciosa (m 2685); tolti gli sci, in facile arrampicata, ci caliamo per una decina di metri sul versante opposto e, rimessi li sci, con un lungo traverso, transitando sotto il Colle delle Rocce. Proseguiamo, con pendenza via via più sostenuta, fino a raggiungere un canale glaciale abbastanza ripido che risaliamo fino a sbucare nei pressi del Col d’Oin, che si scorge alla nostra destra: siamo a quota m 3140 circa, con la vetta ormai abbastanza vicina.
A questo punto, considerato il rapido deteriorarsi del manto nevoso, decidiamo di rinunciare alla cima e di scendere per il Vallone del Carro; confidando di trovare uno passaggio da parte di qualche anima pia per recuperare l’auto lasciata al Lago Serrù, distante circa km 4 da dove sbucheremo. Pieghiamo a sinistra su terreno più dolce e raggiungiamo quota m 3227 da dove, dopo una breve sosta ristoratrice, iniziamo la discesa.
Scendiamo fino alla quota di circa m 2900, per poi deviare verso destra e, con un lungo traverso, attraversare il Ghiacciaio del Carro. A quota m 2700 circa, svoltiamo di circa 90° in direzione nord e prendiamo a scendere su un pendio piuttosto ripido verso il fondo del Vallone del Carro. Giunti in vista dell'Alpe Mandetta seguiamo il fondovalle e raggiungiamo la carrareccia che percorriamo fino al suo termine sulla strada del Nivolet. La neve termina a quota m 2020, così l’ultima mezz’oretta ce la facciamo con gli sci in spalla.
NEVE: Sci calzati al parcheggio al Lago Serrù, e levati a quota 2020 nel Vallone del Carro. Leggero rigelo notturno. Strato di neve recente di una quarantina di centimetri non ancora ancorato allo strato sottostante. Notati diverse slavine da scorrimento di lastroni. Su ghiacciaio strato nevoso buono e completamente trasformato (firn). Lungo la discesa, terminato il ghiacciaio, la neve è diventata “sfondosa”, poi nella parte bassa, primaverile ,a decisamente migliore. Comunque sempre sciabile.
METEO. Cielo sereno; temperatura alla partenza: 6°. Vento a livello di brezza; non ha dato nessun fastidio.
FREQUENTAZIONE: Parecchia gente lungo la salita. In discesa solo tracce di passaggi recentissimi.
COMPAGNI: Andrea.
Sia l’itinerario da Chapili, sia quello dal Lago Serrù, sono sciisticamente interessanti e si svolgono su pendii ampi ma a tratti molto ripidi che richiedono neve ben assestata.
L’itinerario proposto è un anello, purtroppo imperfetto, perché ci sono circa km 4 di strada asfaltata per recuperare l’auto lasciata al Lago Serrù. La salita avviene partendo dal Lago Serrù, che presente tratti più impegnativi; mentre la discesa lungo il Vallone del Carro fino a Chiapili.
Non siamo arrivati in vetta: mancava una mezz’oretta, per avere condizioni di neve ancora accettabili in discesa.
LOCALITA' DI PARTENZA. Lago Serrù, parcheggio sotto la diga (m 2245).
LOCALITA' DI ARRIVO. Immissione della carrareccia che percorre il Vallone del Carro sulla strada per il Nivolet (m 1900).
ATTREZZATURA. Normale da scialpinismo, indispensabili i rampant. In certe condizioni possono tornare utili ramponi e picozza.
DIFFICOLTÀ. In prevalenza si svolge su ampi pendii, ma le pendenze in alcuni tratti sono sostenute. Qualche passaggio obbligato. In parte su ghiacciaio, quindi bisogna fare attenzione, in particolare con poco innevamento: noi l’abbiamo trovato con ottimo innevamento e completamente chiuso.
Nella scala di difficolta Blachére lo classificherei BSA; nella scala svizzera AD.
QUOTA MASSIMA: m 3227, sotto la Cima del Carro, sul Ghiacciaio del Carro ovest.
QUOTA MINIMA: m 1892, al ponte sul Torrente del Carro lungo il percorso della discesa.
SVILUPPO: km 12,70.
TEMPO DI CAMMINO EFFETTIVO: 5 ore 40’.
TEMPO DI SALITA: 3 ore 50’.
TEMPO DI DISCESA: 1 ora 50’.
DESCRIZIONE PERCORSO. Dal parcheggio si passa sotto la diga del Lago Serrù e, al suo termine, si piega a destra seguendo, su terreno pianeggiante la sponda del ago. Raggiunto il Laghetto di Pratorotondo (m 2678), le cui acque iniziano a fare capolino da sotto la neve. Dopo un breve tratto ancora pianeggiante, si svolta in direzione sud-ovest e si inizia la risalita, con pendenza via via sempre più ripida. Accodati ai numerosi gruppi di scialpinisti, invece di raggiungere il Colle delle Rocce, sbuchiamo in cresta a quota m 2665 e la si percorre per un breve tratto fino a giungere a ridosso della parete rocciosa (m 2685); tolti gli sci, in facile arrampicata, ci caliamo per una decina di metri sul versante opposto e, rimessi li sci, con un lungo traverso, transitando sotto il Colle delle Rocce. Proseguiamo, con pendenza via via più sostenuta, fino a raggiungere un canale glaciale abbastanza ripido che risaliamo fino a sbucare nei pressi del Col d’Oin, che si scorge alla nostra destra: siamo a quota m 3140 circa, con la vetta ormai abbastanza vicina.
A questo punto, considerato il rapido deteriorarsi del manto nevoso, decidiamo di rinunciare alla cima e di scendere per il Vallone del Carro; confidando di trovare uno passaggio da parte di qualche anima pia per recuperare l’auto lasciata al Lago Serrù, distante circa km 4 da dove sbucheremo. Pieghiamo a sinistra su terreno più dolce e raggiungiamo quota m 3227 da dove, dopo una breve sosta ristoratrice, iniziamo la discesa.
Scendiamo fino alla quota di circa m 2900, per poi deviare verso destra e, con un lungo traverso, attraversare il Ghiacciaio del Carro. A quota m 2700 circa, svoltiamo di circa 90° in direzione nord e prendiamo a scendere su un pendio piuttosto ripido verso il fondo del Vallone del Carro. Giunti in vista dell'Alpe Mandetta seguiamo il fondovalle e raggiungiamo la carrareccia che percorriamo fino al suo termine sulla strada del Nivolet. La neve termina a quota m 2020, così l’ultima mezz’oretta ce la facciamo con gli sci in spalla.
NEVE: Sci calzati al parcheggio al Lago Serrù, e levati a quota 2020 nel Vallone del Carro. Leggero rigelo notturno. Strato di neve recente di una quarantina di centimetri non ancora ancorato allo strato sottostante. Notati diverse slavine da scorrimento di lastroni. Su ghiacciaio strato nevoso buono e completamente trasformato (firn). Lungo la discesa, terminato il ghiacciaio, la neve è diventata “sfondosa”, poi nella parte bassa, primaverile ,a decisamente migliore. Comunque sempre sciabile.
METEO. Cielo sereno; temperatura alla partenza: 6°. Vento a livello di brezza; non ha dato nessun fastidio.
FREQUENTAZIONE: Parecchia gente lungo la salita. In discesa solo tracce di passaggi recentissimi.
COMPAGNI: Andrea.
Tourengänger:
Alberto C.

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