Monte Etna Cratere Nord-Est 3330 m.
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Ci sono esperienze che non ti sogneresti mai di fare, poi ne senti parlare da qualcuno e cominci a fare progetti. Mai avrei pensato di andare a sciare in Sicilia e invece in questo inverno così misero di neve sulle nostre montagne, ho fatto ciò che mai avevo sognato prima.
La salita all’Etna non presenta difficoltà tecniche ma è fondamentale trovare le condizioni meteo e di innevamento giuste. Per non correre il rischio di un viaggio “in bianco” abbiamo prenotato il volo un paio di giorni prima, dopo esserci assicurati che il tempo per il weekend fosse stabile e che le condizioni della neve fossero ancora buone. Siamo partiti da Milano venerdì con la Easyjet e siamo atterrati a Catania nel tardo pomeriggio. Abbiamo preso un auto a noleggio e abbiamo raggiunto il B&B prenotato a Milo. Sabato mattina siamo partiti alle 8 da Piano Provenzana e abbiamo risalito le piste fino all’arrivo degli impianti. Da lì abbiamo tagliato a sinistra e poi siamo saliti lungo pendii prima ben innevati, poi con neve ventata e infine abbiamo tolto gli sci e infilato i ramponi per salire gli ultimi 150 metri fino al cratere nord-est. Per la discesa ci siamo spostati sul versante più a nord dove abbiamo sfruttato delle lingue di neve immacolata per scendere di nuovo fino all’arrivo degli impianti su dolci pendii di neve trasformata e poi rientrare alla partenza degli impianti lungo le piste affollate. Prima di noi era salito un unico scialpinista di cui abbiamo visto la traccia di discesa e che poi abbiamo incontrato casualmente sulle piste, ma scendendo abbiamo incrociato un paio di gruppi che erano partiti a metà mattina. La giornata è stata bellissima, temperature sullo zero senza vento. Domenica abbiamo fatto i turisti e a notte fonda siamo rientrati a casa.
Ne valeva la pena? Con le condizioni meteo che abbiamo trovato noi certamente sì. I 1500 metri di dislivello possono sembrare molti ma il percorso di snoda in ambienti suggestivi e molto panoramici e noi siamo riusciti a ridurre un po’ lo sviluppo scegliendo un percorso più diretto. L’euforia che si prova quando di raggiunge una vetta qui si mescola a una miriade di sensazioni contrastanti. L’odore di zolfo, il calore che sale dalla terra, il mare da una parte e dall’altra gli abissi più profondi risvegliano quel timore ancestrale di trovarsi in bilico tra cielo, terra e viscere infuocate. Una sensazione difficile da spiegare, che spero si riesca in parte a percepire dalle nostre foto e dal Video.


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