Rifugio Quintino Sella al Felik (3585 m)
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Il Rifugio Quintino Sella è intitolato al fondatore del Club Alpino Italiano (Sella di Mosso, 7.7.1827 – Biella, 14.3.1884), scienziato, mineralogista, politico e alpinista italiano. Per tre volte Ministro delle finanze del Regno d’Italia.
Sorge su un pianoro detritico ai margini del Ghiacciaio di Felik ed è il punto di partenza ideale per la salita al Castore (4228 m), al Polluce (4091 m) e al Lyskamm Orientale (4527 m).
Inizio dell’escursione: ore 8:10 da Staffal, ore 8:35 dal Colle Bettaforca
Fine dell’escursione: ore 15:05 al Colle Bettaforca, ore 15:30 a Staffal
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1021 hPa
Temperatura alla partenza da Staffal: 9°C
Temperatura al rientro a Staffal: 25°C
Velocità media del vento: 5 km/h, O
Umidità relativa alle 9:00: 80%
Sorgere del sole: 6.31
Tramonto del sole: 20.34
Dopo solo cinque giorni ritorno nella Valle di Gressoney (o Valle del Lys) per un’escursione sul versante meridionale del Monte Rosa.
Dalla località Pont-Saint-Martin percorro in auto i 38 km della valle fino all’ampio parcheggio di Staffal, frazione di Gressoney-la-Trinité.
Alla cassa degli impianti di risalita “Monterosa Ski” acquisto un biglietto a/r valido per la funivia fino a Sant’Anna (2182 m) nonché per la seggiovia fino al Colle di Bettaforca (2727 m). Il costo del biglietto intero è di 19.- €.
Alle 8:30 mi trovo al Colle di Bettaforca, detto “Betta”, di fronte al Bar / Ristoro, con condizioni meteorologiche ideali. Il colpo d’occhio sui ghiacciai del Monte Rosa merita già il costo del biglietto per gli impianti di risalita.
Mi alleggerisco e imbocco il sentiero 9 (bolli gialli sulla roccia) in direzione NE, su terreno quasi privo di vegetazione. Solo alcuni cespi di margherite danno un tocco di vitalità a questo paesaggio dominato dalle pietraie. Ci sono numerosi gruppi di escursionisti /alpinisti in cammino; oltre all’italiano si sentono diverse parlate: francese, spagnolo, tedesco…
Dopo meno di mezz’ora di comoda camminata, arrivo ad un pianoro dal quale si gode una visione paradisiaca sul Ghiacciaio del Lys, sulla Piramide Vincent, sul Balmenhorn, sul Corno Nero, sulla Ludwigshöhe, sul Naso del Liskamm e sul Liskamm (4527 m). È un quadro di impareggiabile bellezza alpina, con in primo piano, ad una decina di metri di distanza, una coppia di giovani stambecchi, che imperturbabili continuano a brucare l’erba.
Tutti gli escursionisti si concedono qui una sosta per riempirsi gli occhi di queste meraviglie della natura.
Il sentiero, sempre ottimamente marcato, svolta leggermente a sinistra e sale su detriti di falda in direzione della cresta che separa la Valle del Lys dalla Val d’Ayas. Arrivo dapprima al Passo della Bettolina inferiore (2905 m) e dopo 1 h e 10 min di cammino al Passo della Bettolina superiore (3100 m). Un omone di pietra caratterizza questo valico alpinistico che permette di scendere nel Vallone di Verra, che dà accesso al Rifugio Mezzalama. Lo sguardo si allarga progressivamente anche sulla triade del Breithorn: Breithorn Orientale (4141 m), Breithorn Centrale (4160 m) e Breithorn Occidentale (4164 m). Non capita frequentemente di poter osservare tutti questi quattromila privi di nuvole o nebbia.
Il sentiero continua a mezza costa su pietraie in un ambiente tipico dell’ermellino; a differenza degli stambecchi è però molto più schivo ed è attivo soprattutto di notte.
Raggiunta di nuovo la cresta a 3280 m di quota, la via continua sul suo lato destro fino ad un ometto di pietre a circa 3465 m. Qui la cresta si restringe ed inizia il tratto più delicato dell’itinerario. Per la verità, non ci sono passaggi tecnicamente difficili, tuttavia alcuni sono alquanto esposti. Buon per noi, oggi la roccia è perfettamente asciutta.
Le corde di sicurezza, con un’anima di acciaio, sono in perfetto stato e ben ancorate alla roccia. Tuttavia, a differenza delle classiche vie ferrate dove ci si assicura alla fune con i moschettoni, qui la “sicurezza” è data solo dalla presa delle mani.

Passaggio alquanto esposto!
La via è frequentatissima: oltre agli alpinisti provetti, vedo normali escursionisti con scarponcini leggeri, famiglie con ragazzini e alcune persone in palese difficoltà dovuta alle vertigini. L’uso dei kit da ferrata creerebbe degli enormi ingorghi. Io penso bene di aggregarmi ad un gruppo di simpaticissimi spagnoli, che mi includono nel mezzo della comitiva, ciò che mi facilita molto la progressione. Lo stesso gruppo mi accompagnerà durante la discesa, che supero con maggior disinvoltura rispetto alla salita, grazie anche alla simpatica lingua spagnola, parlata e persino canticchiata dal ragazzo che chiude la fila.
Superato il noto ponticello di legno, la salita non è per niente finita: anzi, è molto più lunga di quanto mi aspettassi.
Dopo tre ore e cinque minuti di cammino pervengo con sollievo al pianoro detritico che ospita il rifugio, sul fronte del Ghiacciaio di Felik: Rifugio Quintino Sella (3585 m) geschafft!
C’è un’animazione speciale: alpinisti che scendono dal ghiacciaio, altri che arrivano per il pernottamento, escursionisti di giornata che scattano foto in quantità industriale e selfie da postare. Tutti sono entusiasti per le inconsuete condizioni meteo che permettono di vedere queste imponenti cime prive di nebbia. La visione indisturbata durerà ancora per poco tempo, poi, inevitabilmente cominceranno le prime nuvolette di condensa.
Il Ghiacciaio di Felik è invitante, non è tormentato: la prima parte sembrerebbe innocua, priva di crepacci. Il primo quattromila che si incontra partendo dal rifugio è proprio la Punta Felik (4093 m), a circa 1 h 30 min di cammino.
L’organizzazione nel rifugio mi sembra perfetta: il refettorio è accogliente e la massiccia affluenza di escursionisti non crea disagio.
Alle 12:30 mi aggrego di nuovo al gruppo degli spagnoli, con i quali affronto la discesa fino alla fine della corda azzurra: gracias, amigos!
Per la prima volta al Rifugio Quintino Sella, in uno spettacolare ambiente glaciale, sul versante meridionale del Monte Rosa.
L’affilata cresta attrezzata più che un deterrente sembrerebbe un motivo d’attrazione persino per coloro che soffrono di vertigini. Alla base ci sarà sicuramente un motivo psicologico; non per niente i ponti tibetani si stanno diffondendo in tutto il mondo, facendo la gioia degli operatori turistici.
Percorso in auto
Dogana Chiasso Brogeda – Milano – Tangenziale Ovest – Santhià - Ivrea – Uscita Pont-Saint-Martin – Vallée de Gressoney – Staffal; 20,30 € x 2 di pedaggio autostradale; 200 km dalla dogana di Chiasso Brogeda, 2 h 40 min.
Tempo totale: 7 h 20 min
Tempo di salita: 3 h 05 min
Tempi parziali
Colle Bettaforca (2727 m) – Passo superiore di Bettolina (3100 m): 1 h 10 min
Passo superiore di Bettolina (3100 m) – Rifugio Quintino Sella (3585 m): 1 h 55 min
Rifugio Quintino Sella (3585 m) – Colle Bettaforca (2727 m): 2 h 35 min
Coordinate Rifugio Quintino Sella: 627.450 / 83.270
Dislivello in salita: 863 m
Sviluppo complessivo: 8,7 km
Difficoltà: T3+ / EEA (Escursionistica per Esperti con Attrezzatura: molto impegnativa, da affrontare con attrezzature specifiche)
Copertura della rete cellulare: buona.
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