Rifugio Capanna Falco (1250 m) via Croce dell’Uomo
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Bellissima passeggiata transfrontaliera nella Valle Greggio, con condizioni meteo ideali: altro che “giorni della merla”.
Oggi desidero visitare per la prima volta la Crus da l’Omm, ossia la Croce dell’Uomo (790 m), un belvedere nel comune di Cernobbio, sulla sponda destra della Valle Greggio.
La fortuna ha voluto che incontrassi uno straordinario personaggio, lo scultore Giò (Giosuè) Aramini, intagliatore del legno, che ha realizzato su questo poggio panoramico una quantità incredibile di sculture e di tronchi incisi con citazioni filosofiche e pillole di saggezza popolare.
Inizio dell’escursione: ore 9:10
Fine dell’escursione: ore 14:30
Temperatura alla partenza: 0°C
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1007 hPa
Temperatura al Rifugio Falco, ore 12.30: 0°C
Temperatura al rientro: 7,5°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 7:50
Tramonto del sole: 17:24
Raggiunta con l’auto la chiesa del paese di Sagno, proseguo lungo una stradina orizzontale in direzione NE fino alla quota di circa 735 m, dove un piccolo posteggio dà spazio a tre auto.
Mi avvio sulla strada asfaltata superiore, seguendo il sentiero 7 della mappa “I Sentieri del Bisbino”. A partire dalla barriera la strada diventa sterrata e più avanti si riduce a un sentiero poco più che pianeggiante. Una palina bianco-rossa indica il confine di stato. Subito dopo inizia il “Sentiero delle sculture” e delle pillole di saggezza incise da Giò su tronchi adagiati ai bordi della via.
Una “scala di ronda” ricorda il lavoro delle guardie di confine nella sorveglianza di tutta la dorsale verticale del Monte Bisbino. In 50 minuti di cammino arrivo allo straordinario belvedere Croce dell’Uomo, il cui toponimo rievoca una disgrazia avvenuta alla fine del 1600:
“… dice la vecchia cronaca che l’ultimo giorno del mese di agosto, di un anno non ben precisato, sul finire del secolo XVII, un contadino di Piazza Santo Stefano (ora comune di Cernobbio) scendeva frettoloso dalla montagna, trascinando un fascio di legna, mentre imperversava un furioso temporale sviluppatosi quasi improvvisamente, e che giunto sul cocuzzolo del monte che sovrasta al paese fu colpito dal fulmine che lo lasciò cadavere.
I parenti, dopo penose ricerche, ne trovarono finalmente la salma e a ricordare il luttuoso evento impiantarono in luogo una rustica croce di legno; da allora la gente del paese volendo indicare quella località, soleva dire – là… dove è la croce di quell’uomo, e quindi ne venne il nome di Croce dell’Uomo che quella località conserva tutt’ora…”
(tratto dagli appunti di Luigi Dotti sindaco di Piazza Santo Stefano, 1924)
Dopo che fu messa quella croce la popolazione di Piazza si accorse che per diversi anni il paese fu risparmiato dalla grandine e quel segno fu visto come protezione per le terre sottostanti tanto che la “Croce dell’Uomo” acquisì nel tempo una generale venerazione. Il parroco di allora pensò di sostituire la vecchia croce con una più appariscente e di intitolarla a qualche santo, proponendo Sant’Abbondio patrono della diocesi di Como. Fu così che da allora ogni 31 agosto (festa diocesana del Santo) la popolazione di Piazza saliva in processione al poggio dove c’era la croce. Questo durò ininterrottamente fino al 1869 quando, per l’avanzata età del parroco e per l’impraticabilità della strada, l’usanza fu sospesa.
Durante la Grande Guerra (1915-1918) le autorità militari trovarono strategico il luogo per la difesa del confine italiano e fecero costruire una comoda mulattiera sulla costa del monte ed una piazzetta a pochi metri sotto la Croce dell’Uomo. Si pensò quindi non solo di riprendere la tradizionale processione, ma anche di costruire una cappella votiva che fu inaugurata il 31 agosto 1924 mettendovi una bella statua del santo.
Ancora oggi si rinnova l’usanza di festeggiare Sant’Abbondio celebrando ogni anno a fine agosto una Santa Messa nella cappella a lui dedicata.”
Dopo l’abbuffata di fotografie riprendo il cammino in direzione dei Monti Piazzola. Lungo questi sentieri i partigiani salvarono molte persone solo facendo loro da guida.
Tra i personaggi più noti, che fuggirono in esilio oltrepassando il confine presso la Croce dell’Uomo, si ricordano un decano del socialismo italiano, Claudio Treves, e un giovane dirigente, Giuseppe Saragat, che divenne il quinto Presidente della Repubblica Italiana nel 1964. Accompagnati dal partigiano Ferruccio Parri, presero contatto con un mandriano di Moltrasio che seppe indicar loro dei sentieri sicuri per valicare il confine svizzero nella notte tra il 19 e il 20 novembre 1926.
All’inizio dei Monti Piazzola (775 m) mi imbatto nell’artista Giò, che non smentendosi, è già al lavoro presso il suo laboratorio, ai margini del bosco. Spegne il mezzo meccanico e inizia a conversare appassionatamente, fornendomi numerose informazioni storiche sulla località che ha visto passare ladri, contrabbandieri, guardie e dissidenti in fuga. Durante la Grande Guerra (1915-1918) le autorità militari trovarono strategico il luogo per la difesa del confine italiano e fecero costruire una comoda mulattiera sulla costa del monte ed una piazzetta pochi metri sotto la Croce dell’Uomo.
Mi faccio indicare la via per i Monti Pievenello (777 m) e i Monti Duello (756 m), che raggiungo in poco più di mezz’ora da Piazzola. Anche in quest’ultimo agglomerato c’è uno straordinario punto panoramico che mi induce ad una prolungata sosta.
Riprendo il cammino lungo la dorsale seguendo i bolli rossi. Dopo un primo tratto non comodissimo, il sentiero migliora e permette un’agevole camminata fino all’Alpe Barcelona, il cui toponimo, in occasione dell’ultima visita, mi incuriosì non poco.
Nel frattempo, una signora dell’Alpe Böcc mi informò che nel 1800 vi abitava uno spagnolo, dal quale l’alpeggio ha probabilmente ricevuto il nome.
Dopo 3 h e 15 min dalla partenza pervengo alla meta principale dell’escursione: il Rifugio Capanna Falco (1250), che per l’ennesima volta trovo chiuso.

Rifugio Capanna Falco (1250 m)
Mi accomodo sulla panoramica terrazza soleggiata, dove posso rifocillarmi e scattare alcune foto.
La discesa si svolge sulla straordinaria dorsale che passando dall’Alpe Cavazza e dalla Colma Bella mi riporta a Sagno, non prima di aver visitato per la prima volta l’elevazione “La Culmanéta (929 m)”, come appare sulla carta topografica svizzera o Colmanetta secondo le carte turistiche.
Fantastica escursione nella Valle Greggio favorita dal bel tempo e da una temperatura mite per la stagione. Ritengo che l’itinerario sia percorribile anche con la moutain bike, in senso inverso rispetto a quello che ho scelto io.
Tempo di salita: 3 h 15 min (soste comprese)
Tempo totale: 5 h 20 min
Tempi parziali
Posteggio sopra Sagno (735 m) – Croce dell’Uomo (790 m): 50 min
Croce dell’Uomo (790 m) – Monti Duello (756 m): 1 h 25 min
Monti Duello (756 m) – Rifugio Falco (1250 m): 1 h
Dislivello in salita: 641 m
Quota massima: 1254 m
Quota minima: 732 m
Sviluppo complessivo: 13,0 km
Difficoltà: T2
Copertura della rete cellulare: discreta
Libro di vetta: no
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