Pizzo dei Tre Signori Mt. 2554
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....finalmente è arrivato il giorno del Pizzo dei Tre Signori…..ma ahimè il meteo non ci è stato amico, regalandoci solo nuvole basse e un sacco di nebbia/umidità...!!!
Sapevamo che il tempo non sarebbe stato il massimo, ma avevamo a disposizione un fine settimana da dedicare alla scoperta della val Brembana… il giorno dopo infatti da Ornica ci siamo spostati a Foppolo per salire alla cima Cadelle.
Diciamo che non è piovuto….. le nostre due escursioni le abbiamo portate a termine… ma i panorami ….. beh, solo nuvole……..
Il primo giorno partiamo da Ornica, bellissimo e isolato paesino della Val Brembana.
Dall'ingresso di Ornica si prosegue fino ad una evidente curva verso sinistra, poco dopo un cartello indica la partenza del sentiero 107.
Noi proseguiamo dritti tra le case del paese fino ad un successivo tornante verso destra, qui una strada stretta sale dritta .
Seguiamo il sentiro 106 nel bosco, superata le Baite di Costa arriviamo alla fine del bosco ed all'inizio della bella Val d'Inferno.
Risaliamo ora l'ampio sentiero sterrato che serpeggia tra prati e abeti fino ad arrivare presso l'Agriturismo Ferdy .
Ci colpiscono i cartelli che indicano l’asinovia, infatti presso l’Agriturismo d’Alpe Ferdy vi sono 20 asinelli normalmente utilizzati per la pulizia dei boschi e dei prati e che, grazie alla loro docilità e simpatia, possono accompagnare i bambini in passeggiate ed escursioni lungo il percorso appositamente creato che conduce all’Agriturismo.
Queste notizie c’è le fornisce un signore che incontriamo, naturalmente ormai la stagione è un po’ avanti e quindi al Ferdy non troviamo neanche un asinello, mentre li vediamo in qualche baita prima di raggiungere il Ferdy.
Da qui scendiamo leggermente verso sinistra, attraversiamo un ponticello di legno per poi tornare a salire piuttosto ripidamente verso la testata della valle, tra prati, recinti per animali, faggi, larici ed abeti.
La valle d’Inferno è veramente bella, non smentisce le nostre aspettative.
Giunti presso la Baita Ciarelli continuiamo a salire su comodo ma ripido sentiero, fino ad arrivare ad una curiosa costruzione: si tratta della Baita Predù, un ricovero per animali.
Camminiamo tra grossi massi ed erba, alzandoci sempre più, per poi spostarci verso sinistra, attraversare per l'ennesima volta il torrente ed arrivare ad un secondo ricovero posto sotto un masso. Passiamo oltre il ricovero, salendo per prati ripidi fino ad incrociare il sentiero 101 che seguiamo verso destra per un breve tratto.
Giunti ad una palina che ci indica la Bocchetta d'Inferno saliamo verso destra. Poco dopo abbandoniamo il sentiero 101 e alla nostra destra è visibile la croce in legno del Poiat, piccolo dosso erboso.
Ci inoltriamo all'interno di un vallone pietroso, che termina presso la bocchetta d'Inferno, la conca è dominata dall'imponente e severa sagoma della Sfinge, alta torre rocciosa dalla curiosa forma di profilo umano nella sua parte terminale. Saliamo su comodo sentierino sassoso, prima tra erba e poi saltando su grossi massi sparsi. Transitando sotto la Sfinge, posta alla nostra sinistra, non possiamo non restare intimiditi ed affascinati da questa formazione rocciosa.
In breve siamo alla bocchetta.
In prossimità di questa ci fermano alcuni ragazzi e ci chiedono verso quale colle prosegue il sentiero.
Gli spieghiamo che ormai siamo prossimi alla Bocchetta dell’inferno.
Anche loro sono partiti da Ornica, ma non hanno fatto il nostro sentiero, che è quello facile, neanche loro sapevano quale hanno fatto....secondo noi probabilmente il 107.
C’è da dire che la maggior parte salgono al Pizzo dalla Valtellina, quindi da Pescegallo, dal Rifugio S. Rita e dalla Grassi.
In quella giornata eravamo in pochi ad averlo salito da Ornica.
Sotto di noi si vede bene il lago d'Inferno e il rifugio FALC.
Una palina indica varie direzioni, noi andiamo a sinistra, verso la vetta del Pizzo dei Tre Signori. Saliamo su un versante aperto e roccioso grazie ad un sentiero a tratti poco visibile che serpeggia tra grossi massi .
Seguiamo i numerosi ometti in un ambiente quasi lunare. Senza mai essere troppo faticoso, né tanto meno difficile, il percorso procede tra vallette e dossi rocciosi fin sotto alla croce della cima che si raggiunge con un ultimo ripido tratto, che presenta una corda fissa.
Come ho già detto i panorami sono assenti e guardiamo sconsolati la rosa dei venti , che troviamo in cima al Pizzo, che indica tutte le cime che si dovrebbero vedere e chi più ne ha più ne metta…… per oggi accontentiamoci di essere saliti!!!!!!!
....e soprattutto siamo contenti che non sia piovuto....
Nadia e Graziano
Sapevamo che il tempo non sarebbe stato il massimo, ma avevamo a disposizione un fine settimana da dedicare alla scoperta della val Brembana… il giorno dopo infatti da Ornica ci siamo spostati a Foppolo per salire alla cima Cadelle.
Diciamo che non è piovuto….. le nostre due escursioni le abbiamo portate a termine… ma i panorami ….. beh, solo nuvole……..
Il primo giorno partiamo da Ornica, bellissimo e isolato paesino della Val Brembana.
Dall'ingresso di Ornica si prosegue fino ad una evidente curva verso sinistra, poco dopo un cartello indica la partenza del sentiero 107.
Noi proseguiamo dritti tra le case del paese fino ad un successivo tornante verso destra, qui una strada stretta sale dritta .
Seguiamo il sentiro 106 nel bosco, superata le Baite di Costa arriviamo alla fine del bosco ed all'inizio della bella Val d'Inferno.
Risaliamo ora l'ampio sentiero sterrato che serpeggia tra prati e abeti fino ad arrivare presso l'Agriturismo Ferdy .
Ci colpiscono i cartelli che indicano l’asinovia, infatti presso l’Agriturismo d’Alpe Ferdy vi sono 20 asinelli normalmente utilizzati per la pulizia dei boschi e dei prati e che, grazie alla loro docilità e simpatia, possono accompagnare i bambini in passeggiate ed escursioni lungo il percorso appositamente creato che conduce all’Agriturismo.
Queste notizie c’è le fornisce un signore che incontriamo, naturalmente ormai la stagione è un po’ avanti e quindi al Ferdy non troviamo neanche un asinello, mentre li vediamo in qualche baita prima di raggiungere il Ferdy.
Da qui scendiamo leggermente verso sinistra, attraversiamo un ponticello di legno per poi tornare a salire piuttosto ripidamente verso la testata della valle, tra prati, recinti per animali, faggi, larici ed abeti.
La valle d’Inferno è veramente bella, non smentisce le nostre aspettative.
Giunti presso la Baita Ciarelli continuiamo a salire su comodo ma ripido sentiero, fino ad arrivare ad una curiosa costruzione: si tratta della Baita Predù, un ricovero per animali.
Camminiamo tra grossi massi ed erba, alzandoci sempre più, per poi spostarci verso sinistra, attraversare per l'ennesima volta il torrente ed arrivare ad un secondo ricovero posto sotto un masso. Passiamo oltre il ricovero, salendo per prati ripidi fino ad incrociare il sentiero 101 che seguiamo verso destra per un breve tratto.
Giunti ad una palina che ci indica la Bocchetta d'Inferno saliamo verso destra. Poco dopo abbandoniamo il sentiero 101 e alla nostra destra è visibile la croce in legno del Poiat, piccolo dosso erboso.
Ci inoltriamo all'interno di un vallone pietroso, che termina presso la bocchetta d'Inferno, la conca è dominata dall'imponente e severa sagoma della Sfinge, alta torre rocciosa dalla curiosa forma di profilo umano nella sua parte terminale. Saliamo su comodo sentierino sassoso, prima tra erba e poi saltando su grossi massi sparsi. Transitando sotto la Sfinge, posta alla nostra sinistra, non possiamo non restare intimiditi ed affascinati da questa formazione rocciosa.
In breve siamo alla bocchetta.
In prossimità di questa ci fermano alcuni ragazzi e ci chiedono verso quale colle prosegue il sentiero.
Gli spieghiamo che ormai siamo prossimi alla Bocchetta dell’inferno.
Anche loro sono partiti da Ornica, ma non hanno fatto il nostro sentiero, che è quello facile, neanche loro sapevano quale hanno fatto....secondo noi probabilmente il 107.
C’è da dire che la maggior parte salgono al Pizzo dalla Valtellina, quindi da Pescegallo, dal Rifugio S. Rita e dalla Grassi.
In quella giornata eravamo in pochi ad averlo salito da Ornica.
Sotto di noi si vede bene il lago d'Inferno e il rifugio FALC.
Una palina indica varie direzioni, noi andiamo a sinistra, verso la vetta del Pizzo dei Tre Signori. Saliamo su un versante aperto e roccioso grazie ad un sentiero a tratti poco visibile che serpeggia tra grossi massi .
Seguiamo i numerosi ometti in un ambiente quasi lunare. Senza mai essere troppo faticoso, né tanto meno difficile, il percorso procede tra vallette e dossi rocciosi fin sotto alla croce della cima che si raggiunge con un ultimo ripido tratto, che presenta una corda fissa.
Come ho già detto i panorami sono assenti e guardiamo sconsolati la rosa dei venti , che troviamo in cima al Pizzo, che indica tutte le cime che si dovrebbero vedere e chi più ne ha più ne metta…… per oggi accontentiamoci di essere saliti!!!!!!!
....e soprattutto siamo contenti che non sia piovuto....
Nadia e Graziano
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Kommentare (8)