Pizzo Meriggio 2350 m e Punta La Piada 2120 m
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Venerdì sera a cortissimo d’idee penso al report di zar e, anche se poco convinta lo propongo a Marco….si va!
Memore di quanto scritto sul report e della brutta esperienza fatta anni fa, alle prime chiazze di ghiaccio impongo lo stop a Marco, tra l’altro il GPS riporta un sentiero che dovrebbe farci tagliare la strada.
Lasciamo l’auto al tornante prima di un agriturismo e fatti un paio di tornanti sulla strada troviamo il sentiero che ci permette di raggiungere Bratte attraversando solamente la strada asfaltata. Qui non saremmo comunque arrivati con l’auto. A questo punto seguiamo la strada fino a Campelli dove calziamo le ciaspole.
Con il senno di poi avrei dovuto fotografare l’alpeggio per far vedere il prima e il dopo la bella giornata…al momento ci sono solo un paio di tracce di salita, seguiamo quella più a dx e, come diceva zar con soli pochi attimi di respiro risaliamo il bosco verso la dorsale del Meriggio, cima che si vede dalla partenza!
Ora i ricordi un poco si snebbiano. Anni fa immagino avessimo seguito la strada sia all’andata sia al ritorno da ciò derivava probabilmente la noia che ricordavo. Ora invece grazie alla bella neve, ai tagli, al bosco ancora in parte innevato tutto è diventato di gran lunga più piacevole.
Non sembra ci sia molta gente, ciaspolatori solo un’altra coppia che raggiungiamo prima di uscire dal bosco e scopriamo essere amici del Cai di Parabiago con cui avevamo fatto delle escursioni anni fa…quando si dice che il mondo è piccolo!
Usciti dal bosco, ci aspetta la lunga e panoramica dorsale, molto bella ed emozionante!
Giunti alla croce, insieme agli unici due sci alpinisti rimasti, raggiungiamo la vera cima del Pizzo Meriggio (gli unici della giornata ad averlo fatto per altro!). Infatti proprio la sera prima avevo letto che la cima non era la croce ma il panettoncino a 50 m da essa, infatti c’è il cartello.
Vista l’arietta gelidina fatte un po’ di foto cominciamo a scendere e, contemporaneamente arriva l’elicottero del soccorso alpino che cala dei soccorritori alle pendici della Punta La Piada. Volendo salire anche noi alla punta e comunque non potendo scendere dalla dorsale, assistiamo al recupero, di uno o più scialpinisti.
Scesi dalla dorsale, entriamo nella valletta sottostante, passiamo alle pendici della Punta La Piada e trovata la traccia di salita la seguiamo. Dopo un primo e breve tratto un poco ripido, il percorso spiana e raggiungiamo la piatta cima.
Scendiamo sul versante opposto più innevato e a breve ritroviamo la nostra traccia o quello che ne è rimasto.
Ora il bosco non è più immacolato. Il pendio sopra i Campelli poi sembra un campo di battaglia, non c’è più un quadratino di neve intonsa!
Facciamo sosta pranzo davanti a una delle case più basse e riusciamo anche a bere un caffè con ammazza caffè che un local gentilmente ci offre.
Grandissima giornata!
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