Alla scoperta dell'Adda: il Naviglio di Paderno.


Publiziert von Alberto C. , 26. Dezember 2018 um 23:11.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 9 Dezember 2018
Wandern Schwierigkeit: T1 - Wandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 4:15
Aufstieg: 395 m
Abstieg: 395 m
Strecke:Da Porto d'Adda a Imbersago lungo il Naviglio di Paderna e il fiume Adda (sponda ovest).
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Percorrendo l'autostrada A4 (Milano-Venezia) uscire a Trezzo sull'Adda e seguire le indicazioni per Trezzo centro. Mantenendosi sulla circonvallazione (SP2) superare Trezzo e proseguire fino al centro commerciale Globo, alla rotatoria successiva prendere la prima uscita e dirigersi con direzione nord verso Colnago e Cornate d'Adda. Appena superato l'abitate di Cornate d'Adda, svoltare a destra seguendo le indicazioni per Porto d'Adda e, quindi quelle per il fiume.

Un percorso turistico che tocca luoghi colmi di storia (percorsi da Leonardo da Vinci e fonte di sua ispirazione)  e disseminato da siti testimonianza della rivoluzione industriale di fine ottocento.

Il Naviglio di Paderno è un canale artificiale parallelo al corso del fiume Adda, costruito per superare una serie di rapide e consentire una navigazione continua fra il Lago di Como e Milano.
La progettazione del canale, agli inizi del cinquecento, fu affidata a Leonardo da Vinci; come testimoniano alcuni disegni riportati nel Codice Atlantico, tant’è che è anche erroneamente detto “Naviglio di Leonardo”, che però nulla centra con quanto realizzato: forse ne fu ripresa l’idea.
I lavori per la sua realizzazione ebbero inizio nel 1591 a cura di Giuseppe Meda, che ideò una maestosa conca di 18 metri di salto; ma i lavori subirono una lunga interruzione di ben due secoli e furono portati a termine solo nel 1777.  Il canale inizia alla diga, in tronchi di legno (paloncelli) del Poiret. Cesare Cantù (storico milanese) così lo descrive nel 1857: “Questo Naviglio di Paderno è lungo 2.605 metri; largo 11 sul fondo; l’acqua è sempre tenuta a metri 1,20 d’altezza, colla pendenza di 0.10 almeno, e 0.45 al più ogni mille metri, sicché ha la velocità, per minuto secondo, di metri 0.31 al minimo, e 1,50 al massimo. La pendenza è divisa per metri 26.40 fra i sostegni, e per metri 1.10 fra il declivio del fondo”.Il canale andò in rovina alla fine dell’ottocento; nel 1898 la Società Edison ne modificò il corso a vantaggio della centrale “Bertini” per la produzione di energia elettrica.
 
Percorrendo il Naviglio, partendo da Porto d’Adda e spingendosi fino ad Imbersago, in sequenza si incontrano:
 
La centrale idroelettrica “Bertini”,  di Porto d’Adda (Cornate d’Adda), fu realizzata nel 1898 dalla Società Generale Italiana di Elettricità Sistema Edison e venne intitolata al direttore lavori: Angelo Bertini. Per alimentarla venne utilizzato come canale di derivazione il Naviglio di Paderno, opportunamente modificato. La centrale all’epoca era la più potente d’Europa grazie alle sue turbine da kw 9500, risultando seconda solo a quella del Niagara.
Fu costruita principalmente per garantire sufficiente energia per l’elettrificazione della rete tramviaria di Milano, che Edison aveva preso in concessione dal Comune. Il 19-12-1898 l’ultima linea tramviaria di Milano ancora servita dai cavalli (quella di Porta Ticinese) fu percorsa dai tram elettrici: Milano fu una delle prime città europee con linee tramviarie a trazione elettrica.
Dopo cent’anni di ininterrotto lavoro, quattro delle sette turbine (di cui una di riserva), tipo Francis, vennero sostituite con altre di nuova generazione. Oggi la centrale è una delle più antiche e ancora operative d’Europa, e due delle vecchie turbine vengono mantenute funzionanti a scopo didattico.

Il piccolo Santuario di Santa Maria della Rocchettaè posto a valle della forra su uno sperone roccioso, a circa 50 metri d’altezza sopra il livello del fiume, a strapiombo sull’Adda, sui resti del “castrum qui nominatur Rauca item Coronate“. Scavi archeologici hanno riportato alla luce reperti databili al periodo tardo-romano e longobardo: dal V al IX secolo d.C.. Scavi archeologici hanno riportato alla luce diversi reperti: tombe e fortificazioni.  La fortificazione era organizzata su due livelli: quello superiore comprendeva una torre che fu poi inglobata nella chiesa, mentre in quello inferiore si trovava una grossa cisterna (probabilmente del V secolo), una grossa cisterna (probabilmente del V secolo). Il forte, probabilmente, serviva a difesa di un porto fluviale, la cui esistenza è documentata nel 715, posto dove il fiume iniziava ad essere nuovamente navigabile.
Il Santuario fu edificato al tempo della costruzione del Duomo di Milano (1386) dal medico milanese Beltrando da Cornate, che vi chiamò i frati eremiti dell’Ordine di Sant’Agostino del convento di San Marco in Milano, che vi rimasero per pochi decenni: spesso, per la sua posizione strategica, il luogo veniva occupato dai soldati milanesi.
Nel 1517, dopo diverse vicissitudini, il complesso venne definitivamente incorporato nel convento di San Marco di Milano, ma il santuario nei secoli successivi, a causa dell’incuria, divenne luogo di rifugio per briganti e mendicanti.
Con la battaglia di Lodi del 10 luglio 1796 ebbe inizio l’occupazione napoleonica della Lombardia e, con essa, la soppressione di molti ordini religiosi e dei monasteri, fra i quali gli agostiniani del convento di San Marco in Milano, che divenne una caserma e gli altri beni vennero confiscati e venduti ai privati, compreso il Santuario Santa Maria della Rocchetta. Solo verso la metà del 1800 i proprietari donarono quanto restava alla Chiesa di Porto d’Adda, allora annessa con la Parrocchia di Cornate d’Adda.
Il Santuario di Santa Maria (o Madonna) della Rocchetta è inserito nel percorso di pellegrinaggio Cammino di Sant’Agostino.

Il Ponte San Michele, noto anche come ponte di Paderno, collega Paderno d'Adda (sponda Milanese) e Calusco d'Adda (sponda bergamasca) attraversando la forra del fiume Adda. E’ riconosciuto come un capolavoro di ingegneria e come uno dei simboli dell’archeologia industriale italiana.
Fu progettato dall’ingegnere svizzero Jules Röthlisberger, direttore dell’ufficio tecnico della Società Nazionale Officine di Savigliano, in risposta ad un concorso bandito nel 1885 dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Il progetto si caratterizzò per l’exploit tecnologico: la scientificità di approccio (tra i primi esempi di costruzione con l’applicazione della teoria dell’ellisse di elasticità), la perfezione costruttiva e l’eleganza delle proporzioni. Il viadotto metallico ad arcata unica è lungo 226 metri, alto circa 81 metri dal sottostante fiume Adda, e presenta un impalcato a  doppio livello: il superiore carrabile, l’inferiore ferroviario. All'epoca della sua costruzione era il più grande ponte ad arco al mondo per dimensioni e il quinto per ampiezza di luce.
Fu costruito fra il maggio 1887 e il febbraio 1889 (erano veloci all’epoca); vennero utilizzate 2625 tonnellate di acciaio, ferro e ghisa, 100000 chiodi ribattuti (neppure una saldatura), oltre 5000 metricubi di calcare di Moltrasio e 1200 metricubi di granito di Baveno  per realizzare i plinti e i contrafforti. La sua inaugurazione avvenne il 10-06-1889 con il passaggio di un treno giunto da Milano.
Oggi il ponte è chiuso sia alla circolazione ferroviaria che stradale, per importanti interventi di manutenzione. Riaprirà fra un paio d’anni, forse: abbiamo smarrito la velocità realizzativa di fine ottocento.
 
La centrale idroelettrica “Semenza” è ubicata immediatamente a valle della diga di Robbiate sulla sponda sinistra (bergamasca) del fiume Adda. E’ stata anch’essa realizzata dalla Società Edison e deve il suo nome al suo direttore tecnico: l’ingegnere Guido Semenza.
La centrale fu realizzata per sfruttare il dislivello di circa 9 metri creato dallo sbarramento di Robbiate, utilizzando le acque di “morbida” eccedenti la portata massima della centrale “Esterle”, a servizio della quale era stata realizzata la diga.
La particolarità della centrale “Semenza” è quella di essere una centrale sommersa, perché la zona delle turbine si trova sotto il livello delle acque. La configurazione idraulica originale era piuttosto particolare, in quanto non vi erano condotte o collettori: ogni vasca di carico conteneva immersa una turbina Francis con sei giranti, suddivise in tre coppie e collegate da un lungo albero, che le univa all’alternatore, posto nella sala macchine. La ragione di queste macchine così particolari, stava in un limite tecnologico dell’epoca: la portata turbinata da ciascuno dei gruppi era così grande da dover essere frazionata su più giranti. L’impianto prese regolare servizio, con due gruppi da 1.800 kW, nell’agosto del 1920.
La centrale è stata completamente ristrutturata nel 2002/2003 con l’installazione di nuove turbine di tipo Kaplan. Nell’occasione è stata anche restaurata nelle parti esterne che sono rimaste immutate.  
 
 
Seconda macchina fotografica persa in meno di due anni.  Bella performance!
Conseguenza ne è che parte delle immagini che accompagnano questa relazione non sono “fresche di giornata”, ma ripescate dal mio archivio fotografico (il materiale non mi è mancato, è un percorso fatto innumerevoli volte in mtb).
 
LOCALITA' DI PARTENZA.   Porto d’Adda (m 190).

ATTREZZATURA.  Un paio di scarpe comode.

DIFFICOLTÀ.   T1. Percorso turistico. Si svolge su stradine lungo le alzaie dei canali e del fiume Adda, per lunghi tratti pavimentate in asfalto o acciottolato. Brevi tratti di sentiero.

SALITA:     m 395.

DISCESA:  m 395.

QUOTA MASSIMA:  m 265, a Paderno d’Adda al Ponte San Michele.

QUOTA MINIMA:  m 158, alla Centrale idroelettrica Bertini (Porto d’Adda).

SVILUPPO:  km 17,9 + km 0,9 per la ricerca della macchina fotografica.

TEMPO TOTALE, comprese le soste:   4 ore 15’.

TEMPO DI ANDATA:  2 ore 20’. 

TEMPO DI RITORNO1 ora 45’.   

DESCRIZIONE PERCORSO.   A porto d’Adda si percorre la via XXV Aprile (indicazione per il fiume) e, prima del secondo tornante, si svolta a sinistra per una stradina con l’indicazione per la Madonna di Robbiate (possibilità di parcheggio). A questo punto si prosegue a piedi per imboccare, poco oltre, un viottolo in acciottolato che, con una svolta a 90° verso destra, scende deciso alla centrale “Bertini” dove si incrocia l’alzaia del Naviglio di Paderno. Si supera il ponte e si prosegue lungo la stradina risalendo il corso del Naviglio, giungendo in breve (una ventina di minuti) a alcune chiuse dove un ponta ci porta sulla riva opposta del Naviglio, dove si stacca la scalinata che porta al Santuario di Santa Maria della Rocchetta, che merita una visita.
Ridiscesi sull’alzaia si prosegue attraversando la zona  dove l’Adda forma un canyon fino a raggiungere la Diga del Poiret, dove ha origine il Naviglio di Paderno, e la chiesetta Santa Maria Addolorata (35 minuti dopo aver lasciato il Santuario della Rocchetta). In questo punto la strada è interrotte per lavori (forse la chiusura è collegata a quella del Ponte San Michele), quindi si prosegue prendendo la stradina che in decisa salita porta a Paderno d’Adda: al ponte San Michele (per accorciare il percorso di un tornante si può utilizzare il sentiero che si stacca sulla destra subito all’inizio).
Proseguendo, appena oltrepassato il monumento agli Alpini, so imbocca la ripida discesa che ci riporta sulla riva del fiume in corrispondenza della centrale Semenza e, poco oltre, alla diga di Robbiate. La stradina si fa più stretta e diventa un largo sentiero che, in ambiente boscoso, costeggiando da vicino il fiume prosegue verso Imbersago. Percorsi circa km 1,2 (12/14 minuti) dalla diga di Robbiate si svolta a sinistra per una stradina, inizialmente parecchio rovinata, che con una ripida salita ci porta ad Imbersago (ore 2 e 20 minuti – km 9 - dalla partenza).
La mia idea originaria era quella di raggiungere il Santuario di Madonna del Bosco (km 1,1 dal centro di Imbersago), per poi scendere al traghetto di Imbersago (noto come “traghetto di Leonardo”) e ritornare lungo seguendo l’Adda. Ma, quando mi sono accorto di avere perso la macchina fotografica, ho ripercorso a ritroso la traccia dell’andata nel tentativo di ritrovarla.
   
METEO.  Cielo sereno; assenza di vento; temperatura alla partenza 7.

FREQUENTAZIONE: Nonostante la stagione invernale diversi mountain bikers. Incontri sporadici con altri escursionisti a piedi. Nella bella stagione è molto frequentato, in particolare da ciclisti di tutte le specie.

Tourengänger: Alberto C.


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentar hinzufügen»